Un Europeo iniziato in campo e chiuso nella stessa maniera, pur con un periodo lontano dal rettangolo verde in mezzo: Alessandro Florenzi, impegnato nel corso della finale tra Italia e Inghilterra, ha chiuso il cerchio, alzando, alla fine la coppa e diventando Campione d’Europa.
E’ stato un torneo parecchio complicato per il laterale difensivo della Roma, lo scorso anno al PSG: l’infortunio rimediato all’esordio contro la Turchia ha un po’ compromesso il percorso. Ma è il traguardo, a volte, quel che conta: “Non è stato un percorso facile, soprattutto per me. Questo gruppo ha dimostrato che chiunque gioca è titolare: ero pronto a calciare il sesto rigore, ma per fortuna Donnarumma non me l’ha fatto tirare”.
.Il merito di Roberto Mancini, riconosciuto da tutti i giocatori, è quello di aver creato un grande gruppo, grazie anche alla presenza di alcune figure nello staff e in squadra: “Se devo pensare a due persone una è Salvatore Sirigu, che anche oggi prima della partita ci ha fatto emozionare, e l’altra è Gianluca Vialli, ci dimostra ogni giorno come si deve vivere, come ci si deve comportare. Per noi è speciale, è un esempio vivente e non ci sono altre cose da dire. Stasera abbiamo vissuto una notte magica: sono pronto a morire per questa Nazionale”.
Alla fine della partita, in fila per prendere la medaglia, si rivolge alla telecamera e saluta a casa, emozionato: “Mamma, hai visto?”. Se la merita tutta, come gli altri azzurri, perché non è mai stato semplice. Nella serata di Wembley, poi, per certi versi più difficile, contro uno stadio quasi totalmente rappresentato da tifosi dell’Inghilterra: “Avevano fatto i conti senza l’oste. Non è It’s coming Home, ma it’s coming Rome. Hanno sbagliato solo una consonante”.