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F1, crisi Ferrari: un film già visto. Quando le cose si mettono male Maranello va alla deriva. Vasseur fai qualcosa

Dopo l'ennesimo flop anche al Gran Premio di Ungheria è tempo di nuovi processi in casa Ferrari. All'Hungaroring è andato ancora tutto storto, troppi errori e la solita scarsa velocità e costanza della SF-23. Il lavoro che attende Vasseur è davvero duro

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Ungheria come Silverstone e come tante altre gare ancora. Il miglioramento della Ferrari da Barcellona all’Austria è stato un fuoco di paglia, ha illuso tutti che Maranello potesse essere la seconda forza del Mondiale nella seconda parte della stagione. Addirittura qualcuno, anche dalle parti del Cavallino Rampante aveva pronunciato la parola “vittoria” come se la Red Bull fosse a portata di mano. Ed invece siamo qui a parlare dell’ennesima gara deludente, di un passo che non c’è, delle gomme che si usurano e bla bla. Una solfa trita e ritrita che altrove, vedi McLaren e Mercedes quasi non si sente o non si percepisce ma che dalle parti del box rosso diventa un mantra al quale oramai siamo costretti a farci l’abitudine.

Ferrari, sprofondo rosso in Ungheria

Dopo la “doppietta” maledetta Inghilterra-Ungheria ci si ritrova nuovamente a cercare di rimettere insieme i cocci. Non quelli del trofeo di Verstappen distrutto da un Lando Norris troppo focoso nei festeggiamenti sul podio, ma quelli di una Ferrari come al solito alla deriva ad un certo punto della stagione. Senza “se” e senza “ma”. Eppure il Gran Premio di Ungheria doveva essere un po’ la gara della svolta, l’ennesima, di questa stagione. Su una pista storicamente favorevole alla rossa, dalle parti di Maranello erano convinti che la SF-23 si sarebbe ben adattata alle curve dell’Hungaroring.

Non erano mancati i proclami alla vigilia. Della serie: “Vedrete, non sarà come Silverstone”. Addirittura qualcuno aveva provato anche a “tirarla” alla McLaren come se il podio di Silverstone fosse stato solo un unicum, un fuoco di paglia per la scuderia di Woking. Ed invece Ferrari si è trovata con un pugno di mosche in mano, ancora una volta. In Ungheria non ha funzionato quasi nulla, di nuovo. Stavolta non è andata nemmeno bene la qualifica con Sainz già fuori in Q2 e Leclerc mestamente 6° sulla griglia. La partenza è stata illusoria così come i primi giri non troppo lontani dal treno buono ma il resto è stato il solito calvario tra erroracci e cattiva, endemica, cronica, mal gestione delle gomme Pirelli.

Gp Ungheria: Ferrari, piove sul bagnato tra errori e orrori

Un nono e un decimo posto in Inghilterra, un settimo ed un ottavo in Ungheria. Cambia davvero poco per la Ferrari che dal back to back anglo-magiaro ha raccolto davvero poco. Niente a che vedere con quanto sperato dopo quello che a questo punto va considerato un mero exploit al Gran Premio d’Austria. Il Cavallino Rampante si è già stancato di trottare e ha preferito il passo… lento anche perchè gli zoccoli sembrano davvero non adattarsi alla sua muscolatura.

Ferrari, troppi sbagli. Da Sainz che manca la qualificazione in Q3 al sabato, alle difficoltà a comunicare di Leclerc via radio in gara, dall’errore della pistola al cambio del monegasco allo stesso Charles che si prende 5″ di penalità per tardiva frenata all’ingresso della pit lane (era successo anche a Sainz in Austria). Anche la scelta di “penalizzare” lo spagnolo al secondo pit stop per riequilibrare lo sbaglio nei confronti di Leclerc al primo pit è sembrata piuttosto farraginosa visto che poi proprio Leclerc è stato penalizzato ed entrambi sono finiti dietro Russell in grande rimonta. Sarebbe cambiato poco, forse, sul risultato finale, sarebbe arrivato qualche punto ma la rossa si sarebbe mostrata meno fragile almeno nelle scelte generali tra muretto e pista.

Ferrari: l’incapacità di reagire è un problema cronico

Ma c’è di più perchè storicamente la Ferrari quando va in difficoltà ci finisce con tutte le scarpe…pardon le gomme. Storicamente non si ricordano negli anni recenti, quelli a gestione Arrivabene-Binotto-Vasseur per intenderci, una reazione da parte di Maranello ad una stagione in salita. E dire che di progressi Mercedes, ma soprattutto McLaren da inizio stagione ne hanno fatti. Esserci messi dietro l’Aston Martin non può e non deve essere un risultato accettabile da parte di una scuderia blasonata come la Ferrari.

Eppure basta andare indietro di 12 mesi, dalla gestione Vasseur a quella Binotto per trovare una Ferrari alla deriva. Ancor peggio nonostante un inizio avvincente e convincente con le vittorie di Leclerc che aveva battuto più volte Verstappen, il successo di Sainz a Silverstone. Poi dinanzi ai progressi e alla crescita della Red Bull, la Ferrari è scomparsa, quasi priva di sviluppi. E non parliamo degli anni precedenti, 2020/21 sempre a inseguire. Ma anche l’era Vettel non era stata tanto diversa: buoni, ottimi inizi di Mondiale e poi dall’estate in poi incapacità cronica di sviluppare la monoposto nella giusta direzione al cospetto dei progressi degli avversari.

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Ferrari: Vasseur ha tanto da lavorare

“Senza parole” è il commento alla gara anonima delle due Ferrari. Forse sarebbe il caso che “senza parole” diventasse anche il motto dei proclami di Maranello. L’Ungheria, il riscatto, la pista favorevole, l’assenza di vento, le curve veloci, quelle lente, la McLaren a Silverstone è stato un unicum. Tutto “rinfacciato” e smentito dall’Hungaroring che riconsegna una rossa di nuovo in crisi o mai uscita dalla stessa. Altra domenica nera per le rosse.

Il compito che aspetta Frederic Vasseur è di quelli gravosi. Lo si sapeva, lo sapeva lui. Forse non ci si aspettava una stagione così difficile ma urge mettere delle toppe, sia in ottica 2024 visto che si sta già lavorando alla monoposto del prossimo anno, ma cercare di tirare qualcosa di buono fuori dalla SF-23. Possibile che non si possa cambiare il trend? Ci è riuscita la McLaren perchè non dovrebbe riuscirci la Ferrari?

Mondiale F1: prossima tappa, Gp Belgio ultima fatica poi ferie

C’è una data segnata sul calendario di tutti i team di F1, è quella di domenica prossima, quando a Spa si correrà il Gran Premio del Belgio. Si tratta dell’ultima fatica prima delle meritate ferie d’estate per tutto il carrozzone. Si chiude in bellezza con tanto di Sprint Race al sabato e gara alla domenica. Poi rompete le righe e arrivederci in Olanda a fine agosto, a casa di Max Verstappen, unico, vero dominatore della F1. La Ferrari? Noi speriamo che se la cavi… (cit)

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