Letteralmente esploso negli ultimi anni, il padel è sempre più largamente apprezzato e, in modo trasversale e generalizzato, vede milioni di appassionati sceglierlo come valvola di distrazione, attività fisica e avvincente modalità per sfidare amici e avversari, “privatamente” o in uno dei sempre più numerosi tornei e manifestazioni organizzati ormai un po’ ovunque.
- Padel, uno sport per tutti
- Padel e tennis, storicamente differenti
- Il padel invade il mondo
- In che cosa differiscono padel e tennis
- Particolarità del padel
Padel, uno sport per tutti
Con il padel si cimentano praticamente tutti, dai giovanissimi alle persone con qualche primavera in più sulle spalle, senza alcuna distinzione tra professionisti e principianti. Comun denominatore? La passione e la immensa dose di divertimento e sfida, per uno sport capace di regalare grandi soddisfazioni e un’elevata dose di emozioni ed adrenalina.
Se da un lato, però, la community di padel-addicted è in costante crescita, dall’altro, per molti questo gran bello sport resta ancora un perfetto sconosciuto. In tanti pensano erroneamente che sia semplicemente il fratellino minore del tennis, in realtà, però, nonostante qualche punto in comune, come facile intuire, padel e tennis sono caratterizzati numerose differenze.
Padel e tennis, storicamente differenti
Il primo passo per comprendere meglio lo straordinario fenomeno del padel e andare alla radice di ciò che lo differenzia dal tennis è quello di imparare a conoscerlo e scoprire come è nato. La cosa curiosa è che, mentre il tennis ha un’origine alquanto “nobile”, con tanto di brevetto datato 1874 e depositato presso la Camera dei Mestieri di Londra da Walter Clopton Wingfield, esattamente come accaduto per moltissime altre geniali invenzioni e intuizioni, il padel è figlio di uno sbaglio.
Ma com’è nato il padel? Siamo in Messico, anni ’70, quando un benestante signore, Enrique Corcuera, decide di dotare la sua abitazione di un campo da tennis. Privo, però, dello spazio sufficiente per realizzare le sue intenzioni, Corcuera si accontenta di “adattare” un’area particolare a rettangolo di gioco: più piccola di un campo da tennis regolamentare e cinta da muri, a cui Enrique aggiunge una recinzione metallica, così da impedire alla pallina di fuoriuscire dal campo. Et voilà, ecco il padel.
Il padel invade il mondo
Il nuovo sport, in poco tempo, varca i confini nazionali, portato nel Vecchio Continente, in Spagna, addirittura da un principe. Poi, l’esplosione in tutto il Sudamerica e negli Stati Uniti d’America, a partire dagli anni ’80. In Italia, la prima Federazione nazionale di Padel viene fondata a Bologna l’8 febbraio del 1991.
Il riconoscimento del C.O.N.I. arriva invece nel 2008, con l’inserimento nella Federazione italiana tennis (FIT). Un passo importante, anche se, con un numero ancora ridotto di Federazioni nazionali riconosciute ufficialmente dalla Federazione internazionale, il percorso per arrivare all’ammissione alle discipline olimpiche pare essere ancora lungo.
In che cosa differiscono padel e tennis
Il campo
Nell’origine stessa del padel vive la prima concreta differenza con il tennis: le dimensioni del campo di gioco. Se, infatti, il campo da tennis regolamentare è lungo 23,77 metri e largo 8,23 metri per il singolo e 10,97 metro per il doppio, quello da padel (sport a coppie) si ferma a un 20×10 metri. Indifferente, invece, l’altezza della rete posta al centro dei due campi.
A larghezza e lunghezza, nel padel, occorre però sommare la terza dimensione, l’altezza. Pareti di tre metri e recinzione di quattro, che sono anche il secondo elemento distintivo di questo sport: l’impossibilità di far uscire dal terreno di gioco la pallina, che può toccare e rimbalzare sulle pareti, componenti attive del gioco, a dispetto della rete di recinzione, e su cui far compiere alla pallina l’unico rimbalzo consentito sulla propria metà di campo prima di rispedirla oltre la rete di metà campo.
La terza differenza legata al campo riguarda anche la composizione del terreno. Se nel tennis questo aspetto diventa elemento strategico molto importante, capace di mutare enormemente le prestazioni degli atleti, chiamati ad adattarsi a seconda che si serva su erba, terra rossa o cemento, nel padel tutto questo si perde. Il campo è, e può essere, esclusivamente in erba sintetica o in cemento.
La racchetta
Prodotte utilizzando i medesimi materiali per la struttura, le racchette di padel e tennis si differenziano principalmente per la superficie con cui si colpisce la pallina: di corda, la seconda, con una struttura più uniforme, di dimensioni più contenute e con una superfice piena e forata la prima.
La pallina
Se c’è un elemento che non subisce grandi cambiamenti tra i due sport è la pallina. L’iconica sfera in feltro giallo fluo (che nel padel può essere anche di colorazione bianca) è pressoché identica. Unico discrimine la sua pressione, con quelle del padel a essere meno “gonfie” e, quindi, più morbide rispetto alle controparti utilizzate, per esempio, a Wimbledon o al Foro Italico.
Le scarpe
Dettata dalla tipologia di movimento che sono chiamate ad agevolare, prevalentemente verticale e obliquo e pressoché mai in orizzontale, le scarpe da padel si differenziano da quelle pensate per il tennis principalmente per un elemento: la suola.
Se, per quanto riguarda la tomaia e la parte intera le differenze sono irrisorie, per la suola il discorso cambia. Come detto, a influire su questo elemento sono i movimenti che i giocatori sono chiamati a compiere sul campo di gioco. Le tipologie di suola sono principalmente tre:
- Suola a spina: conformazione a zig zag che garantisce una elevata resistenza abrasiva e grande aderenza al manto sintetico, oltre a permettere ottime azioni in scivolata,
- Suola Omni: conformazione ondulata che la rende particolarmente adatta ad aderire al terreno. Non permette di scivolare, ma è il miglior supporto per repentini cambi di direzione,
- Suola mista: mix tra le due tipologie precedenti. Sull’anteriore interno, la conformazione Omni, dona un buon grip; nella zona posteriore, tutta la libertà di scivolare della suola a spina.
Game, set and match
Passando al regolamento, detto che si tratta di uno sport che contrappone necessariamente due coppie, alla voce “calcolo dei punteggi”, contrariamente a ciò che si potrebbe ipotizzare, tennis e padel sono sorprendente identici. Non cambia, infatti, il calcolo di ogni punto, con misurazione canonica a 15, 30, 40 e game. Identica la gestione del pareggio (40-40), con il secondo punto dopo il vantaggio a garantire la conquista del game.
Ogni match si disputa al meglio dei tre set. Con due set vinti ci si aggiudica l’incontro. Ogni set va alla prima coppia che raggiunge i sei game, con almeno due giochi di vantaggio. Con cinque set a testa si è obbligati ad arrivare al settimo, ma in caso di nuovo pareggio 6-6, si va al tie-break, che si disputa fino a che una delle due squadre non arriva a collezionare sette punti. Una piccola differenza? Tra un punto e il successivo l’intervallo massimo consentito è di venti secondi.
La battuta
Un fondamentale in cui il padel si discosta in modo netto dal tennis è, invece, la battuta. Giocando in un campo “coperto”, infatti, il classico servizio con palla in aria viene sostituito da un unico rimbalzo sul terreno e colpo al momento in cui la sfera raggiunge il fianco.
Particolarità del padel
La durata di ogni match è dettata dal livello di preparazione e dal bilanciamento delle squadre. Per le sfide inserite in un contesto ufficiale, però, esistono particolari regole, come una obbligatoria fase di palleggio preliminare di cinque minuti, impossibilità di sospendere il gioco, ad eccezione di un minuto e mezzo al termine del game in cui si inverte il campo e dei due minuti concessi alla fine di ogni set. Ancora convinti che il padel sia “solo” il fratellino del tennis?