Nonostante abbia appena cambiato squadra e campionato, Matthijs De Ligt continua a far parlare di sé raccontando, giorno dopo giorno, nuovi retroscena del suo passato recente alla Juventus.
- De Ligt torna sulla scelta della Juventus
- De Ligt e i continui cambi di posizione alla Juventus
- La differenza tra Olanda e Italia per De Ligt
De Ligt torna sulla scelta della Juventus
Dopo aver indirettamente parlato delle differenze d’allenamento tra bavaresi e bianconeri, l’olandese ha svelato il motivo che, nel 2019, lo ha spinto a firmare con la “Vecchia Signora”.
“Scelsi di andare alla Juve con l’idea di giocare un calcio più offensivo perché l’allenatore era Sarri” ha spiegato il difensore olandese in un’intervista a ESPN.
“Ha una grande reputazione per ciò che ha fatto con Napoli e Chelsea e pensavo di avere uno stile più simile all’Ajax. Purtroppo, dopo un anno è andato via”.
De Ligt e i continui cambi di posizione alla Juventus
De Ligt poi ha approfondito una tema delicato come quello tattico rivelando di esser stato costretto a giocare a più riprese in una posizione da lui mai gradita.
“Penso di giocare meglio sul centro-destra, mi sento più a mio agio. All’inizio alla Juve è stato difficile giocare a sinistra, poi a metà stagione io e Bonucci ci siamo invertiti. Eravamo una buona coppia e abbiamo vinto lo Scudetto. Nel secondo e terzo anno poi sono tornato a giocare spesso a sinistra” ha detto il classe 1999.
“Non è che non ci volessi giocare, sia chiaro, ma sapevo di essere più sicuro giocando a destra. È stato comunque importante per il mio sviluppo”.
La differenza tra Olanda e Italia per De Ligt
De Ligt infine, a conclusione della sua disamina del periodo juventino, ha individuato e parlato sinteticamente delle differenze fra Juventus e Ajax.
“All’Ajax pressavo molto forte, prendevo rischi. Alla Juve era diverso. Giocavo più indietro, un modo di difendere diverso” ha affermato lucido il nederlandese.
“Il ritmo in generale in Italia è più lento, quindi si può stare più dietro. E visto quanto ha vinto la Juve in Italia, penso sia il modo giusto”.