È il tecnico rivelazione della Serie A ed è anche grazie a lui che da ieri notte nel cielo della Via Emilia sono apparse le stelle splendenti della Champions League. Ma Thiago Motta era già abituato ad essere un vincente nelle sfide importanti: appena ventenne venne schierato titolare dal Barcellona nella semifinale di Champions contro il Real Madrid. Da allora, il suo percorso ha avuto un esito positivo sia da calciatore che attualmente da allenatore.
Di Champions League ne ha vinte due: con il Barca nel 2005/2006 e in maglia nerazzurra nel 2009/10 ma a fine stagione potrebbe metaforicamente vincerne anche un’altra – questa chiaramente tutta personale – qualora riuscisse a coniare il sogno di portare il Bologna al quarto posto in campionato, che varrebbe ‘simbolicamente’ una terza Champions e una qualificazione che manca agli emiliani da 58 anni (1964-65). Poteva rischiare di non allenare più in Serie A quando era allo Spezia, in attesa solo dell’esonero pre-natalizio nel 2021, ma una vittoria inaspettata dei suoi uomini al Maradona per 1-0 cambiò definitivamente le sorti della sua carriera. Dalla Mooca alla nazionale brasiliana, passando per Bologna: i pregiudizi sul tecnico sono già da tempo archiviati.
- Il 2-7-2 di Thiago Motta: da oggetto di scherno a piacevole realtà
- Il Motta "Democratico" come allenatore incanta Bologna
- Le radici italo-brasiliane di Thiago Motta e il suo cammino
- Quando Thiago Motta rifiutò il Napoli Campione di Italia
Il 2-7-2 di Thiago Motta: da oggetto di scherno a piacevole realtà
La carriera da allenatore di Thiago Motta ha avuto inizio con delle sfide importanti: le giovanili del PSG prima della sua nomina da parte di Enrico Preziosi al Genoa nel 2019 che suscitò non poche perplessità. Il tecnico, ancora in corso di formazione a Coverciano, dichiarò di preferire un modulo base 2-7-2 e tale dichiarazione non fu colta con serietà. La sua esperienza allo Spezia non è stata meno complicata, ma Motta ha dimostrato di essere un ideologo calcistico, fedele al suo “mottismo”.
Nella sua prima conferenza stampa al Bologna, Thiago Motta evitò di commentare il suo predecessore Sinisa Mihajlovic – che versava in condizioni di salute precarie – e preferì focalizzare l’attenzione solo sul campo, esponendo la sua visione e idee di gioco: la necessità di costruire un’identità chiara per la squadra, enfatizzando l’importanza dell’equilibrio tra attacco e difesa. Dopo un anno e mezzo il suo progetto sembra essere andato in porto con un gioco autoritario, freschezza fisica, tecnica e mentale della squadra. Il suo Bologna è al quarto posto a pari punti con la Roma a quota 25 e sogna la Champions dopo aver superato anche il Napoli in classifica.
Il Motta “Democratico” come allenatore incanta Bologna
Thiago Motta si è guadagnato la reputazione di un allenatore “democratico” nel suo stile di gestione, schierando chi si allena meglio, indipendentemente dal nome. Tuttavia, la sua leadership riflette più un ‘assolutismo illuminato’, dove le sue decisioni prevalgono.
Le radici italo-brasiliane di Thiago Motta e il suo cammino
Le radici di Thiago Motta risalgono al Brasile e all’Italia (ufficialmente naturalizzato dal 2011). Fu suo padre, Carlo Roberto, ad aprirgli la strada al passaporto italiano a 17 anni. Cresciuto nella comunità italiana di Mooca, a San Paolo, Motta è stato ricordato più come un giocatore italiano che brasiliano. La ‘Juventus’ della Mooca (con colori granata perché il bianco e nero era già utilizzato da altri club), fondata da emigranti italiani, è stata la sua prima squadra.
Quando Thiago Motta rifiutò il Napoli Campione di Italia
Il Napoli per Thiago Motta resta nel suo destino. Dalla vittoria per 1-0 al Maradona del suo Spezia il 22 dicembre 2021 – che gli consentì di poter rimanere in Serie A sulla panchina spezzina e di allontanare le voci di un suo possibile esonero -alla proposta di De Laurentiis. Proprio il Napoli – fresco del titolo di Campione di Italia – quest’estate sarebbe potuto diventare la sua eredità più grande. Il presidente ADL, per sostituire Luciano Spalletti, aveva contattato Thiago Motta per affidargli le redini della panchina azzurra ma invano. Il presidente dei partenopei dichiarò che il tecnico del Bologna non se la sentiva di prendere in mano la guida del Napoli e scelse di conseguenza Rudi Garcia.
E proprio mentre i campioni d’Italia affondano arriva l’anno della consacrazione per Thiago Motta: il suo Bologna è tra le realtà più belle del campionato, gioca a memoria, non rinuncia mai alla propria filosofia, ha trovato in Zirkzee l’uomo da copertina ma è tutto il collettivo a funzionare alla perfezione. E Thiago Motta il predestinato fa sognare ora tutta Bologna.