Se il Milan è lì, in questo momento, lo deve anche a lui. Ma al di là del calcio sono stati mesi delicati per Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan che ha guidato i rossoneri alla rinascita dopo anni difficili.
Chiuso il ciclo di cure a cui si è sottoposto all’estero dopo aver scoperto di avere un carcinoma alla gola, è tornato a Milano, con grande attenzione rivolta ai progetti che ha portato avanti dal suo insediamento. “Ho imparato una lezione semplice, utile a tutti: dobbiamo avere cura di noi. Mi sentivo immortale: mi sentivo in salute, ma era solo apparenza. Ora so di essere vulnerabile, ma paradossalmente sono ancora più forte e do ancor più valore alle cose che contano. In questi casi si ridefiniscono le priorità: le mie sono la famiglia e il Milan”.
Intervenuto a Sportweek, Gazidis ha parlato del presente e del futuro della società rossonera, strettamente legato al concetto di “eleganza”. “C’è uno stile di comportamento che si associa al Milan e direi che si può sintetizzare con la parola eleganza. La volontà di guardare avanti, oltre i confini del calcio, di avere una prospettiva. Ecco: inclusione, eleganza di comportamento e prospettiva dovrebbero ispirare tutto ciò che facciamo”.
Tra i temi affrontati nella lunga intervista focus sul destino dello stadio San Siro e su quello del nuovo stadio pronto a ospitare il Milan. “Solo la nebbia può cancellare San Siro? Capisco benissimo i tifosi e vi assicuro che abbiamo investito tempo e denaro per provare a ricostruire sullo stesso stadio di San Siro, ma c’erano ostacoli insuperabili e il nuovo edificio sarebbe stato completamente diverso da quello attuale. Credo molto nel valore della memoria, ma credo che un grande club abbia la responsabilità di lavorare per creare nuovi ricordi memorabili. Dobbiamo pensare alle generazioni future”.