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Esclusiva, De Rossi: "Mondiali Rugby, Italia mai così forte e profonda. I favoriti e i flop annunciati"

Andrea De Rossi, ex capitano dell'Italia, presenta i Mondiali di rugby: le chance dell'Italia, le nazionali che si giocheranno il titolo e le possibili delusioni.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Meno uno all’atteso appuntamento dei Mondiali di rugby in Francia. Si parte venerdì sera con la supersfida inaugurale dello Stade de France tra i padroni di casa, i Bleus, e gli All Blacks neozelandesi. Dello stesso girone fa parte l’Italia, che debutta sabato 9 settembre alle 13 a Saint-Etienne contro la Namibia. Andrea De Rossi, ex capitano della nazionale azzurra (32 caps tra il 1999 e il 2004) seguirà il torneo da commentatore d’eccezione per Sky, che trasmetterà in diretta tutte e 48 le partite. La finale è in programma il 28 ottobre, sempre a Saint-Denis.

Mondiali, De Rossi inquadra il girone dell’Italia

De Rossi, l’attesa è finita, i Mondiali sono alle porte: come ci arriva l’Italia?

“Ci arriva bene, avendo confermato la crescita a livello di gioco iniziata con Crowley. Ha mantenute strutture, imprevedibilità, elettricità, sorpresa, coi giocatori chiave che riescono a cercar la palla nei momenti giusti. Negli ultimi test, poi, è aumentata la fiducia e confidenza. Sono tanti aspetti positivi che ci fanno ben sperare”.

Sabato il primo match: dobbiamo temere la Namibia?

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“Tutte le partite saranno toste, è un Mondiale. Sarà un torneo all’insegna della fisicità, non ci saranno squadre impreparate sotto questo aspetto e noi abbiamo dimostrato di non essere più indietro, dopo tanti anni in cui duravamo solo un tempo. Il fisico sarà la componente primaria, contro la Namibia e anche nelle successive gare. La partita d’esordio non dovrebbe riservare grosse preoccupazioni, però è sempre la prima e al Mondiale le squadre si trasformano”.

L’Uruguay è la vera partita trappola? Nell’ultimo test ci hanno messo in difficoltà.

“Questi possono crearci problemi. L’Uruguay è un cliente scomodo, con giocatori tecnici. Sono arrivati al Mondiale grazie alla loro aggressività, ma non solo. Bisognerà star attenti”.

Nuova Zelanda o Francia: su chi fare la corsa?

“Tutti dicono che gli All Blacks sono in crisi, io invece giocherei un centesimo sulla vittoria dell’Italia con la Francia; con la Nuova Zelanda me ne gioco mezzo. La verità è che sono due avversarie molto difficili. C’è un solo aspetto da migliorare nell’Italia, il rendimento nell’appuntamento clou. Abbiamo fallito spesso gli appuntamenti importanti, al Sei Nazioni l’obiettivo erano le due vittorie e non sono arrivate, nelle Summer Series potevamo vincere contro Scozia e Irlanda e abbiamo perso. Adesso la sfida clou è entrare nei quarti e dobbiamo centrarlo. Occorre batterne una tra Nuova Zelanda e Francia? Bene, facciamolo. Anche se oggettivamente sarebbe un’impresa”.

L’Italia e il futuro: i giocatori chiave e il nuovo Ct

La decisione di annunciare il cambio in panchina – Quesada per Crowley – potrà condizionare gli azzurri?

“Si può discutere sulla tempistica, forse si poteva aspettare per gli annunci, dall’esterno è un ragionamento che si può fare. Ma quando vivi certe situazioni dall’interno, è completamente diverso. Sono stato giocatore e capisco certe dinamiche, non credo che cambi qualcosa. Anzi adesso Crowley vorrà togliersi qualche sassolino mentre i giocatori daranno il 100%, come sempre, perché è in gioco il Mondiale, un appuntamento importantissimo”.

Capuozzo, Ioane e…chi possono essere i giocatori chiave dell’Italia?

“Ho un debole per Garbisi, lo considero un talento assoluto. Gioca da mediano d’apertura, è bravo, ma da tre quarti può raggiungere i livelli di Ange e Monty. Ma sono tanti i punti di forza e i giocatori importanti in questa Italia. Tutta la mischia è di primo livello, dalla prima alla terza linea, e ha anche ottimi ricambi in panchina. Ci sono alternative in ogni ruolo, anche i quattro mediani sono tutti molto bravi, con Fusco che può giocare anche in altre posizioni. Siamo finalmente una squadra con profondità”.

Mondiali, le favorite e le delusioni secondo De Rossi

Allarghiamo il campo alle big: chi sono le favorite e chi arriva meglio al Mondiale?

“Da quello che abbiamo visto in assoluto la squadra da battere è l’Irlanda: sta meglio di tutte e ha convinto di più. A ruota le altre tre: All Blacks, Francia e Sudafrica. Forse le ultime sconfitte paradossalmente possono aver fatto bene alla Nuova Zelanda, sono tornati sulla Terra e questo non è mai un male. La Francia gioca in casa, con tutto quel seguito che hanno daranno battaglia a tutti, senza mollare di un centimetro. Il Sudafrica poi, come fai a non considerarlo tra le favorite sempre e comunque? Ha piede e fisicità, lotterà ancora per il titolo”.

I giocatori da tenere d’occhio e le partite da vedere?

“Francia-Nuova Zelanda è la finale che tutti vorrebbero vedere, è solo la prima partita. Poi consiglio di non perdere tutte le partite dell’Italia e di dare uno sguardo a quelle di Scozia e Fiji. Lo spettacolo è assicurato”.

In ogni edizione dei Mondiali c’è qualche outsider: su chi punteresti stavolta?

“Su Scozia e Fiji, appunto, o anche su Samoa. I figiani sono strapotenti, purtroppo hanno perso Muntz (il mediano d’apertura, ndr), ma possono battere tutti e fare molta strada. Anche la Scozia ha un grandissimo potenziale, con Russell in cabina di regia, grandi tre quarti e centri come Tuipulotu che riescono a scardinare le difese. Occhio anche a Samoa, che forse è leggermente dietro rispetto a queste due ma ha un bello staff alle spalle e ha dimostrato di essere in crescita”.

Inghilterra, Australia e Galles: quale tra le big rischia di fare una figuraccia?

“Tutte. Per Inghilterra e Australia, in particolare, cambiare totalmente da gennaio a giugno è difficile. Sull’Inghilterra, no comment: è quella che sta messa peggio di tutte. Per la potenza economica che ha, arrivare così male a un Mondiale è ingiustificabile, non era mai successo prima. La speranza dell’Australia è Eddie Jones, che sa giocar bene con le parole e mascherare qualche difetto, poi comunque ha dei fondamentali di gioco di buon livello. Il Galles? Sta attraversando nell’ultimo anno problemi economici che mi ricordano quelli vissuti dall’Italia per tanto tempo. Adesso li vivono i gallesi e se ne parla di più£.

Hai giocato l’edizione del 2003 da capitano azzurro: qual è il tuo personalissimo ricordo dei Mondiali?

“Ho i brividi anche ora e invidio tanto i ragazzi, i Mondiali regalano sensazioni uniche da quando atterri a quando riparti. Si respira rugby ad altissimo livello, 24 ore su 24, fai allenamenti con mille persone, incontri gente che ti chiede autografi ovunque, fai le conferenze stampa: si vive insomma il rugby a una dimensione che in Italia purtroppo non c’è. Mi porterò dietro queste emozioni per sempre”.

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