Un tempo i giorni del condor erano quelli dell’ultimo giorno di calcio mercato. Solitamente è in quelle ore che Adriano Galliani passava all’attacco mettendo a segno qualche colpo di prestigio in entrata, possibilmente low cost. Oggi però il vice-presidente nonché amministratore delegato del Monza ha deciso di scatenarsi su altri fronti, avviando una battaglia con le grandi del campionato italiano. Il motivo? La volontà di Milan, Inter, Juve e Roma di ridurre la Serie A a 18 squadre.
- Da 20 a 18 squadre: Galliani non è d'accordo
- Così parlò l'ad del Monza
- Dal Milan al Monza: il pensiero del dirigente
Da 20 a 18 squadre: Galliani non è d’accordo
Da anni sentiamo parlare della necessità di ridurre il numero di partite e parallelamente alzarne anche la qualità riducendo il numero di squadre dalle attuali 20 a 18. Chi non è d’accordo con questa mossa, caldeggiata dalle grandi del calcio italiano, è Adriano Galliani che ne ha parlato nel corso delle audizioni davanti alla Commissione Cultura e istruzione del Senato sulle “Prospettive di riforma del calcio italiano”. L’attuale ad del Monza ha tirato in ballo anche Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio.
Così parlò l’ad del Monza
Queste sono state le pepate dichiarazioni di Galliani contro le big: “Condivido integralmente la relazione del presidente Gravina. Bisogna pensare che cosa fare. I contrasti interni al sistema nascono e si acuiscono quando quattro big, Milan, Inter, Juventus e Roma, hanno pensato che attraverso l’abolizione del diritto di intesa tra Federazione e Lega si potesse cambiare il formato della Serie A da 20 a 18. Quindi nella maggioranza dei club è nata la convinzione, poi rivelatasi errata, che il presidente federale fosse d’accordo con questa posizione“.
Dal Milan al Monza: il pensiero del dirigente
Qualcuno potrebbe maliziare un cambio di atteggiamento da parte di Galliani che un tempo – neanche troppo lontano – stava dall’altra parte della barricata. Ma l’esperto dirigente risponde così: “Io non posso fare domande, sono il legale rappresentante di una squadra di Serie A e dunque faccio fatica a essere imparziale. Se fossi stato ancor al Milan? Avrei tentato una manovra meno rozza, mi sarei mosso in modo diverso. Si può passare anche da 20 a 18 squadre, ma con risorse e percentuali di ricavi a chi retrocede. In questo momento si sta creando un divario incredibile tra le prime in Italia, che fatturano 500 milioni, e le ultime che fatturano 50 milioni. In passato non era così“.