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Decreto Crescita, Marotta durissimo sull’abolizione: la profezia dell’a.d. dell’Inter

Secondo il dirigente nerazzurro la scelta di non prorogare i benefici della norma per il mondo del calcio rischia di danneggiare la serie A e non portare alcun vantaggio ai talenti italiani

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Fa ancora discutere la mancata proroga del decreto Crescita da parte del Governo Meloni: per l’a.d. dell’Inter Beppe Marotta senza i benefici garantiti dalla norma il calcio italiano rischia seri danni sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre per Marotta l’abrogazione del decreto Crescita non porterà alcun vantaggio ai giovani talenti del calcio italiano.

Abolizione decreto Crescita, Marotta critico

Beppe Marotta ci va giù duro nel commentare la scelta del Governo Meloni di non prorogare gli effetti del decreto Crescita sul mondo del calcio: a partire da gennaio, i club vedranno crescere in maniera severa il costo degli stipendi lordi di allenatori e giocatori ingaggiati dall’estero, a causa della fine dei benefici fiscali garantiti dal decreto. “Nel momento in cui il calcio italiano stava risalendo la china a livello mondiale ed europeo, con le tre finali delle coppe europee raggiunte la scorsa stagione, abolire il decreto Crescita rappresenta un autogol per il mondo del pallone e per il Paese in generale – ha dichiarato Marotta a Sky Sport -. Anche perché non ne usufruiscono solo i giocatori: ci sono anche allenatori che sono venuti in Italia e hanno avuto agevolazioni fiscali grazie al decreto”.

Decreto Crescita, la profezia di Marotta

Secondo Marotta, l’abrogazione dei vantaggi per le società di calcio del decreto Crescita finirà con l’impoverire tecnicamente la serie A e mettere nei guai le finanze dei club. “Le agevolazioni fiscali avevano come obiettivo quello di facilitare l’ingresso in Italia di giocatori di qualità – ha continuato Marotta -. Senza questi calciatori il nostro campionato sarà impoverito, il prodotto serie A ne risentirà e ci sarà anche un minor indotto per lo Stato in termini di tasse. L’abolizione del decreto Crescita ha prodotto un danno irrimediabile per l’intero sistema calcio”.

Secondo Marotta senza il decreto Crescita sarà complicato per le squadre italiane competere con le big europee. “Saremo meno competitivi a livello europeo e ne risentirà anche il nostro campionato – le parole di Marotta – non solo le grandi ma anche le medio piccole avranno meno introiti perché il prodotto sarà meno appetibile per le tv. Era uno strumento importante a poco più di un anno e mezzo dall’inizio del primo Mondiale per club a 32 squadre, con due nostre formazioni al via”.

Marotta: decreto Crescita, nessun vantaggio per i giovani

Infine, per Marotta l’abolizione del decreto Crescita e la conseguente riduzione di arrivi in serie A di giocatori e allenatori di qualità non porterà alcun beneficio ai giovani talenti italiani. Anzi, questo provvedimento rischia di danneggiare anche loro. “I giovani italiani non erano svantaggiati dall’arrivo di campioni dall’estero e anzi avere giocatori forti con cui allenarsi permetteva loro di crescere – ha concluso il dirigente dell’Inter -. Questa decisione di abolire il decreto non porterà nessun vantaggio al nostro calcio”.

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