Un’altra tragedia scuote il mondo del ciclismo belga: Tuur Hancke, giovane promessa del team Gaverzicht-B Okay-Van Mossel, è morto nel giorno in cui ha compiuto il19esimo anno d’età. Ma la sua storia purtroppo non ha avuto un lieto fine: seppur siano ancora incerte le cause del decesso, già due mesi fa il corridore aveva annunciato l’intenzione di interrompere a tempo indeterminato la propria carriera, lasciando intendere di dover risolvere alcuni problemi nella sua vita privata.
- Il messaggio della sua squadra
- Il diesse: "I ragazzi non reggono il peso di allenamenti e studio"
- Tuur, un carattere solare, spento per sempre
Il messaggio della sua squadra
A dare la notizia della scomparsa è stata la sua stessa formazione, che lo teneva ancora sotto contratto, sebbene avesse accettato la richiesta di Tuur di fermarsi per un periodo non meglio specificato. “È con grande tristezza che abbiamo appreso della morte improvvisa di Tuur Hancke. Era arrivato da noi nel 2022 per correre due anni tra gli juniores e poi in questo 2024 fare il suo esordio tra gli Under 23.
Tutti i corridori e i membri dello staff societario conservano splendidi ricordi di Tuur, un ragazzo sempre rispettoso, sempre sorridente, amato da tutti. Purtroppo ora non c’è più tempo per costruire nuovi ricordi. Auguriamo a tutti coloro che hanno conosciuto Tuur tanta forza: prima di tutto, alla sua famiglia, ai suoi compagni di squadra e agli amici dentro e fuori dal club”.
Il diesse: “I ragazzi non reggono il peso di allenamenti e studio”
Era stato il padre dello sfortunato Tuur a far sapere ad alcune persone legate al mondo del ciclismo belga (dove molte attenzioni sono rivolte anche ai giovani che corrono tra gli Juniores o agli Under 23) che c’erano alcuni problemi personali che tormentavano il figlio Tuur.
Arne Houtekier, direttore sportivo team Gaverzicht-B Okay-Van Mossel, in qualche modo ha confermato la tesi paterna: “Tuur purtroppo aveva capito che c’erano delle difficoltà e che di questo passo non sarebbe mai riuscito a diventare un corridore professionista.
Da qui ne è scaturita una combinazione che ne ha fortemente minato le certezze, oltre ad appesantirne la mente: ha dovuto convivere con lo stress degli allenamenti che via via si sono fatti più intensi, e nel frattempo doveva anche pensare a studiare. La gestione delle due cose è sempre più complicata e non a caso molti ragazzi decidono di mollare l’attività ciclistica perché non riescono a far combaciare le due cose”.
Tuur, un carattere solare, spento per sempre
In realtà però fino a pochi mesi fa Hancke era uno dei ciclisti più noti al pubblico delle corse locali, anche per via di un carattere spesso allegro e sempre improntato alla battuta. Qualcosa però s’è incrinato nell’ultima annata, e la scelta di fermarsi a tempo indeterminato era parsa già un segnale delle sue evidenti difficoltà a proseguire l’attività.
Ora la notizia straziante della morte, sulle cui cause è stato tenuto il massimo riserbo. In Belgio però da martedì sera non si parla d’altro: una tragedia che non può lasciare indifferenti.