La rivoluzione in casa Ferrari sta per iniziare. Il 9 gennaio sarà a tutti gli effetti il primo giorno di Frédéric Vasseur come nuovo team principal del Cavallino Rampante, ma di fatto il suo lavoro è già incominciato. In pista e fuori ci sono da subito tante decisioni difficile da prendere, che possono cambiare il corso non solo della Scuderia, ma anche di tutta la Formula 1.
Ferrari, il prossimo direttore tecnico
Come ben noto, nei suoi quattro anni da team principal Mattia Binotto ha mantenuto anche l’incarico di direttore tecnico, che già ricopriva dal 2016 quando c’era Maurizio Arrivabene sul ponte di comando. Adesso la nuova gestione Vasseur dovrà iniziare con la nomina di una nuova figura chiave dal punto di vista del progetto e dello sviluppo della vettura. Per non avere più la gestione orizzontale voluta da Binotto.
Come riportato dal Corriere dello Sport, il prescelto dovrebbe essere Enrico Cardile. L’ingegnere, in Ferrari dal 2005, è per ora il responsabile del telaio. Con Enrico Gualtieri al vertice delle power unit, David Sanchez dell’aerodinamica ed Enrico Racca della logistica. Una gestione che dovrebbe tornare ad avere presto uno solo al vertice della piramide, con Cardile favorito. Anche su Simone Resta, ora in forza alla Haas.
Ferrari, la questione power unit
Se la scelta del direttore tecnico è un problema che riguarda solo la Ferrari, c’è adesso un’altra questione importante da risolvere. Perché stanno già tenendo banco le nuove power unit per il 2026. La Rossa di Maranello non avrebbe infatti partecipato al meeting dello scorso 15 dicembre, dove c’erano invece Mercedes, Renault, Honda e Red Bull Powertrains. La Ferrari non era presente. Ma c’è qualcosa in più.
Secondo RacingNews365, infatti da Maranello non sarebbe ancora arrivata l’intenzione ufficiale di partecipare da motorista al Mondiale 2026. Alla Ferrari non va giù la presenza di Honda e Red Bull Powertrains. Perché non si capisce se saranno due entità diverse o se continueranno a collaborare sui motori. La Red Bull avrebbe grossi vantaggi economici, se venisse considerata come nuovo costruttore.
Ferrari, le prossime mosse
La questione power unit non è andata affatto giù alla Ferrari, che a novembre non ha firmato il verbale della riunione dei motoristi e poi appunto non è stata invitata al meeting di dicembre. Il ritorno della Honda e la posizione della Red Bull non convincono Maranello, che non vuole concedere ulteriori concessioni ai campioni del mondo in carica. Dopo la vicenda budget cap, il rapporto tra le parti è ai minimi storici.
Il presidente John Elkann e l’amministratore delegato Benedetto Vigna potrebbero decidere di far valere il diritto di veto che ha la Ferrari per la propria storia in Formula 1 e bloccare del tutto la questione. Da Maranello non si vuole arrivare al muro contro muro, ma magari è già tornata a essere da sola contro tutte le altre squadre del Circus iridato come ai tempi del ‘Drake’ Enzo Ferrari con i team inglesi.