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Imane Khelif rompe il silenzio dopo la vittoria su Hamori e la retromarcia di Angela Carini alle Olimpiadi: boxe, diritti e dignità

L'intervista rilasciata ad Ap esplicita lapercezione di essere bullizzata della sportiva, la sofferenza e la prova per la sua famiglia. La decisione di Angela Carini

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Cancellata dall’inondazione di risvolti, forse inevitabili e prevedibili, l’essenza del senso olimpico di quell’incontro sul ring tra l’azzurra Angela Carini – che ha rettificato il senso del suo momentaneo addio alla boxe – e l’algerina Imane Khelif, si è sbloccata una sequenza di atti che certificano come la questione sia ciò che è cresciuto fuori dal ring. L’intersessualità non è il nodo. Non più, almeno.

E quanto affermato dalla stessa Imane all’Associated Press esplicita il senso di questa constatazione all’indomani dell’impresa da medaglia che l’ha messa nella condizione di poter aspirare a un risultato eccezionale, eccellente. Ha battuto l’ungherese Anna Luca Hamori. Quella che l’attende è la prova della vita.

Khelif rompe il silenzio sulle polemiche strumentali: bullismo

Che cosa ha detto, ad Ap, Khelif? L’algerina, al centro di una diatriba internazionale che ha contrapposto una certa politica al CIO, ha deciso di rompere il silenzio e di rilasciare un’intervista potente, sicuramente ragionata a Sntv, video partner dell’agenzia Associated Press. Potente perché, attraverso il suo esempio, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta ancora attraversando i social. L’odio, la strumentalizzazione, il pregiudizio e la confusione.

“Ho inviato un messaggio a tutte le persone del mondo affinché sostengano i principi olimpici e la Carta olimpica, e si astengano dal bullismo nei confronti di tutti gli atleti, perché questo ha effetti enormi. Può distruggere le persone, può uccidere i pensieri, lo spirito e la mente delle persone. Può dividere le persone. Per questo chiedo loro di astenersi dal bullismo”, ha tenuto a sostenere.

Fonte: ANSA

Khelif vittoria Hamori

La diatriba IBA-CIO e la doppia X

Dopo quanto Carini ha scatenato, con appena 46” di colpi e le sue parole, durante e post incontro, si è generato un caso di matrice internazionale: un nodo da sciogliere sui tavoli della politica sportiva, tra IBA e CIO. La stessa Angela ha ridimensionato la forza delle sue risposte e c’è stata la marcia indietro con toni più accomodanti.

Il comunicato duro nei modi e nei contenuti del CIO ha voluto tentare di smorzare quei toni quando, invece, era nella fase ascendente. L’azzurra è passata in secondo piano. La questione si è spostata altrove. Sul gesto della doppia X, sulla vittoria ai punti di Imane.

“Ci sono atlete che sono nate donne, cresciute come donne, che hanno passaporti da donna e che per molti anni hanno partecipato a manifestazioni sportive come donne. Questo è chiaro, non c’è mai stato alcun dubbio. Alcune persone vogliono appropriarsi della definizione di ‘donna’. Se ci dimostreranno qualche prova scientifica siamo pronti a prenderla in considerazione, ma non parteciperemo ad alcun dibattito politico. Ci sono persone che portano avanti questo discorso di odio e abuso, questo è inaccettabile”, ha spiegato il presidente del Comitato Olimpico, Thomas Bach, in conferenza stampa di metà Olimpiade a Parigi 2024 nel vano tentativo di abbassare i toni. Un tentativo riuscito a metà.

Le due sportive al centro delle polemiche

Khelif e la collega Lin Yu Ting di Taiwan, già sicure di una medaglia a Parigi, hanno affrontato e vivono una incomprensibile ma evidente situazione di abusi verbali basati su affermazioni infondate e superficiali su identità di genere, con il carico della strumentalizzazione politica, dopo che l’International Boxing Association le aveva escluse l’anno scorso dai Mondiali per non aver superato test di idoneità, ritenuti dallo stesso Comitato olimpico internazionale non conformi. “Illeciti“.

“Sono in contatto con la mia famiglia due giorni alla settimana. Spero che non siano stati colpiti nel profondo”, ha dichiarato Khelif. “Sono preoccupati per me. Se Dio vuole, questa crisi culminerà con una medaglia d’oro, e questa sarebbe la risposta migliore”, la chiosa da sportiva di Imane, da aspirante campionessa olimpica.

Perché si lavora quattro anni e una vita intera per agguantare, in pochi secondi nell’arco di un’esistenza intera, quella medaglia, chiudere magari gli occhi nell’ascoltare il proprio inno.

La posizione del CIO

Sia Khelif sia Lin sono donne che combattono secondo il CIO che non a caso le ha ammesse ai Giochi di Parigi 2024 nelle gare femminili ribadendo anche nelle ultime ore la piena legittimità della loro partecipazione.

“So che il Comitato olimpico mi ha reso giustizia, e sono felice di questo rimedio perché dimostra la verità”. Ci sono lacrime e lacrime: Imane ha sciolto le tensioni e le emozioni vissute dopo le polemiche e la vittoria su Hamori: “Non riuscivo a controllare i nervi. C’era un misto di gioia e allo stesso tempo ero molto colpita, perché onestamente non è stata una cosa facile da affrontare”.

La decisione di Angela Carini

Le lacrime di Angela, invece, hanno portato anche una riflessione a posteriori sull’addio alla boxe. Forse una macchina l’ha fagocitata troppo velocemente, troppo in fretta. Come spiegato qui, i punti focali su cui soffermersi in una ricostruzione fedele a quanto appreso, Angela ha deciso di non proseguire l’incontro colpita due volte dai pugni dell’algerina, nonostante l’intervento del ct, poi non ha rivolto all’avversaria nemmeno un saluto piangendo da sola sul ring in ginocchio e poi ha detto che avrebbe lasciato.

Ha scatenato una catena di informazioni, anticipazioni su quel che verrà, la presunta rivincita e quel che abbiamo appreso e letto in questi giorni. Notizie su cui è dovuta intervenire. Per forza. Ha chiarito e Angela ha maturato altre considerazione su di sé e il suo futuro:

“Né Khelif né io abbiamo fatto nulla per alimentare tutto quello che è accaduto intorno all’incontro: non sono stata condizionata dalle polemiche. Ho perso, lo accetto”. “Il pugilato è la mia vita: era solo un modo per manifestare la necessità di disintossicarmi un attimo dopo tre anni di sacrifici in funzione dei Giochi. Mi rivedrete presto e sarà su un ring”.

Intanto attendiamo di capire chi metterà al collo la medaglia d’oro, giocandosi una grande opportunità. Per la propria determinazione, per i propri diritti civili.

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