Rieccoli, Pogi e Vingo. Nuovamente l’uno contro l’altro come non succedeva da quasi 11 mesi: l’ultima volta da avversari, al Tour de France, fu la solita bagarre fatta di scatti e contro scatti, di sguardi rubati e sorprese, di tattiche e ribaltoni. Da domani, sempre sulle strade di Francia, per la prima volta in questo 2025 il duello tornerà d’attualità, col Giro del Delfinato pronto a mostrarsi al mondo per quello che è veramente, cioè qualcosa in più di un semplice antipasto della corsa che tutto il globo attende. Benché tra un mese il peso specifico della maglia gialla (che è il simbolo del primato anche al Delfinato) sarà di tutt’altro valore.
- Rivali sulle strade di Francia: un'estate già rovente
- Vingegaard ci crede: "Il mio corpo risponde proprio bene"
- Pogacar senza pressioni: "Un test stimolante, ma conta il Tour"
Rivali sulle strade di Francia: un’estate già rovente
Pogacar e Vingegaard, vale la pena ricordarlo, non si sono mai piaciuti troppo. Rispettati si, ma senza troppe “smancerie”: in un’epoca in cui il fair play va per la maggiore in ogni donde, con corridori che si rivolgono complimenti vicendevoli come se piovesse, loro due sono sempre stati parchi di parole. Con Vingo che lo scorso anno fece sapere al mondo che Pogi non lo chiamò e neppure gli mandò un messaggio dopo la rovinosa caduta all’Itzulia (la famigerata quarta tappa che mise fuori gioco anche Roglic ed Evenepoel), mentre lo sloveno dal canto suo non è mai sembrato troppo tenero nei confronti del danese quando qualcuno gli ha chiesto qualche impressione sul suo grande rivale.
Insomma, non si sono mai amati e tantomeno lo faranno nei prossimi 50 giorni, quando tra le strade del Dauphiné prima e del Tour poi si daranno battaglia per davvero. Anche se arrivano da percorsi differenti: Pogacar in primavera ha corsa da padrone, sfiorando la Sanremo e mettendo in bacheca UAE Tour, Strade Bianche, Giro delle Fiandre, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi (l’ultima corsa affrontata: era il 27 aprile).
Vingegaard ha pagato dazio lo scorso 9 marzo a una caduta rovinosa alla Parigi-Nizza, con relativa commozione cerebrale, dopo aver vinto la Volta ao Algarve a fine febbraio. Da allora, rieducazione e tanto lavoro in altura, col Tour in testa.
Vingegaard ci crede: “Il mio corpo risponde proprio bene”
“Se corressi senza Pogacar non sarebbe la stessa cosa”, ha affermato Vingegaard alla vigilia del rientro in gruppo. “Spero che sia lo stesso anche per lui. Mi piace avere un rivale come Tadej, forte e competitivo al punto da spingerti sempre oltre i tuoi limiti.
Cosa mi aspetto da questo Delfinato? Difficile dirlo: lo scorso anno prima del Tour ero convinto di potermela giocare per la vittoria finale, ma chiaramente poi la strada ha detto che non ero nelle condizioni di poterlo fare. Quest’anno però mi sento in modo totalmente differente: per come reagisce il mio corpo in allenamento, ma anche per come sento il mio corpo in generale, avverto qualcosa di nuovo.
Chiaro che il mio obiettivo rimane il Tour, e sto lavorando duramente per arrivare pronto all’appuntamento. Tutti in questa fase della stagione stanno facendo passi in avanti e anch’io so che devo migliorare per farmi trovare nelle condizioni ideali per poter competere al meglio sulle strade di Francia, un po’ come mi capitò due anni fa”.
Pogacar senza pressioni: “Un test stimolante, ma conta il Tour”
Pogacar al Delfinato è debuttante, ma ha già capito l’aria che tira. “Il livello qui è altissimo, al pari del Tour”, ha detto in conferenza stampa. “Io sono sereno: vengo da un buon periodo di lavoro in altura, non devo caricarmi di eccessive pressioni. Anche se non dovessi vincere, non succederebbe nulla. Se ci fate caso, raramente chi ha vinto il Delfinato poi si è ripetuto al Tour, ma chi ne è uscito con una condizione in crescita poi ha sempre saputo sfruttare la cosa a proprio favore proprio al Tour”.
A detta dello sloveno, la marcia d’avvicinamento agli appuntamenti estivi è stata decisamente incoraggiante. “Non ho avuto problemi, mi sono allenato bene e con qualità, e questa è la cosa migliore che potessi auspicare. È stata una preparazione un po’ diversa dal solito, ma i dati sono positivi. Qui troverò avversari molto agguerriti: Vingegaard è in grande forma, quindi me lo aspetto protagonista. Ma oltre a lui c’è Remco, ci sono altri corridori che in salita vanno forte, quindi è bene monitorare con attenzione quello che succederà in gruppo”.
E non manca una chiosa finale dedicata al Giro: “A me è piaciuto, ha dato tanti spunti e quindi m’è servito per attingere nuovi insegnamenti. Mi sono divertito nel vederlo perché ogni tappa succedeva qualcosa e alla fine il ribaltone è arrivato quasi inatteso all’ultima tappa alpina”.