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Gallinari aspetta ancora una chiamata in NBA. "Voglio la 17esima stagione nella lega". E i Knicks ci pensano

La 36enne ala azzurra, svincolata, non pensa alla serie A con Olimpia o Sassari ma vuol restare negli States dopo l'ultima esperienza a Milwaukee

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non c’è ancora un contratto pronto da firmare, ma la speranza è l’ultima a morire. Un po’ come il desiderio che Danilo Gallinari di proseguire l’avventura nel dorato mondo NBA, del quale fa parte ormai da 16 anni, da quell’estate del 2008 nella quale i New York Knicks lo selezionarono con la sesta scelta assoluta. Ma se dovessero diventare 17 le stagioni oltre oceano, allora ecco che il Gallo entrerebbe in un club veramente esclusivo, dove longevità e talento vanno a braccetto.

Il club dei “17enni”: solo 80 giocatori longevi in NBA

Il 36enne di Graffignana, nonché figlio di Vittorio (è sempre bene rimarcarlo, specie in tempi in cui il binomio padre-figlio è tornato decisamente d’attualità nel mondo NBA, come insegna la famiglia James…), va a caccia di un contratto per diventare l’81esimo giocatore di sempre a giocare nella lega più famosa al mondo per almeno 17 stagioni. “Sarebbe un grande onore per me poter entrare a far parte di questo novero davvero particolare e ambito”, ha spiegato a Sky Sport.

“Se penso che soltanto 80 atleti hanno avuto la capacità di giocare per 17 o più stagioni in NBA mi dico che ho fatto davvero un gran bel lavoro, oltre che tanta strada”. La media delle stagioni trascorse da un giocatore in NBA è di soli 5 anni, pertanto Danilo sa di cosa sta parlando.

“C’è un ricambio sempre molto veloce, spesso non si riesce a trovare il modo per ambientarsi e si viene subito rispediti da un’altra parte. Da un lato c’è la bravura, dall’altro però c’è la consapevolezza di sapersi comportare nella maniera giusta, cercando di capire in fretta qual è il proprio ruolo all’interno di ogni gruppo squadra. E anche se a volte i ruoli che vengono assegnati non sono quelli desiderati, ciò che conta è andare sempre oltre”.

L’ultima stagione: tre squadre e tante delusioni

Nel futuro a breve scadenza di Gallinari ci potrebbe essere una chiamata da una delle 30 franchigie NBA. Tanto che la prospettiva di tornare da quest’altra parte dell’oceano per ora non sembra entusiasmarlo, dopo che s’era parlato nei mesi scorsi di un approccio piuttosto deciso con Milano (la squadra dove ha mosso i primi passi a metà del primo decennio). “Quello che vorrei adesso è trovare un contratto per giocare la mia 17esima stagione nella lega. So che sarà difficile, ma penso che valga la pena aspettare”.

Nella passata annata il Gallo ha cominciato a Washington per poi spostarsi a Detroit e finire infine a Milwaukee, dove per la prima volta in carriera cullava serie ambizioni di titolo (avrebbe potuto giocarsele anche a Boston la stagione precedente, ma i Celtics non l’hanno mai fatto esordire, causa infortunio, e l’hanno scambiato l’estate successiva senza troppi complimenti).

Ai Bucks ha accettato un ruolo da veterano per provare a portare energia e punti nelle mani dalla panchina, ed è quello che potrebbe servire a qualche contender strada facendo. Probabile però che l’attesa possa rivelarsi un po’ più lunga del previsto, col Gallo che nel frattempo dovrà cercare di evitare di farsi sopraffare dalla voglia di tornare in campo, anche se fosse in Europa.

I Knicks sullo sfondo: sogno o suggestione?

Sul futuro più a lunga scadenza, Gallinari le idee è sembrato avercele già piuttosto chiare: “Allenare non fa per me, per quello c’è mio fratello Federico, che è nel coaching staff di Detroit. Io penso che potrei fare il dirigente, perché no, anche in NBA, ma adesso mi sento ancora giocatore e voglio pensare solo a trovare una squadra alla quale poter dare il mio contributo”.

Nelle scorse settimane si era vociferato di un interesse marcato dei Miami Heat, adesso si parla di un possibile ritorno ai Knicks, a caccia di un backup per Karl-Anthony Towns nel ruolo di lungo. Di sicuro c’è che Danilo ha detto di no a mezza Europa, convinto di avere ancora qualcosa da dire dall’altra parte dell’oceano. E tutto sommato un’eventuale chiusura a NY, la squadra che per primo in America ce l’ha portato, sarebbe la perfetta chiusura del cerchio.

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