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Giro d'Italia, tappa 4: Ganna ci prova, ma alla fine la volata premia un favoloso Milan (grazie a Consonni)

Finale scoppiettante a Fossano: Pogacar porta via Thomas e prova ad anticipare il gruppo, che riprende i 2 fuggitivi soltanto a 250 metri dall'arrivo

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Una volta si può sbagliare, due no: Jonathan Milan conquista la prima vittoria nell’edizione numero 107 del Giro d’Italia, imponendosi in uno sprint regale sul traguardo di Andora, sfruttando un lavoro davvero eccellente da parte di Simone Consonni e in generale di tutta la Lidl Trek. Nulla hanno potuto gli avversari, con Tim Merlier che s’è piantato ai -50 dall’arrivo, favorendo la rimonta per la seconda piazza di Kaden Groves e di Phil Bauhaus, terzo di giornata. Anche Ballerini (sesto) Zanoncello (ottavo) e Lonardi in top ten: sprazzi d’azzurro nel cielo di Andora.

Giro d’Italia, 4a tappa: Ganna ci prova, ma Milan ha l’ultima parola

Il tutto in coda a una tappa stranamente condizionata dalla pioggia e dalla nebbia nella prima parte, tanto che in alcuni casi non c’è stato modo neppure di seguire le fasi della corsa con i mezzi delle riprese televisive. Una fuga di 4 uomini, di cui ha fatto inizialmente parte anche Filippo Ganna (che poi s’è rialzato, forse consigliato a non prendere eccessivi rischi) ha movimentato la prima parte della corsa, con i soli Munoz e de Bod che hanno provato a restare fuori sino alla linea del traguardo, ripresi quando mancavano una decina di chilometri da Andora.

Ancora una volta c’hanno pensato un paio di cadute a rendere più accidentata la tappa: ne ha fatto le spese soprattutto Biniam Girmay, costretto ad alzare bandiera bianca e a salire sull’ammiraglia (ieri aveva chiuso al terzo posto: oggi avrebbe avuto buone chance di battagliare per la vittoria). Nel finale, a tentare il colpaccio è stato proprio Ganna, scattato sulle prime rampe di Capo Mele, dove è transitato con una manciata di secondi sul gruppo. Anche in discesa il crono man della Ineos ha provato a resistere, ma appena dentro l’ultimo chilometro s’è dovuto arrendere al ritorno del gruppo.

A quel punto è stato Consonni a prendere in mano le redini della corsa: ha pilotato magistralmente Milan, che ha lanciato una volata lunghissima resistendo però a tutti gli attacchi. Per una volta (come aveva chiesto simpaticamente Thomas via social) Pogacar è rimasto a guardare.

Giro d’Italia, tappa 4: ordine d’arrivo e classifica

L’ordine d’arrivo della quarta tappa del Giro:

  1. Milan (Ita) in 4h16’03”
  2. Groves (Aus) s.t.
  3. Bauhaus (Ger) s.t.
  4. Kooij (Ola) s.t.
  5. Merlier (Bel) s.t.
  6. Ballerini (Ita) s.t.
  7. Gaviria (Col) s.t.
  8. Zanoncello (Ita) s.t.
  9. Mihkels (Est) s.t.
  10. Lonardi (Ita) s.t.

Questi i primi 5 in classifica generale (qui la classifica completa):

  1. Pogacar (Slo) in 15h19’05”
  2. Thomas (Gbr) a 46”
  3. Martinez (Col) a 47”
  4. Uijtdebroeks (Bel) a 55”
  5. Rubio (Col) a 56”

Tappa 4, Acqui Terme-Andora: pagelle

  • CONSONNI 10: giusto tributare il merito maggiore a colui che è stato l’artefice della volata perfetta di Jonathan Milan. Consonni è stato perfetto nel portare il compagno di squadra nella posizione giusta in fondo alla discesa di Capo Mele, portando ai -300 in carrozza. Una vittoria di squadra.
  • MILAN 10: memore dell’errore di strategia del giorno precedente, il velocista friulano si prende subito la rivincita regolando gli altri velocisti con una volata imperiale. Ha sprigionato watt con una facilità disarmante, mettendo tra se e il resto del gruppo un separé incolmabile. Ad oggi è (forse) lo sprinter più forte al mondo.
  • GROVES 8: alla fine l’australiano ha chiuso secondo, riuscendo a venir fuori negli ultimi 150 metri al centro della carreggiata. Forse gli è mancato qualcosna negli ultimi 20 metri, ma il secondo posto non è da disprezzare e conferma la sua attitudine ad essere un calibro da 90.
  • GANNA 8: c’ha provato Top Ganna, che a inizio tappa ha provato la gamba andando in fuga per qualche chilometro, salvo poi tentare l’allungo sul Capo Mele. Risultato? Lui più di così non avrebbe potuto fare, ma c’erano troppe ruote veloci da sfamare e il gruppo l’ha ripreso quando la strada è spianata.
  • BAUHAUS 7: si butta nella mischia, resta un po’ schiacciato verso le transenne, ma alla fine dimostra di avere un gran colpo di pedale e chiude terzo, senza nemmeno poter accampare troppi rimpianti.
  • EWAN 4,5: chi l’ha visti? L’arrivo si prestava a possibili colpi di mano, e lui in una volata così avrebbe dovuto dire la sua. Invece ancora una volta è assente ingiustificato: non trova proprio il modo di incidere.
  • JAKOBSEN 4,5: un altro che avrebbe dovuto giocarsi la vittoria di giornata, sprofondato invece già sulla salita di Mollegno, dove si sfila in fondo al gruppo ed è costretto a inseguire per tutta la tappa. Nefasti segnali.
Fonte: Uff. stampa RCS Giro d'Italia

La gioia incontenibile di nonno Eligio per la vittoria del nipote Jonathan Milan (credit ufficio stampa RCS Giro d’Italia)

Giro d’Italia, a Lucca altro sprint (ma occhio ai fuggitivi)

Altra giornata che non dovrebbe produrre grossi scossoni tra gli uomini di classifica, quella in programma domani da Genova a Lucca. Poco meno di 180 km segnati essenzialmente da qualche GPM, ma non certo durissimo: il Passo del Bracco misura quasi 16 km, con tratti anche al 9%, ma è salita pedalabile e posta lontano dal traguardo. L’ultima asperità di giornata, il Montemagno, non pare destinata a fare troppa selezione. Non è escluso un arrivo in volata, anche se qualche avventuriero (magari con una fuga da lontano) potrebbe approfittarne.

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