Nel fine settimana riprende il campionato dopo la sosta per le Nazionali. Chi invece non si è mai fermato è il procuratore federale Giuseppe Chinè che proprio in queste ore sta chiudendo la documentazione delle sue indagini sul secondo filone sportivo scaturito dall’inchiesta Prisma ai danni della Juventus e che a cominciare dalla prossima settimana farà partire un nuovo secondo deferimento con tanto di processo a carico del club, del vecchio board con in testa l’ex presidente Andrea Agnelli ma non solo.
Perchè sulla cosiddetta “manovra stipendi” avrebbero giocato, è proprio il caso di dirlo, un ruolo importante, fondamentale, i giocatori allora bianconeri che, al pari dei loro agenti e/o legali, hanno firmato quei documenti, le famose carte segrete o side letter, per “accomodare”, questa l’accusa, gli ingaggi in epoca covid.
- Juve, manovra stipendi: rischiano grosso anche i giocatori
- Juve, la manovra stipendi inguaia i giocatori: il ruolo di Chiellini
- Juve: cosa rischiano i giocatori nel processo "manovra stipendi"
Juve, manovra stipendi: rischiano grosso anche i giocatori
La Juventus rischia di essere gravata di altri punti di penalizzazione. Il secondo processo sportivo verosimilmente potrebbe tenersi tra aprile e inizio maggio, appena dopo il pronunciamento del Coni, il 19/04, sul ricorso bianconero contro la prima penalizzazione, di 15 punti per le plusvalenze. L’accusa della procura federale ruota intorno agli accordi del club con i calciatori relativi alle stagioni 2019-20 e 2020-21. In ballo qualcosa come 90 milioni di euro che la Juve avrebbe “risparmiato” in epoca covid tramite accordi privati, le famose “carte”, side letter e quant’altro, mai depositate come da regolamento in Lega.
Oltre ai suoi oramai ex dirigenti, da Andrea Agnelli a Paratici, Arrivabene e Nedved e compagnia, già coinvolti e inibiti dal primo processo, il nuovo iter processuale sportivo sulla manovra stipendi potrebbe allargare il calderone dei soggetti a rischio. Il filone stipendi, mette in bilico anche le posizioni dei calciatori, qualora fosse appurato che abbiano firmato accordi non in linea con le procedure consentite e differenti dai documenti depositati in Lega e Federcalcio.
Juve, la manovra stipendi inguaia i giocatori: il ruolo di Chiellini
Sotto la lente d’ingrandimento del procuratore federale Chinè ci sono le famose chat che vedono coinvolti i giocatori della Juve del biennio in esame. Il gruppo whatsapp in cui l’allora capitano Giorgio Chiellini espone il piano della società sugli ingaggi in epoca covid, quel non tanto celato invito a firmare i nuovi contratti e poi tanti altri scambi di messaggi e chiamate che oggetto di intercettazioni sono stati via via pubblicati nei mesi scorsi. A cominciare dal famoso messaggio di Chiellini sul gruppo “JuventusTeam” riportato per primo dal Fatto Quotidiano:
“Vi arriverà nei prossimi giorni un foglio che vale tutto e niente come quello che abbiamo firmato io e il presidente, dove ci impegniamo a lasciare i restanti mesi di questa stagione. Successivamente, saranno contattati i vostri avvocati o agenti e nello stesso momento saranno firmati i contratti validi per questa stagione e per la prossima. La Juventus farà un comunicato stampa dove dirà che rinunciamo a 4 mensilità per aiutare il club. Grazie di tutto”.
Ma anche la telefonata intercorsa tra l’allora ds Fabio Paratici e Leo Bonucci, altro uomo squadra: “Io mi fido di te ma se poi arriva un altro?”, dice il giocatore che esprime scetticismo sulla proposta paventata. “Leo… la Juventus è quotata in Borsa, è della famiglia Agnelli – la replica, confermata dallo stesso Bonucci nell’interrogatorio dello scorso 4 aprile -. Vuoi che succeda il finimondo per due stipendi?”.
Juve: cosa rischiano i giocatori nel processo “manovra stipendi”
C’è quindi attesa per i deferimenti. Se passasse la tesi secondo cui, firmando quelle stipule private, i giocatori abbiano comunque recitato un ruolo importante e in dolo sulla manovra stipendi i vari Rabiot, Szczesny, Bonucci, Cuadrado, ma anche calciatori non più in rosa come Arthur, McKennie, Bentancur, Bernardeschi, fino ai grossi calibri che non ci sono più come Cristiano Ronaldo e Dybala, finirebbero sul banco degli imputati insieme ai vari Agnelli, Paratici e agli altri dirigenti.
Secondo il Corriere dello Sport l’eventuale consapevolezza dei calciatori sarebbe punita dal 31.8, e cioè con una «squalifica di durata non inferiore a un mese». Di parere opposto la Gazzetta dello Sport secondo cui i calciatori della Juve non rischierebbero nulla perchè “non sufficiente il livello di consapevolezza del comportamento tenuto dai giocatori e quindi la loro responsabilità diretta e acclarata nella violazione regolamentare. Al contrario della posizione degli agenti protagonisti della confusa trattativa sulle «rinunce»”.