Si chiamava Luigi solo per l’anagrafe. Per tutti era, e sarà per sempre, Gigi Riva, per i tifosi del Cagliari “Giggirriva”. Mitico centravanti dello squadrone rossoblù capace di conquistare uno storico scudetto nel 1970, ma anche della nazionale italiana campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo due anni dopo in Messico. Uno degli attaccanti più forti di sempre, un bomber dalla potenza devastante con un tiro micidiale, un ottimo stacco di testa e una propensione alle giocate acrobatiche testimoniata dai gol, tanti, realizzati in tutti i modi possibili. Una forza della natura. Non a caso, il grande Gianni Brera lo avrebbe soprannominato “Rombo di Tuono”. Si è spento all’età di 79 anni, il 22 gennaio 2024 per un malore che lo ha colto in casa e, dopo poche ore, non gli ha lasciato scampo in ospedale a Cagliari.
- Gigi Riva: l'infanzia in povertà e le fughe dal collegio
- Gli inizi tra il Laveno Mombello e il Legnano
- L'approdo al Cagliari e il miracolo scudetto
- Gigi Riva in nazionale: primo in Europa, secondo al mondo
- Bandiera del Cagliari: tutti i no alle grandi
- Gigi Riva dietro la scrivania: dirigente del Cagliari
- Team manager della nazionale italiana
- Gigi Riva, presenze e reti col Cagliari e l'Italia
- Tutti i trofei vinti
Gigi Riva: l’infanzia in povertà e le fughe dal collegio
Nato a Leggiuno, in provincia di Varese, il 7 novembre 1944, Riva cresce tra mille ristrettezze. A nove anni rimane orfano di padre: papà Ugo è vittima di un incidente sul lavoro in fabbrica, tocca a mamma Edis industriarsi per la famiglia lavorando in filanda e facendo pulizie. Gigi cresce in un collegio religioso, dove gli viene impartita un’educazione austera e molto rigida. Più volte racconterà di aver tentato la fuga in diverse circostanze: non gli andavano giù le umiliazioni riservategli perché povero, tra cui quella di dover necessariamente pregare altrimenti non gli avrebbero dato il pane. Dopo qualche anno muore anche la mamma: è la sorella maggiore Fausta, di sei anni più grande, a prendersi cura di lui.
Gli inizi tra il Laveno Mombello e il Legnano
Le partite a calcio sono l’unica gioia del piccolo Gigi, che diventa subito una stellina nella sua Leggiuno. Lo notano i dirigenti del Laveno Mombello, che lo chiamano nel loro settore giovanile. Riva mette a segno 66 reti in due anni, guadagnandosi il soprannome di Ul furzelina, “Il forchetta”. Nel 1962 passa al Legnano, squadra di serie C, con cui mette a segno cinque reti in 22 gare, passando stabilmente dalle giovanili alla prima squadra.
L’approdo al Cagliari e il miracolo scudetto
È proprio a Legnano, durante una doppia trasferta, che lo notano Arturo Silvestri e Andrea Arrica, rispettivamente allenatore e vicepresidente del Cagliari. Il club sardo mette sul tavolo 37 milioni di lire, riuscendo a battere la concorrenza del Bologna. Gigi inizialmente non è entusiasta della destinazione: si ricrederà. Il primo anno segna otto gol e il Cagliari ottiene la promozione, si ripete in massima serie contribuendo alla salvezza della squadra. In pochi anni diventa uno degli attaccanti più prolifici e temuti del campionato, tanto da guadagnarsi la chiamata in nazionale e da laurearsi capocannoniere nella stagione 1966-67 con 18 reti. Si ripete nel 1968-69 (20) e soprattutto nel 1969-70 (21), la stagione del primo, unico e miracoloso scudetto della storia rossoblu, vinto dall’undici guidato dall’allenatore-filosofo Manlio Scopigno. I dubbi di qualche anno prima sono completamente accantonati: Riva ora è il simbolo del Cagliari e della Sardegna, l’isola dove rimarrà a vivere per tutta la vita, da cui non si separerà più.
Gigi Riva in nazionale: primo in Europa, secondo al mondo
I successi con la squadra di club viaggiano di pari passo con quelli nella nazionale azzurra, in cui aveva esordito il 27 giugno 1965 nell’amichevole di Budapest contro l’Ungheria. Nel 1968 è lui a sbloccare il risultato nella ripetizione della finale degli Europei, all’Olimpico, chiusa sul 2-0 dagli azzurri sulla Jugoslavia: l’Italia è campione d’Europa, di nuovo vincente in un grande torneo internazionale trent’anni dopo il trionfo mondiale in Francia. E proprio al Mondiale del 1970 Riva si consacra. Rombo di Tuono è tra i grandi protagonisti della spedizione messicana. Dopo una prima fase senza reti, si sblocca nel quarto di finale di Toluca contro il Messico realizzando una doppietta, poi segna un gran gol di sinistro nella “partita del secolo”, la semifinale dell’Azteca contro la Germania Ovest. In finale, però, non c’è storia contro il grande Brasile. In nazionale Riva metterà a segno 35 reti, più di ogni altro azzurro nella storia. La sua ultima partita l’1-1 con l‘Argentina, durante gli sfortunati Mondiali tedeschi del 1974.
Bandiera del Cagliari: tutti i no alle grandi
Punto di forza del Cagliari, formidabile anche con la maglia della nazionale. Uno come Riva fa gola a tutti. Lo cercano a più riprese le big del nord, dalla Juventus all‘Inter, al Milan. Lo vuole il Napoli di Fiore, che dopo Sivori e Altafini insegue un altro fuoriclasse. Ci pensano la Fiorentina, la Roma, tutte le squadre di vertice. Ma Riva rimane in Sardegna fino alla fine della sua carriera, dice di no a tutti. Molti anni dopo, in un’intervista a Repubblica, spiegherà: “Nella vita ero passato da un pianto all’altro. Qui tutto mi sembrava meno doloroso. Per forza ho rifiutato tre trasferimenti”. Per evitare “tentazioni” si scomoda persino il bandito Graziano Mesina, che una volta riesce a incontrarlo e lo supplica di non lasciare Cagliari. Non ce ne sarebbe stato bisogno, Riva ormai da Cagliari non intende staccarsi più. Il grande attaccante deve appendere comunque le scarpette al chiodo nel 1976, a 32 anni, dopo uno strappo all’adduttore della coscia destra rimediato dopo uno scontro col difensore del Milan, Aldo Bet, in una partita giocata il primo di febbraio. Senza di lui, il Cagliari retrocede malinconicamente in serie B.
Gigi Riva dietro la scrivania: dirigente del Cagliari
Appena chiusa la carriera da calciatore, Riva intraprende quella da dirigente proprio nel club rossoblu che nel 1979 torna in serie A grazie anche alla sua opera di mediazione con la proprietà, che intende cedere tutti i big. I rossoblu nei primi anni ’80 rimangono stabilmente in massima serie, prima di una nuova, dolorosa retrocessione nel 1983. Due anni dopo Riva assume la presidenza del club, per poi dimettersi alla fine del 1986, con la squadra mestamente proiettata verso la serie C, ma capace comunque di raggiungere le semifinali di Coppa Italia, eliminando la Juve di Platini e inchinandosi soltanto al Napoli di Maradona, neo campione d’Italia.
Team manager della nazionale italiana
Appena separatosi dal Cagliari, Riva entra nello staff della nazionale italiana prima come dirigente di raccordo con la Figc, poi come team manager della nazionale. Ricoprirà questo ruolo dal 1990 al 2013, dal Mondiale italiano alla Confederations Cup in Brasile, accompagnando gli azzurri tra trionfi e delusioni. I maledetti rigori del ’90, del ’94 e del ’98, la finale quasi vinta e poi persa con la Francia a Euro 2000, lo psicodramma Moreno in Corea nel 2002 e la notte magica di Berlino nel 2006, fino alla nuova finale europea con Prandelli, Cassano e Balotelli nel 2012. Adesso vive nella “sua” Cagliari, di cui è diventato ufficialmente cittadino onorario nel 2005: nel 2019 è ritornato a essere presidente onorario del club rossoblu. I figli Mauro e Nicola lo hanno reso nonno di cinque nipoti.
Gigi Riva, presenze e reti col Cagliari e l’Italia
Gigi Riva ha giocato a livello professionistico dal 1962 al 1976, totalizzando 441 presenze e mettendo a segno 247 gol.
Presenze e reti col Legnano:
- 1962-63 (Serie C): 22 presenze, 5 gol
Presenze e reti col Cagliari:
- 1963-64 (Serie B): 26 presenze, 8 gol
- 1964-76 (Serie A): 289 presenze, 156 gol
- 1963-76 (Coppa Italia): 42 presenze, 33 gol
- 1969-72 (coppe europee): 6 presenze, 4 gol
- 1966-71 (altre coppe): 14 presenze, 6 gol
Presenze e reti nella nazionale italiana:
- 1965-74: 42 presenze, 35 gol
Tutti i trofei vinti
Pochi ma buoni i titoli conquistati da Riva a livello di squadra. L’attaccante vanta anche una serie di prestigiosi riconoscimenti a livello individuale.
I titoli vinti:
- 1 scudetto (Cagliari 1969-70)
- 1 campionato d’Europa (1968)
I riconoscimenti individuali:
- 3 Capocannoniere della serie A (1966-67, 1968-69, 1969-70)
- 3 Capocannoniere della Coppa Italia (1964-65, 1968-69, 1972-73)
Tutti i record stabiliti in carriera:
Ecco invece la lista dei primati stabiliti in carriera da Rombo di Tuono:
- miglior marcatore di sempre della nazionale italiana (35 gol in 42 apparizioni)
- miglior marcatore di sempre del Cagliari (208 gol in 377 apparizioni)
- miglior marcatore della storia del Cagliari in serie A (156 gol in 289 apparizioni)
- miglior marcatore europeo della storia del Cagliari, ex aequo con Luis Oliveira (4 gol in 6 apparizioni)