Concentrato sulla crisi che ha travolto la Juventus spazzando via il consiglio d’amministrazione e ponendo fine a due lustri di decenni che hanno fatto la storia del club bianconero e del calcio italiano, John Elkann sarà costretto a dividersi su diversi tavoli nei prossimi mesi, dovendo affiancare la propria attività al vertice di Exor con la gestione in prima persona dei delicati momenti che, oltre al club bianconero, attendono anche la Ferrari.
- John Elkann, la crisi della Juventus e la Ferrari del futuro
- La nuova Ferrari può ripartire da tre: le novità nell'organigramma
- Ferrari, entro fine gennaio la definizione del nuovo assetto
John Elkann, la crisi della Juventus e la Ferrari del futuro
I due colossi sportivi del gruppo sono accomunati da momenti di difficoltà comunque molto diversi tra loro. Se infatti il Cavallino ha deciso di cambiare per mancanza di risultati, ma ha una struttura solida con l’amministratore delegato Benedetto Vigna che, in sella dal giugno 2021, gode della massima fiducia dello stesso Elkann, a Torino sono venute meno le cariche più importanti, sostituite da figure tecniche il cui mandato sembra transitorio e limitato alla gestione dell’emergenza, che proprietà e tifosi si augurano il più breve possibile. Come dire che in Ferrari non ci sono preoccupazioni extra-pista e che l’unico pensiero è quello di non sbagliare la scelta delle figure cui affidare il salto di qualità.
La nuova Ferrari può ripartire da tre: le novità nell’organigramma
A proposito di Ferrari, proprio la figura di Vigna sembra destinata a prendere sempre più poteri, a partire dal possibile interim del ruolo di team principal. Questa è però solo una delle ipotesi che si stanno facendo dalle parti di Maranello, dove non si esclude una vera e propria rivoluzione dell’organigramma attraverso il ritorno di due ruoli congelati da qualche anno, quello del responsabile della comunicazione e quello di direttore tecnico. Posizione, questa, che è stata ricoperta da Jean Todt durante gli anni d’oro dell’epopea di Michael Schumacher e che potrebbe coesistere con quella del team principal: in questo caso, però, il successore di Binotto, avrebbe meno poteri rispetto a quelli avocati a sé dall’ingegnere reggiano fin dalla sua promozione nel 2019, potendosi concentrare maggiormente sulle questioni legate alla pista.
Nel dettaglio, l’idea di Elkann sarebbe quella di replicare la struttura vincente della Red Bull, dove al di sotto di un “grande capo” ci sono appunto un dg e il classico team principal.
Ferrari, entro fine gennaio la definizione del nuovo assetto
In questo senso lo stesso Vigna, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano, si è lasciato andare ad una citazione dotta (“Panta rei, tutto scorre”) con la quale l’ad della Rossa ha anticipato tempi medio-lunghi per la scelta del successore di Binotto, segnale chiaro di come la ferma volontà e quella di Elkann sia quella di non sbagliare nella definizione dell’organizzazione dell’assetto futuro e della suddivisione delle responsabilità.
Con il nome di Frederic Vasseur che resta in cima alla lista dei candidati come team principal, senza trascurare le piste italiane che portano a grandi ex come Aldo Costa e Simone Resta, per l’ufficio stampa l’idea sarebbe quella di puntare su un profilo interno, mentre non ci sono certezze circa la figura di direttore tecnico.
Quanto alle tempistiche, la volontà è quella di chiudere la partita delle nomine entro la fine di gennaio prima che il Consiglio di Amministrazione di febbraio ratifichi l’inizio ufficiale della nuova era.