Una delle notizie bomba di questa stagione di Formula 1 è stata la partenza di Lewis Hamilton dalla Mercedes per andare alla Ferrari. Per molti il colpo del secolo. Dopo più di dieci anni e sei campionati del mondo al suo attivo con le frecce d’argento il pilota inglese ha deciso di cambiare aria accettando la corte di Maranello. Questa decisione ha sorpreso l’intero paddock. A dimostrazione di quanto anche a Brackley non fossero a conoscenza di questa mossa di Vasseur, l’altro team principal Toto Wolff ha rivelato diversi dettagli di quel periodo dalla telefonata-campanello d’allarme di Carlos Sainz senior ai consigli di Pep Guardiola su come gestire la situazione.
- Hamilton alla Ferrari: come l'ha saputo Toto Wolff
- Toto Wolff: il messaggio a Vasseur che non risponde, il faccia a faccia con Hamilton
- L'addio di Hamilton, Wolff chiede consiglio a Guardiola
Hamilton alla Ferrari: come l’ha saputo Toto Wolff
Il classico fulmine a ciel sereno. Siamo a gennaio, il 2024 è appena cominciato. La F1 si sta preparando alla nuova stagione che sarebbe cominciata di lì a breve tra presentazioni, test e prime gare del campionato. Ma giovedì 1 febbraio viene sganciata la “bomba” di mercato piloti: Lewis Hamilton nel 2025 correrà con la Ferrari. Un qualcosa che nessuno aveva anche lontanamente ipotizzato, al di là degli ammiccamenti tra Maranello e il 7 volte campione del mondo negli anni passati.
All’oscuro di tutto era anche il team principal della Mercedes Toto Wolff. Che, ospite del podcast ‘High Performance’ ha svelato di aver saputo dell’addio di Lewis per la prima volta un paio di settimane prima, circa metà gennaio, da una chiamata di Carlos Sainz Sr. Il papà dell’attuale pilota della Ferrari che con l’arrivo di Hamilton si è ritrovato appiedato per il 2025 prima di trovare un sedile in Williams.
“Il vecchio Sainz mi ha chiamato e mi ha detto, ecco cosa sta succedendo”
Toto Wolff: il messaggio a Vasseur che non risponde, il faccia a faccia con Hamilton
Di fronte a questa secchiata d’acqua fredda Wolff non sapeva come comportarsi. In questo caso, e di fronte a tante voci che in quel periodo arrivavano al manager austriaco, ha deciso di scoprirlo a modo suo: “Ho pensato, okay, sta succedendo qualcosa qui. E poi ho inviato il messaggio a Fred Vasseur e gli ho detto: ‘Prendi il mio pilota?’. Ma non ho ricevuto alcuna risposta. Molto insolito per Fred, è un buon amico, quindi l’avevo previsto.
Dopo la chiamata dello spagnolo e la mancata risposta di Vasseur, Wolff ha temuto il peggio. Ciò che era iniziato come una voce stava cominciando a prendere forma come realtà, ed è arrivato il momento di parlare con Hamilton: “Quando Lewis è tornato a casa, come aveva fatto tanti anni prima, abbiamo fatto una piccola chiacchierata e Lewis mi ha detto: ‘C’è qualcosa che devo dirti…‘”
L’addio di Hamilton, Wolff chiede consiglio a Guardiola
Ma cosa c’entra Guardiola con la F1, Hamilton, la Ferrari e Toto Wolff? Il boss della Mercedes ha detto di essere rimasto spiazzato dalla decisione di Hamilton nonostante il precedente rinnovo, firmato l’anno prima fosse un contratto di anni 1+1 che lasciava quindi aperta la possibilità a una delle due parti di lasciare dopo una stagione. “E’ solo una situazione nuova che ha rischi e opportunità – ha detto Wolff – Rischi nel senso, sai, gli sponsor, avrei dovuto dirgli della partenza di Lewis. E poi chi avremmo scelto per la stagione 2025?”.
Ed allora è proprio Wolff a svelare il ruolo dell’allenatore di calcio del Manchester City in tutto questo: “Ho avuto una conversazione con Pep Guardiola tempo fa. Lui è un amico. Ho detto: ‘Cosa fai quando un giocatore decide di lasciare la squadra che alleni?’. E lui ha risposto: ‘Cosa significa cosa faccio?’. Ho detto: ‘Beh, provi a convincere quel giocatore a rimanere nella tua squadra?”.
“Pep ha risposto: ‘No, se qualcuno pensa di poter giocare da un altra parte, lo devi lasciare andare e basta’. Ed è un approccio che ho adottato allo stesso modo anche qui. Se qualcuno vuole andare, poi bisogna lasciarlo andare e fare in modo che sia una cosa buona per tutte le parti in causa”, ha concluso Wolff.