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Hakan Sukur: un simbolo della Turchia

Hakan Sukur simbolo del calcio turco e della Turchia, ripercorriamo la sua storia dalle imprese col Galatasaray alla politica, passando per l'Inter.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Hakan Sukur: un simbolo della Turchia Fonte: Imago Images

Hakan Sukur,una figura fondamentale nella storia del calcio turco anche se non è stato il primo calciatore turco a calcare i campi di Serie A (negli anni Cinquanta fu anticipato da figure come Sukru Gulesin e Lefter Kucukandonyadis).

Durante gli anni Novanta e i primi anni Duemila è stato la stella dellamiglior generazione della storia del suo paese, conducendolo a un’incredibile prestazione ai Mondiali. E, come se non bastasse, ha impresso per sempre il suo nome nella storia grazie a un record non facile da battere.

La sua storia va ben oltre il calcio, perché dopo essere divenuto un simbolo sportivo e sociale in Turchia, Hakan Sukur è anche entrato in politica. Un’esperienza ambiziosa ma che si è rivelata anche molto complicata e dolorosa, data la particolare situazione recente del suo paese, costringendolo a lasciare la Turchia. Scopriamo la storia del più noto e amato calciatore turco di tutti i tempi.

Hakan Sukur: la storia della sua ascesa

È nato il 29 luglio 1971 ad Adapazari, una città della Turchia nord-occidentale nota soprattutto per essere sede della prestigiosa Università di Sakarya. La famiglia di Hakan Sukur è però di origine albanese, e il suo vero cognome è Shykyr: entrambi i genitori provenivano da due minoranze albanesi della ex Jugoslavia, il padre di Pristina, nell’attuale Kosovo, e la madre di Skopje, oggi nella Macedonia del Nord.

La sua carriera è iniziata appena maggiorenne nel club della sua città, il Sakaryaspor, giocando alcune partite nella stagione 1987/1988. Si tratta di una stagione storica per il club soprannominato ‘Anadolu Gunesi’ (il Sole dell’Anatolia), perché in quell’anno conquistò il suo primo e unico trofeo, la Coppa di Turchia. È però nelle due stagioni successive che Hakan Sukur inizia a farsi notare come un buon realizzatore, e nel 1990, dopo la retrocessione della squadra, passa al Bursaspor.

Dopo una prima stagione di ambientamento, nell’annata 1991/1992 Hakan Sukur va per la prima volta in doppia cifra con le reti (10 in 34 partite) e aiuta la squadra a raggiungere la finale di Coppa di Turchia, che mancava da 18 anni. È il momento della svolta, che lo porta ad approdare nel più importante club di Istanbul, il Galatasaray. Si tratta di una squadra molto ambiziosa, che dagli anni Settanta ha iniziato a investire molto nel proprio sviluppo, prima ingaggiando diversi allenatori inglesi e poi, nel decennio successivo, tedeschi (come Jupp Derwall, ct della Germania Ovest tra il 1978 e il 1984), e che nel 1989 ha raggiunto una incredibile semifinale di Coppa dei Campioni.

Hakan Sukur alza la Coppa del Galatasaray Campione di Turchia Fonte: Imago Images

Hakan Sukur: l’esplosione e l’arrivo in Italia

In maglia numero 9, Hakan Sukur si impone subito come stella del Galatasaray e nuovo astro nascente del calcio turco. Nella squadra giallorossa di Istanbul, è il capofila di una nuova generazione di talenti emergenti, tra cui Bulent Korkmaz, Arif Erdem, Okan Buruk e Tugay Kerimoglu. In tre stagioni segna 68 gol, diventando un idolo della tifoseria e conquistando due scudetti, che al Galatasaray mancavano dal 1988. La sua fama travalica i confini della Turchia, e nell’estate del 1995 riceve un’affascinante chiamata dalla Serie A.

Ad acquistarlo, per 5 miliardi di lire, è il Torino, una delle squadre migliori del campionato italiano. Dal suo ritorno in Serie A nel 1990, il club granata ha bruciato le tappe: ha vinto una Coppa Mitropa, raggiunto il terzo posto in classifica e una finale di Coppa UEFA, e ha vinto una Coppa Italia. Hakan Sukur è chiamato a sostituire un altro centravanti lungagnone, Andrea Silenzi, ceduto trionfalmente al Nottingham Forest, e si ritrova in una squadra con giocatori importanti come Jocelyn Angloma, Ruggero Rizzitelli e Abedì Pelé. Purtroppo per il turco, il Torino vivrà una stagione molto difficile, cambiando tre allenatori e retrocedendo alla fine.

Hakan Sukur non vedrà finire quel campionato, però: non ambientatosi in Italia, a ottobre già decideva di tornare al Galatasary. Meglio per lui, perché a Istanbul era arrivato in panchina Fatih Terim, e la rosa si era arricchita di nuovi promettenti giocatori locali (Umit Davala, Hakan Unsal) e soprattutto dal terzetto rumeno composto da Adrian Ilie, Iulian Filipescu e Gheorghe Hagi.

Da qui fino alla fine del decennio, il Galatasaray apre una striscia di vittorie impressionante, diventando l’assoluto dominatore del calcio turco. Nel 2000, la squadra, trascinata dalle reti di Sukur, conquista una storica Coppa UEFA. E per il centravanti di Adapazari è pronto un nuovo ritorno in Italia, stavolta da star internazionale affermata.

Hakan Sukur all’Inter: il ritorno in Serie A

Di nuovo in Serie A, ma ora in un club con ambizioni d’alta classifica. L’Inter di Massimo Moratti, con Marcello Lippi in panchina, sta operando una rivoluzione: sono stati ceduti veterani come Peruzzi e Roberto Baggio, e sono arrivati giovani come Frey, Farinos, Vampeta e Robbie Keane. Le stelle, in attacco, sono sempre Ronaldo, Vieri e Recoba, ma Hakan Sukur viene visto come rincalzo ideale per il centravanti della nazionale italiana.

Il turco arriva con lo scetticismo dei tifosi italiani dopo la prima impalpabile esperienza al Torino, ma all’esordio in Supercoppa italiana contro la Lazio segna già la sua prima rete. Sembra l’inizio di una bellissima avventura in nerazzurro, ma in verità le cose presto si complicarono. L’Inter era una squadra messa assieme in maniera confusa sul mercato, che per di più si ritrovò a dover fare i conti con la lunga assenza per infortunio di Ronaldo.

Eliminata dall’Helsingborg nei preliminari di Champions League, sconfitta in Supercoppa e clamorosamente battuta dalla Reggina al debutto in campionato, la panchina di Lippi si trovò subito in bilico, e dopo una tremenda sfuriata in conferenza stampa contro i suoi giocatori, il tecnico venne cacciato.

Non una situazione semplice, per Hakan Sukur, che ancora una volta si ritrovava in un club pieno di problemi e incertezze, in cui non aveva tempo e modo di ambientarsi con calma. Con Tardelli in panchina, la stagione si chiuse con un anonimo quinto posto, per il turco ci furono 6 gol in 35 partite: troppo pochi per una conferma. Ma rimase in Serie A, trasferendosi al Parma. Purtroppo per lui, un’altra squadra con grossi problemi di spogliatoio ed economici: Hakan Sukur siglò 3 gol in 18 partite, contribuendo un poco alla salvezza della squadra e alla conquista della Coppa Italia. La stagione seguente la passò da comprimario al Blackburn, in Premier League, segnando 2 reti appena in 9 partite.

I successi in nazionale: Hakan Sukur e il gol più veloce dei Mondiali

La sua fama internazionale e la sua importanza per la storia del calcio sono essenzialmente legate a quanto fatto in Turchia, sia a livello di club che di nazionale. L’esperienza all’Inter e al Parma ha reso Hakan Sukur molto noto – anche se spesso con una fama negativa – presso il pubblico italiano, che tende a sottovalutare il resto della sua carriera, che è stata densa di successi. Soprattutto per quanto avvenuto nell’estate del 2002, in occasione degli storici Mondiali di Corea e Giappone, la prima edizione della Coppa del Mondo disputata in Asia.

La Turchia qualificatasi ai quei Mondiali era di fatto il frutto del lavoro che soprattutto il Galatasaray aveva fatto nei decenni precedenti: 11 dei 23 convocati dal ct Senol Gunes erano o erano stati giocatori giallorossi, e Hakan Sukur era chiaramente il nome più rappresentativo della squadra. La nazionale anatolica si presentava al torneo senza grandi aspettative: era il suo primo Mondiale dall’esordio del 1954, e veniva dal buon risultato degli Europei del 2000, in cui aveva chiuso ai quarti di finale.

Il girone si rivelò molto complesso: la Turchia perse col Brasile, pareggiò con la Costa Rica e batté la Cina, e riuscì a qualificarsi solo grazie alla miglior difesa rispetto ai caraibici. Hakan Sukur non segnò nemmeno un gol in queste prime partite, deludendo molto i tifosi.

Poi qualcosa cambiò. La Turchia acquistò fiducia, e agli ottavi eliminò i padroni di casa del Giappone. Poi, nel turno successivo, sconfisse anche la sorpresa Senegal, che aveva avuto la meglio della Francia all’esordio, e raggiunse una storica semifinale, dove però si dovette arrendere – ma solo per 1-0 – nuovamente al Brasile. Ancora niente gol per Hakan Sukur, che aveva tenuto il meglio in serbo per il gran finale: la sfida per il terzo posto con l’altra padrona di casa, la Corea del Sud.

Pronti via, e subito gol. E che gol: Hakan Sukur aveva segnato il gol più veloce di sempre ai Mondiali: 11 secondi appena! A renderlo ancora più clamoroso, il fatto che la partita era iniziata con il possesso palla coreano. I giocatori asiatici avevano avviato il match dando la palla dietro ai difensori, ma gli attaccanti turchi erano andati subito a pressare alto sul portatore di palla. Il difensore coreano sbagliò, Hakan Sukur gli strappò il pallone dai piedi appena fuori dall’area di rigore, fece giusto pochi passi, e appena dentro l’area piazzò un piattone anticipando il tackle scivolato dell’altro avversario, spedendo la palla in rete.

Un unico sigillo nel Mondiale magico della Turchia, destinato a fare la storia ma a contare anche per il risultato: la formazione anatolica s’impose per 3-2, ottenendo il terzo posto finale.

Panchina Galatasaray con Hakan Sükür Fonte: Imago Images

Hakan Sukur: la storia degli ultimi anni di carriera

Come detto, l’anno post Mondiale di Sukur fu una poco significativa esperienza in Premier League al Blackburn, dopo la quale l’attaccante turco decise di rientrare in patria. Ovviamente di nuovo al Galatasaray, che ormai era in una fase di declino dovuta all’esaurirsi della sua generazione d’oro.

Grazie al suo contributo e alla sua esperienza, il club giallorosso di Istanbul è tornato a vincere dei titoli in una fase delicata della sua storia, mettendo in bacheca due scudetti e una Coppa di Turchia. In patria, Hakan Sukur ha continuato ad avere una media realizzativa molto elevata, andando sempre in doppia cifra coi gol (con la sola eccezione della stagione 2006/2007, in cui ne segnò incredibilmente solo 4). Al suo ritiro, nel 2008, aveva realizzato 289 gol in 539 partite col Galatasaray, vivendo in pieno la miglior epoca della storia del club.

Nel corso della sua lunga carriera, conclusa all’età di quasi 37 anni, Hakan Sukur ha conquistato diversi titoli e ottenuto vari riconoscimenti, tra cui il titolo di miglior calciatore turco dei precedenti 50 anni, durante il Giubileo della UEFA del 2003. Con la nazionale ha segnato 51 gol in 112 partite, a cui vanno sommate le tante reti realizzate con i club: 329 in 715 incontri di calcio professionistico.

Hakan Sukur oggi: la politica e l’esilio

Il suo impatto sul calcio e sulla società turca è stato immenso, e alla fine Hakan Sukur ha deciso di capitalizzarlo entrando in politica. Nel 2011 si è candidato al parlamento ed è stato eletto nelle fila del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, ovvero il partito del Presidente Recep Tayyip Erdogan. L’ormai ex attaccante del Galatasaray si era candidato soprattutto in virtù della sua vicinanza a Fethullah Gulen, politico e studioso islamista moderato. Ma quando Erdogan ruppe con Gulen, nel 2013, costringendolo a fuggire negli Stati Uniti, anche Sukur si allontanò dal partito, dimettendosi dal parlamento.

Da allora, non ha mai fatto segreto di avere opinioni critiche verso il governo sempre più autoritario e repressivo di Erdogan, cosa che gli ha causato non pochi problemi con le autorità turche. Infine, nel dicembre 2015 Hakan Sukur è stato costretto a sua volta a lasciare il paese, dopo che era stato aperto un procedimento giudiziario contro di lui, a causa di presunti “insulti” rivolti al Presidente. Dopo il fallito colpo di stato in Turchia del luglio 2016, l’ex calciatore è stato accusato di terrorismo, in quanto parte del movimento di Gulen che avrebbe organizzato il golpe.

Hakan Sukur oggi ha 51 anni e vive con la sua famiglia negli Stati Uniti. Inizialmente vendeva caffè a Palo Alto, in California, mentre oggi sta a Washington e si guadagna da vivere come tassista di Uber e vendendo libri. Tutto ciò è divenuto necessario dopo che le autorità turche hanno sequestrato tutte le sue proprietà e i suoi conti bancari in patria.

Nel dicembre 2022, quando commentando i Mondiali in Qatar un telecronista della tv turca ha ricordato il record di Hakan Sukur del gol più veloce del torneo, l’emittente lo ha rimosso dalla conduzione del secondo tempo del match e licenziato il giorno dopo. Il nome di Hakan Sukur, evidentemente, crea ancora problemi a Erdogan.

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