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Gran Piemonte, Powless parte da lontano e beffa i velocisti: l'americano trionfa dopo 43 chilometri di fuga

Vittoria di prestigio per l'americano Powless, che scatta ai -43 dall'arrivo e trova le forze negli ultimi 10 km per resistere al ritorno del gruppo, arrivato a soli 7 secondi

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

C’è un americano che ha messo tutti nel sacco: Nelson Powless ha vinto l’edizione numero 108 del Gran Piemonte, l’ultima corsa in preparazione al Giro di Lombardia che sabato chiuderà il programma delle classiche monumento (e più in generale della stagione delle grandi corse, prima delle passerelle in Cina e Giappone). Una vittoria per niente scontata per l’alfiere della EF Education EasyPost, che aveva mostrato una certa sicurezza nei propri mezzi alla vigilia, ma che s’è inventato davvero un numero notevole per riuscire a piazzare l’acuto e beffare le ruote veloci del gruppo, che ha evidentemente sbagliato i calcoli e s’è visto beffato per una manciata di secondi.

Tempismo e resistenza: Powless, che numero!

Ne ha contati 7 di vantaggio quando ha tagliato il traguardo, l’impavido Powless. Che quando è uscito da un drappello di 20 corridori, con ancora una quarantina di chilometri all’arrivo, ha avuto certo un bel coraggio: in quel momento c’era anche un po’ di pioggia sulla corsa, ma lui non s’è fatto condizionare dall’asfalto scivoloso, riuscendo a guadagnare un buon margine in discesa e poi gestendo bene le forze, sfruttando anche se lue doti da ottimo crono man.

Decisiva è stata la salita della Cremosina, che ha rappresentato un perfetto trampolino di lancio per lo statunitense: solo lo spagnolo Alex Aranburu (terzo al traguardo) ha provato a fare qualcosa per evitare di farlo uscire, ma nessuno ha collaborato e nel proseguo della corsa l’eccessiva sicurezza del gruppo s’è rivelata controproducente, consentendo a Powless di accumulare fino a 40 secondi di vantaggio, poi scesi a una trentina intorno ai -10 dall’arrivo.

È stato quello il momento nel quale da dietro le squadre dei velocisti hanno provato a forzare la mano, ma senza guadagnare il tempo necessario per andare a chiudere sul fuggitivo. Che s’è ritrovato con 17 secondi di vantaggio negli ultimi 1000 metri, e a quel punto s’è potuto gustare tutta l’ebbrezza della vittoria.

Ciccone bravo e sfortunato: una caduta lo taglia fuori

Sul podio di giornata hanno trovato posto Cobin Strong, che confidava proprio in una volata per lasciare il segno, e appunto lo spagnolo Aranburu. Quarto il toscano Filippo Magli, 25enne in forza alla VF Group-Bardiani CSF-Faizané, ma in top ten posto anche per Francesco Busatto (ottavo) ed Edoardo Zambanini (nono) davanti a Matej Mohoric.

Sfortunato Giulio Ciccone, caduto ai -3 dal traguardo dopo che con un’azione potente e ben assestata aveva riportato sotto il primo gruppo inseguitore, mettendo seriamente a rischio la finalizzazione della fuga da parte di Powless. Che a questo punto si candida a un ruolo non da comprimario anche per Il Lombardia, che sabato dirà se Tadej Pogacar (che ha vinto le ultime tre edizioni) saprà emulare Fausto Coppi, unico ad aver vinto 4 edizioni di fila.

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