L’attualità della Formula Uno vede la Ferrari primeggiare in entrambe le classifiche mondiali: quella piloti e quella costruttori. L’inizio della stagione per la Rossa è stato davvero esaltante, ma oltre a quanto succede in pista, si segue anche quanto proviene dal di fuori, con tanti rumors e voci di corridoio.
Alcune di queste sono legate al futuro dei calendari e delle nazioni che potranno ospitare nuovi GP dal 2023 in poi. Ad oggi vi è la necessità più volte manifestata di salvare le tappe storiche e tradizionali del Circus come ad esempio il Gp di Montecarlo, minacciate dall’ingresso di altri eventi quali Las Vegas, Cina e Qatar, tutti pronti ad ospitare la F1 da qui ai prossimi anni con contratti a scadenze remote.
SI parla di tanti nuovi paesi pronti ad ospitare il circus della Formula e uno solo non è ancora stato incluso in nessun progetto, ovvero l’Africa. Nel 1994 l’ultimo GP a Kyalami, che poi scomparve dal Circus: oggi la pista ha subito diverse modifiche proprio perchè era identificata come di grado 2. Kyalami ha subito un ampio lavoro di ristrutturazione a partire dal 2015 proprio per raggiungere lì’obiettivo di essere una pista di grado 1.
Un pilota su tutti spinge il piede sull’acceleratore in modo che si possa correre finalmente nel continente nero. Lewis Hamilton si è sempre dimostrato piuttosto sensibile e vicino a questo argomento.
“Il mio obiettivo è quello di vedere e correre un Gp in Sudafrica perchè i miei antenati vengono da lì, quindi è molto importante per me, ho un legame molto forte con quel continente”.
Qualcosa in direzione dell’Africa comunque sembra muoversi visto che lo scorso mese, il Presidente e CEO della Formula 1, Stefano Domenicali, aveva ribadito il proprio interesse nel voler includere un’altra nuova tappa in Africa: “Dopo America e Cina – aveva commentato a Sky Sports F1 – penso che ci sia un potenziale per organizzare un GP anche in Africa. Ci stiamo pensando perchè comunque anche li riscontriamo parecchio interesse e poi perché è un’altra area che finora manca nella geografia del nostro calendario”.