Rischiava davvero la serie D il Milan come ha pomposamente detto il Ceo rossonero Ivan Gazidis? Ha ragione lui o la replica di Berlusconi era fondata? La società poteva davvero fallire se non fosse intervenuto il fondo Elliott a salvarla? Un quesito che agita in questi giorni – di per sè convulsi dopo l’esonero di Giampaolo e l’arrivo di Pioli – l’intero universo rossonero.
LA POLEMICA – Mentre il popolo milanista si divide tra nostalgici e confusi, e dopo l’intervento di Galliani, a provare a fare chiarezza sulla vicenda ecco un articolo di Panorama in cui Giovanni Capuano – analizzando le carte del closing – tenta di sgombrare ogni equivoco.
L’ANALISI – Secondo Panorama l’analisi delle carte di quel periodo dice che la sopravvivenza del club non è mai stata in dubbio, anche perché era nella natura dell’accordo di finanziamento da parte di Elliott che in caso di insolvenza, del Milan o di Yonghong Li, il fondo sarebbe subentrato garantendo la continuità aziendale.
IL RISCHIO – Secondo le risultanze la società rossonera non rischiò mai intermini concreti di non poter ottenere la licenza per l’iscrizione al campionato successivo, nè in Federcalcio si ebbe mai la sensazione che il Milan potesse ‘saltare’. Tracce della vicenda si trovano nel lungo carteggio intercorso con la Uefa sulla strada del voluntary e del settlement agreement poi negati.
LE CARTE – Nella carte del confronto a Losanna davanti al Tas, dove il Milan si presenta nel luglio 2018 il club e la sua proprietà affermano l’insussistenza di problemi di continuità aziendale su cui si basava la decisione dell’Uefa di escludere i rossoneri dall’Europa. “Non ci sono rischi che il Milan non possa avere continuità aziendale”, così il Tas descrive la posizione del club (e della sua proprietà) nell’appello a Losanna.
LO SCENARIO – Capuano analizza dettagliatamente i carteggi e scrive anche che nelle motivazioni della sentenza Uefa di esclusione dall’Europa (datata 19 giugno 2018) c’è traccia della lettera spedita il 12 marzo 2018 nella quale Project Redbalck, veicolo usato da Singer per finanziare Yonghong Li, annunciava agli ispettori Uefa la volontà di coprire eventuali aumenti di capitale intervenendo in surroga al misterioso cinese. La conclusione però è che chi in quei mesi aveva accesso ai conti e alle carte del Milan aveva chiaro il quadro: la sopravvivenza della società sarebbe stata comunque in qualsiasi scenario. Anche quello, poi verificatosi, del default di Yonghong Li.
LA SITUAZIONE – In pratica, al di là delle parole di Gazidis, il Milan non ha mai rischiato veramente di non potersi iscrivere al campionato di serie A.