Nell’anno di grazia vissuto dal tennis italiano l’effetto Sinner ha prodotto degli effetti perversi, ovvero non previsti sul versante economico, degli obiettivi della Federtennis e della ovvia e ragionevole volontà del campione di alzare l’asticella, innalzandola verso la top 3. Jannik Sinner è il miglior talento possibile della sua sua generazione: ha archiviato la stagione con Toronto, poi in autunno la vittoria nel 500 di Pechino e Vienna, fino alla partecipazione alle Atp Finals con il raggiungimento della finale contro Novak Djokovic.
E poi ultima solo in termini di tempo, la vittoria della Coppa Davis a Malaga, dopo 47 anni. Lunedì sera a Milano la sua genialità tennistica è stato premiata ai SuperTennis Awards ed è stato inevitabile, corretto, condiviso quel senso di gratitudine e stima nei riguardi di questo talento che sta ancora affrontando la parabola ascendente.
- Il discorso motivazionale di Binaghi a Sinner
- Pensare in grande
- L'ambizione non troppo segreta della Federtennis
- Lo stato di salute grazie all'effetto Sinner
Il discorso motivazionale di Binaghi a Sinner
Si sogna, si desidera andare oltre e gioire dei risultati che Sinner ha reso possibili. E non certo esclusivamente a titolo personale e di ranking ATP, che pure hanno la loro valenza e la loro traduzione in termini economici e di prestigio, sponsorizzazioni e indotto.
Il presidente federale Angelo Binaghi, proprio durante i Supertennis Awards ha spronato il tennista altoatesino a coronare un 2024 da record, pronunciando un discorso che è parso complesso, ambizioso ma da inquadrare nell’ambito di un piano di prospettiva e che non verte su Sinner, ma sull’effetto Sinner.
Dopo la vittoria a Vienna
“Siamo la tua grande famiglia, allargata, puoi sempre contare su di noi” ha esordito il numero uno del tennis italiano accogliendo Sinner, premiato quale miglior tennista dell’anno. “Però dobbiamo andare avanti, io credo che oggi dobbiamo andare ad un altro sogno, perché abbiamo aspettato 47 anni per riportare in Italia questa grande coppa”.
“Che sogno dare alla nostra gente, innanzitutto… Vogliamo rimanere secondi tutta la vita, senza la grande gioia di uno Slam? Dietro il calcio, dietro Djokovic?”.
Pensare in grande
Una domanda alla quale ha risposto lo stesso presidente, mentre Jannik lo osservava quasi stupito dall’impeto e dalla convinzione nel pronunciare certe affermazioni così intense: “Io dico che dobbiamo provare a ragionare più in grande, cercando di non cambiare di una virgola rispetto a quello che abbiamo fatto. Dobbiamo lavorare ancora più duramente di prima cercando di continuare a fare le stesse cose ce chi hanno portato fino a qua”.
L’ambizione non troppo segreta della Federtennis
Insomma, la richiesta è di portare a casa un titolo del Grande Slam tra Melbourne, Parigi, Londra e New York trascorso qualche giorno di riposo in montagna, Sinner andrà in ritiro tre settimane ad Alicante per preparare gli Australian Open. Non intende cedere troppo e parlare in eccesso di sé e dei suoi programmi, sapendo le aspettative per gli Australian Open quali siano.
Che significato dare, però, al discorso motivazionale (così lo possiamo definire?) del numero uno della federazione? Il presidente della FITP Angelo Binaghi (dopo la querelle e polemica con il Quirinale per l’invito ricevuto) intende portare il tennis in cima alle preferenze degli sportivi italiani, abbandonando quel ruolo che sino a qualche anno fa lo vedeva relegato a disciplina elitaria, per via dell’etichetta di nobile e costosa attività.
Sinner vincitore su Alcaraz e nuovo numero 4 dopo Pechino
Lo stato di salute grazie all’effetto Sinner
Dal 2002 a oggi il numero di tecnici iscritti all’albo – secondo quanto evidenziato da La Gazzetta dello Sport – è cresciuto di oltre 10 mila unità, passando dai 1.772 di inizio secolo sino agli attuali 12 mila. I tesserati, invece, sono passati da 137 mila a 660 mila. Boom per quanto riguarda i praticanti che passano da poco meno di un milione e trecento mila a 4,5 milioni (sebbene oltre un milione deriva dall’ingresso nell’ambito federale del padel).
Al netto del montepremi personale di Jannik, che di per sé ha un valore notevole per un pro di soli 22 anni anche la federazione ne ha beneficiato.
La situazione è ancora più rosea per la FITP se si guarda alle entrate, davvero notevoli complice il volano dell’effetto Sinner già citato e prima ancora dell’esplosione di Berrettini. La federazione è diventata una tra quelle con i bilanci più importante: il fatturato è cresciuto dai soli 15 milioni del 2002 si è passato ai 38 del 2013.
Crescita che è esplosa nel secondo decennio, stando a Ubitennis. Si è arrivati ai 157 milioni di euro di fatturato nel 2022 prima dell’exploit di questo 2023. Il fatturato stimato dalla FITP per quest’anno di circa 190 milioni di euro, in cui sono compresi anche quelli fatti dalle società controllate.