Il 2022 è stata una grande stagione per le prestazioni in pista, ma non tanto per i risultati dato che ha chiuso in campionato dietro al compagno di squadra Esteban Ocon. Adesso per Fernando Alonso è il momento di una nuova era con il passaggio, dopo due stagioni in Alpine, all’Aston Martin. Dove potrà continuare a correre anche a 41 anni suonati.
La paura di Nando
Alonso, in una sincera intervista concessa ad Auto, Motor und Sport, ha raccontato uno dei suoi più grandi timori: “Non ho mai pensato ad abbandonare la mia vita da pilota. Ho paura di cosa ci sarà dopo, non ho un piano B. Sono sempre stato un pilota e sono bravo a fare solo questo, perché non ho imparato altro”.
Il due volte campione del mondo non ha dubbi a riguardo: “La mia vita è stata dedicata del tutto al motorsport e a guidare. Se un giorno dovessi abbandonare la Formula 1, farei altre gare. Una vittoria alla Dakar non sarebbe male per esempio. Ma stare a casa mi spaventa“.
Il ruolo dello spagnolo
Alonso ha paura di rimanere seduto a guardare. Si vede soltanto con un volante tra le mani, quindi un ruolo diverso da quello del pilota non è nei pensieri dell’asturiano: “Al momento l’idea di fare il team principal non è in cima alla lista dei miei desideri”, ha infatti detto Nando.
“In questo lavoro si viaggia molto e lo si sopporta perché facciamo quello che amiamo – così il campione del mondo 2005 e 2006 con la Renault -. Ma se dovessi viaggiare per fare qualcosa in cui non sono molto bravo, la mia batteria si scaricherebbe in maniera molto rapida”.
I suoi prossimi obiettivi
Alonso ha dunque parlato di quello che ci sarà nel suo prossimo futuro: “Di sicuro mi piacerebbe avere tra le mani una macchina in grado di lottare per il titolo mondiale, ma forse là non c’è posto per me – ha quindi aggiunto -. E Aston Martin potrebbe esserlo in due o tre anni“.
L’obiettivo dell’asturiano resta sempre il terzo titolo: “Finché avrò l’un per cento di possibilità di vincere di nuovo il campionato, continuerò ad andare avanti. Proseguirò fino a quando sentirò di poter dare ancora il cento per cento, di sicuro per altri due o tre anni“.