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Euro 1968: Facchetti, San Gennaro e la monetina

Dopo l'esito rocambolesco contro l'Unione Sovietica, gli azzurri hanno battuto la Jugoslavia in finale in una doppia sfida al cardiopalma.

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Euro 1968: Facchetti, San Gennaro e la monetina Fonte: Getty Images

Il 1968 è un anno indimenticabile del XX secolo, per gli italiani in particolar modo. Se infatti gli studenti e altri grandi movimenti di massa hanno invaso le piazze di tutto il mondo per protestare contro gli apparati di potere, in Italia i cittadini sono scesi in strada anche per festeggiare l’unico titolo della Nazionale azzurra agli Europei. Una vittoria importante a livello calcistico ma utile anche per allentare un po’ le tensioni sorti in primavera. 

L’Italia di Valcareggi, dopo aver passato il girone(introdotto per la prima volta nel 1968), ha dovuto sudare e non poco contro la Bulgaria ai quarti, dopo aver perso l’andata 3-2. In gol per gli azzurri Prati sul 3-1, con il momentaneo pareggio dell’1-1 firmato dall’autorete di Penev. L’attaccante del Milan è stato decisivo anche al ritorno insieme a Domenghini: 2-0 e Italia in semifinale. 

L’Uefa ha assegnato l’organizzazione della fase finale all’Italia, con le semifinali a Napoli e Firenze e l’atto conclusivo a Roma. Proprio nel capoluogo campano, città simbolo nel mondo per il teatro, è andato in scena un finale con una sceneggiatura indimenticabile: il lancio della monetina. Dopo lo 0-0 ai supplementari contro l’Unione Sovietica, San Gennaro invocato dai tifosi partenopei e la scelta del capitano azzurro Giacinto Facchetti si rivelano vincenti, facendo esplodere di gioia tutto il San Paolo.

E’ servito addirittura un secondo lancio per decretare il destino del match: nel primo tentativo, infatti, la monetina si è infilata in un una fessura del pavimento dello spogliatoio, restando in bilico. Facchetti sceglie così nuovamente testa e l’arbitro dà il verdetto: “Italia”. La bandiera dell’Inter torna in campo con le braccia alzate, facendo capire a tutti come è andata a finire. 

La finale è stata meno estenuante per i cuori degli italiani ma non per i ragazzi di Valcareggi, vista la ripetizione del match(i rigori dopo i supplementari sono stati introdotti dopo). Dopo l’1-1 dell’8 giugno a Roma, il 10 giugno l’Italia ha battuto la Jugoslavia 2-0 con le reti di Riva e Anastasi: è festa azzurra, anche grazie alla monetina dell’arbitro tedesco Tschenscher.

 

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