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Elia Viviani, portabandiera dell'Italia a Tokyo: l'oro e il dramma

Carriera, successi e prodezze di un corridore unico su strada e su pista: Elia Viviani, reduce da un intervento al cuore. Con lui portabandiera la campionessa olimpica di trap, Jessica Rossi

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Elia Viviani è tutto il ciclismo, in ogni sua sfaccettatura. E’ sacrificio, sofferenza, gesti di slancio e generosità e anche dolore, vero, che questo sport purtroppo a volte impone anche ai suoi migliori corridori, come è capitato a Elia che, da campione olimpico, ha gustato la soddisfazione e poi ha capito la paura, quando il suo cuore durante un allenamento ha iniziato a battere in maniera anomala. Troppo strana per non preoccuparsi.

Elia Viviani: l’incontro con il ciclismo

Elia Viviani, veronese classe 1989, porterà la bandiera italiana insieme a Jessica Rossi, campionessa di tiro a volo femminile, a Tokyo dopo l’oro che ha conquistato l’Italia e il mondo del ciclismo a Rio de Janeiro nel 2016: il corridore ha interrotto un digiuno che era incominciato 16 anni prima.

Con il ciclismo, per Viviani, è amore autentico dopo aver trascorso un’infanzia e un’adolescenza tra calcio, tennis e pattinaggio in cerca di una attività che gli donasse quel brivido e quell’appagamento che quasi casualmente capisce di poter trovare in sella a una bici. E’ giovanissimo, ma talentuoso: nel 2005 si fa già notare alle Olimpiadi giovanili europei e in quell’anno viene inquadrato da Paolo Slongo che lo cresce tra strada e pista e prima di entrare tra i professionisti (2010) si ritaglia anche il tempo di vincere il Campionato italiano ed europeo nel 2006. Da professionista, ha iniziato con la Liquidas: è con Nibali, Sagan, Basso, Pellizzotti. Una scuola incredibile, per un talento come il suo che matura anche in pista tant’è che nel 2011 conquista la medaglia d’argento ai mondiali di Apeldoorn nello Scratch e poi la medaglia d’oro agli europei under 23 nell’Omnium e nella Corsa a Punti.

La carriera di Elia Viviani su strada e in pista: l’oro di Rio

Al Giro debutta nel 2013, coi colori della Cannondale, così come nel Tour de France prima di passare al Team Sky di Chris Froome, ottenendo il successo al Giro di Dubai e strappando la prima vittoria al Giro nel 2015, a Genova. La sua stagione perfetta, però, è quella del 2016: alle Olimpiadi conquista la medaglia d’oro, confermandosi il migliore di tutti in pista. Un successo straordinario che riempie d’orgoglio i tifosi e il team azzurro.

L’intervento al cuore nel gennaio 2021: paura per Viviani

La sua carriera su strada continua con un cambio importante: entra nel Team della Quick-Step con cui a giugno 2018 si impone nel campionato italiano in linea e nel 2019, in termini di numero di vittorie, conquista la sua miglior stagione di sempre. Con questi obiettivi centrati, si fa avanti un’idea che diventa concreta: Viviani decide di passare alla Cofidis: è proprio in allenamento che improvvisamente il suo cuore inizia a battere troppo forte: una aritmia preoccupante che non ammette rinvii. Lo scorso gennaio, Viviani ha dovuto sottoporsi ad un intervento al cuore, una ablazione per curare una aritmia che aveva fatto i battiti a 220 pulsazioni.

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