C’è un tempo per tutto, anche per la gratitudine che – nella storia umana e calcistica di Gianluca Vialli o Luca, come lo chiamano gli amici – assume le forme della normalità. Un ritrovarsi, che per il mentore degli azzurri e amico fraterno del ct, Roberto Mancini, sta nel pellegrinaggio alla sua Beata Vergine della Speranza, Santuario nel pieno delle campagne di Grumello Cremonese lì dove la carriera di Vialli ha preso inizio tra le case della bassa che hanno cresciuto le ambizioni e i valori che l’attaccante e poi l’allenatore e opinionista ha fissato nel suo percorso.
Il gesto di Vialli immortalato su Instagram
Il trionfo a Wembley, contro l’Inghilterra meno sportiva di sempre, ha restituito a Vialli e all’Italia un senso di appartenenza che sia era frammentato e che, per un meccanismo quasi endemico, si ricostituisce attorno all’evento calcistico che possiede un potere aggregante imparagonabile, incontrollato, superbo quasi davanti a qualsiasi altro paragone. Vialli, che ha accompagnato il suo ruolo di portafortuna, a un responsabilità che “Sogno azzurro” ha narrato con delicatezza è tornato in quei luoghi che ama e verso i quali nutre un rispetto profondo. Tanto da accarezzare, secondo le cronache, l’auspicio che qui si sposino le sue figlie.
Il tempo della gratitudine per Vialli
“E’ il tempo della gratitudine”,
è la sintesi di quanto accaduto a Euro 2020 e forse addirittura nell’esistenza di un uomo che aveva conquistato successo, notorietà, obiettivi e che si è ritrovato a lottare contro un tumore al pancreas che lo ha colpito nella serenità.
“Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato. Devo andare avanti, sperando che si stanchi e mi lasci vivere ancora tanti anni”, ha detto in una frase che nella serie tv ha voluto fissare, per sé e per gli azzurri. E per chi ha saputo ascoltare.
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