Ottanta punti. Saranno queste due paroline, tutt’altro che magiche, quelle che risuoneranno più spesso nella mente di Mattia Binotto, Charles Leclerc e Carlos Sainz, oltre che di tutti i tifosi della Ferrari, durante il lungo mese di vacanza della Formula 1.
- Formula 1 in vacanza, Verstappen vede già il titolo
- Ferrari-Red Bull, chi è più forte? Cosa ha detto la prima parte di stagione
- Ferrari, la storica rimonta di Raikkonen fa sperare
- La Ferrari e il nodo affidabilità: cosa potrà succedere nella seconda parte del Mondiale
Formula 1 in vacanza, Verstappen vede già il titolo
Il GP d’Ungheria ha chiuso la prima parte della stagione 2022, seppur con l’asse spostata leggermente più avanti rispetto alla boa di metà stagione. Al termine del Mondiale mancano nove gare e tanto il vantaggio che Max Verstappen è riuscito a costruirsi nella classifica piloti, appunto di 80 lunghezze, sembra incolmabile. A dirlo è l’andamento della stagione, e in particolare delle ultime sei gare, quattro delle quali vinte dall’olandese, ma più in generale quanto accaduto nei primi 13 Gran Premi.
Mai dire mai, però, perché se è vero che di Mondiali combattuti (eufemismo…) come quelli dello scorso anno se ne vede uno ogni quattro o cinque lustri, è doveroso osservare che al netto dei già analizzati e plurimi errori di strategia commessi dal box della Ferrari, che si uniscono alle poche, ma significative, sbavature di Leclerc e al sofferto adattamento iniziale di Sainz alla monoposto, l’attuale gap non esprime al meglio il rapporto di forza tra Ferrari e Red Bull.
Ferrari-Red Bull, chi è più forte? Cosa ha detto la prima parte di stagione
Per questo e per altri motivi la Ferrari può sperare ancora quantomeno di riaprire la corsa al titolo, anche se l’occasione persa a Budapest fa male in vista di circuiti veloci come Spa e Monza, dove sulla carta la Red Bull ha qualcosa in più. La F1-75 ha dimostrato in più occasioni di essere una vettura più completa rispetto alla RB18, più versatile, più performante in qualifica, meglio pensata sul piano aerodinamico e più gentile con gli pneumatici.
A favore della scuderia di Milton Keynes restano l’affidabilità, tallone d’Achille quasi inevitabile di una Ferrari chiamata a puntare sulle prestazioni più che sulla tenuta per colmare il gap dalla scorsa stagione, e la velocità di punta nei rettilinei, ma è evidente che l’abisso creatosi in classifica è frutto quasi esclusivamente di errori (evitabili) e che il salto di qualità in termini di prestazioni compiuto dalla Ferrari rispetto alla scorsa stagione è stato più che evidente.
Ferrari, la storica rimonta di Raikkonen fa sperare
Di certo le statistiche non aiutano gli uomini della Ferrari a vivere una coda d’estate e un autunno all’insegna della speranza. La storia del Mondiale è infatti piena di rimonte anche clamorose, ma mai nella storia sono stati recuperati 80 punti negli ultimi nove GP. Nelson Piquet ha costruito comunque proprio in risalita due dei suoi tre titoli mondiali, recuperando 12 punti a Carlos Reutemann a 9 GP della fine nel 1981, quando la vittoria valeva 9 punti, e mangiandone addirittura 14 ad Alain Prost nelle ultime quattro corse del 1983, chiudendo a +2 sul francese: anche quell’anno la vittoria valeva 9 punti, quindi poco più di un terzo rispetto ai 25 attuali.
Detto che in tempi moderni, e già con 25 punti al primo, meglio hanno saputo fare Nico Rosberg, che nel 2016 recuperò 19 punti a Lewis Hamilton, e pure Sebastian Vettel, che nel 2012 ne rimontò ben 42 punti all’allora ferrarista Fernando Alonso, il precedente più incoraggiante per Maranello è però quello che risale all’anno dell’ultimo titolo mondiale della Ferrari. Anno di grazia 2007, Kimi Raikkonen a 9 GP dalla fine era indietro di 22 punti rispetto ad Hamilton, un gap che con i 10 punti per vittoria dell’epoca equivale a poco meno degli 80 attuali che separano Leclerc da Verstappen: il finlandese seppe fare il miracolo grazie a due terzi, due secondi e cinque successi, compreso l’ultimo rocambolesco a San Paolo che consentì a Kimi di superare in un colpo solo Lewis, solo 7°, e Alonso, 3°.
La Ferrari e il nodo affidabilità: cosa potrà succedere nella seconda parte del Mondiale
Fin qui, i motivi di speranza. A complicare ulteriormente la seconda parte di stagione della Ferrari sarà però proprio il delicato tasto dell’affidabilità. I ripetuti problemi alla power unit accusati da Leclerc e Sainz, oltre a tanti punti preziosi, hanno infatti costretto Maranello a giocarsi con largo anticipo le tre unità motore a disposizione durante la stagione. Come noto, chi utilizza la quarta subisce una penalizzazione di cinque posizioni, dalla quinta in avanti l’handicap sarà di dieci, mentre sostituendo solo l’ibrido si pagano cinque posizioni, che diventano dieci se si introduce un altro motore termico. Leclerc e Sainz hanno già utilizzato la quarta, rispettivamente in Canada e in Ungheria.
Entrambe le Ferrari dovrebbero peraltro montare il quinto esemplare proprio in Belgio, dove entrambe le vetture rischiano quindi di partire dal fondo e sebbene a Spa sorpassare non è certo impossibile è facile immaginare che anche nelle Ardenne per la Ferrari vivrà una corsa ad inseguimento rispetto ad una Red Bull ricorsa al terzo esemplare di turbo e dei due motogeneratori elettrici proprio a Budapest, dove invece non sono state cambiate le batterie, nonostante il “no power” lanciato da Max durante le qualifiche. La Red Bull ha beneficiato della cosiddetta “direttiva Silverstone”, che ha consentito dal GP di Gran Bretagna di sostituire componenti del motore, anche in regime di parco chiuso, senza subire penalità, purché entro il numero consentito nei regolamenti.
Va però ricordato che all’indomani del GP di Spa, quindi dal 1° settembre, scatterà il congelamento delle Power Unit, ovvero il divieto da parte dei motoristi di apportare modifiche ai propulsori volte all’aumento di potenza e quindi al miglioramento delle prestazioni. Tutto, quindi, lascia pensare che dal Belgio in poi più di una scuderia inizierà già a pensare alla prossima stagione, ma in un anno in cui i rimpianti sono già tanti, e alla luce del proprio potenziale, la Ferrari farà l’impossibile per tenere accesa la fiammella almeno fino a Monza, dove l’entusiasmo della marea rossa sarà comunque palpabile per “festeggiare” l’anno della Ripartenza.