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F1: la becera campagna d'odio contro Hannah Schmitz e la Red Bull, che ha vinto anche il Gp d'Olanda

Sui social commenti e insulti gratuiti, postati e rimossi, contro la responsabile della strategia di Verstappen, artefice della vittoria a Zandvoort: i sospetti di una cospirazione

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Serpeggia, come avviene di solito sui social, l’ingigantito sospetto che dietro allo strano ritiro di Tsunoda vi sia un complotto architettato da Red Bull e AlphaTauri per consentire così l’ingresso della Virtual Safety Car provvidenziale poi per la vittoria di Max Verstappen nella gara di Zandvoort.

Una sorta di teoria cospirazionista che accusa il team di Faenza e la responsabile della strategia della Red Bull, Hannah Schmitz, ingegnera artefice delle migliori mosse della scuderia in grado di mettere in difficoltà la Ferrari dopo un avvio di stagione esaltante.

Le accuse alla Red Bull nel GP d’Olanda

Sui social l’accanimento – a tratti becero e insopportabile – nei riguardi dell’ingegnera è stato scatenato dall’episodio che ha poi modificato a livello tattico la gara: il ritiro di Tsunoda e della sua l’AlphaTauri.

Dopo essersi fermato una prima volta in pista ed essere poi riuscito a riportare la sua vettura ai box con le cinture slacciate (quinta reprimenda stagionale e quindi una penalità di 10 posizioni in griglia nel prossimo GP di Monza), il pilota è stato rimandato sul tracciato per poi fermarsi, questa volta per il definitivo ritiro, pochi metri dopo l’uscita dalla pit-lane.

Uno strano ritiro, insomma, il suo che ha de facto avvantaggiato la Red Bull dell’olandese.

Il momento della Virtual Safety Car

Ripartenza, ancora problemi e l’indicazione di parcheggiare la monoposto in un posto sicuro: da qui la manovra, insomma, che porta alla Virtual Safety Car, che la Red Bull e l’artefice delle principali e determinanti decisioni sul piano strategico Hannah Schmitz sfruttano a proprio vantaggio per effettuare il pit-stop con Verstappen, montare gomma morbida e risparmiare il 40% del tempo previsto per la sosta.

Una mossa che spiazza e mette in difficoltà le Mercedes che, in effetti, accusano senza riuscire a recuperare dopo questa decisione. Conclusione? Vittoria dell’olandese davanti a Russell, terzo Leclerc.

Oltre alle inevitabili polemiche e alle dichiarazioni ai microfoni che, in modo colorito o meno, accendono interrogativi sull’operato in pista e quanto accaduto (vedi Toto Wolff, principale vittima di queste valutazioni da parte della Red Bull) sono rintracciabili sui social, in particolare twitter alcuni commenti davvero odiosi e addirittura sessisti ai quali una figura di altissimo profilo come Hannah Schmitz non meriterebbe di essere minimamente accostata, come nessun altro/a.

Fonte: IPA

Hannah Schmitz in pista

La reazione di Hamilton e della sua community

Lo tsunami di sgradevoli commenti, pubblicati e rimossi in larga parte, ha suscitato la reazione della community di sostenitori, molto attiva sui social, di Lewis Hamilton che poi ha deciso di rimuovere la nota.

Lo stesso Team LH, community ufficiale del pilota britannico, aveva postato un messaggio di condanna di quei comportamenti e di solidarietà nei confronti della Head of Strategy della Red Bull.

Su twitter è in corso un dibattito su queste decisioni, seguite a una nota Mercedes che ha diviso i sostenitori di LH.

Fonte: ANSA

Max Verstappen

Il comunicato della AlphaTauri

La stessa AlphaTauri ha convenuto sulla necessità di prendere le distanze da queste illazioni e ha utilizzato i suoi canali ufficiali per scansare ogni dubbio ed esprimere stima e solidarietà, a sua volta, nei riguardi dell’ingegnera capo:

“È incredibilmente sconfortante leggere il linguaggio dei commenti rivolti al nostro team e al capo della strategia di Red Bull Racing, Hannah Schmitz. Tale campagna di odio non può essere tollerata, e insinuare accuse di scorrettezza è inaccettabile, falso e completamente irrispettoso sia nei confronti di Hannah che nei nostri”.

Un comunicato che colpisce i detrattori e i cospirazionisti, arrivando a segnare una chiara linea di demarcazione:

“Abbiamo sempre gareggiato in modo indipendente, leale e mantenendo i più alti livelli di rispetto e sportività. Yuki (Tsunoda, ndr) ha avuto un guasto che la squadra non ha rilevato immediatamente che lo ha costretto a fermarsi in pista. Suggerire qualcosa di diverso è offensivo e decisamente scorretto”.

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