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F1, Leclerc e la "bestia": a Melbourne la gara migliore della carriera

Il monegasco ha dominato in lungo e in largo all'Albert Park, confermando uno stato di forma eccezionale e un feeling da brividi con la F1-75

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Dopo appena tre gare corse nel mondiale di F1 già mancano i giusti aggettivi per descrivere il lavoro che Charles Leclerc sta portando avanti con la sua Ferrari F1-75. A correre in soccorso, dunque, è proprio il pilota monegasco che ha definito “bestia” la sua monoposto, un vero e proprio animale domato alla grande nel GP d’Australia dal 24enne che continua a guardare tutti dall’alto del primo posto in classifica piloti.

Il “predestinato”, soprannominato così dopo i primi successi in Ferrari negli scorsi anni, ha dimostrato ancora una volta l’incredibile stato di forma alla guida della monoposto del Cavallino Rampante, che una volta spenti i semafori all’Albert Park e partita la gara ha lasciato agli avversari solo la polvere alzata dalla numero 16. Piedi per terra sì, ma il GP di Imola tra due settimane può essere un crocevia importantissimo per la stagione di Leclerc e della Ferrari, che possono e devono cominciare a sognare in grande.

Leclerc, una domenica alla guida della “bestia”

Riguardando la tre giorni in terra australiana, tutto si poteva pronosticare tranne l’impatto da urlo avuto in gara da Leclerc. Il monegasco, infatti, nella giornata di venerdì sembrava essere un pelo indietro rispetto alle Red Bull e al compagno di box Sainz, con un guizzo solo in FP2 e un passo gara e qualifica da sistemare. Sabato, dal Q1 al Q3, è stato un altro Leclerc, che ha saputo avere la meglio sulla RB18 di Verstappen per una manciata di decimi.

Il capolavoro è però racchiuso nei 58 giri condotti sempre in testa dal monegasco, con una partenza da applausi e una conduzione di gara perfetta. Anche quando le Red Bull si sono fatte sotto, il pilota Ferrari è rimasto calmo e non si è mai scomposto, segno di una maturità raggiunta sulla sua monoposto che Leclerc conosce alla perfezione. Alla seconda Safety car, quella dovuta all’incidente accorso a Vettel, il vero gioco di prestigio del numero 16 del team di Maranello, col sottosterzo battuto dalla fame di vincere.

Nonostante Verstappen a inseguire, Leclerc non si è curato dell’olandese girando con ritmi forsennati e raccogliendo giri veloci all’Albert Park, portandosi addirittura a una distanza consistente dall’iridato della Red Bull. Al ritiro di Max è stata poi una passerella verso la vittoria per Leclerc, che alla bandiera a scacchi ha dato 20 secondi a Perez.

Ferrari, il segreto del successo

Ma qual è il vero segreto di questa Ferrari? Oltre al talento di Leclerc, e quello ancora inespresso in toto da Carlos Sainz, la Rossa ha qualcosa in più rispetto alle altre monoposto in pista e Mattia Binotto lo sa bene. Il team principal del Cavallino lavora a testa bassa a Maranello e non vuole sentir parlare di titolo Mondiale, ma guardando le prestazioni nelle prime tre gare della stagione non può di certo nascondere di essere solleticato da questa idea.

La vera differenza tra le Ferrari e le altre, a dirla tutta, è l’obiettivo fin qui raggiunto di guardare in casa propria. Binotto ha infatti sottolineato: “Restiamo concentrati su noi stessi, ogni gara è nuova sappiamo che per vincere va fatto tutto bene e questa è la mentalità con la quale ci presentiamo alle gare”.

La F1-75 è la più forte? Parola agli avversari

Se la Ferrari sorride, c’è però sempre un’altra scuderia a mettere il broncio per l’ennesimo weekend dolce-amaro. È il caso della Red Bull, che dopo essere stata messa in riga nelle qualifiche e in gara da Leclerc, non ha potuto far altro che accontentarsi del secondo gradino del podio con Perez. Per la scuderia di Milton Keynes sarebbe potuta essere doppietta se Verstappen non avesse subito ancora una volta dei problemi tecnici alla sua monoposto, ma questa è un’altra storia.

Dalla casa austriaca non può che esserci malumore, ma anche l’ammissione che questa Ferrari fa un campionato a parte. Christian Horner, team principal Red Bull, ha infatti sottolineato: “Non avevamo ritmo e Charles ha corso in una categoria a sé. È frustrante non portare a casa questi punti. Charles e la sua macchina sono stati inavvicinabili, noi non abbiamo avuto il passo per sfidarli e l’avevamo visto già al venerdì, in gara si è materializzato”.

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