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Insigne ci ricasca, l'ex Napoli guida la rivolta contro l'allenatore

L'ex Napoli Lorenzo Insigne sarebbe, assieme a Bernardeschi, il promotore di una sommossa dei giocatori del Toronto Fc contro il tecnico Bob Bradley: l'ex juventino messo fuori rosa

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Era il 5 novembre 2019, quando i calciatori del Napoli rifiutarono di andare in ritiro, come da volere di De Laurentiis. La versione, mai del tutto confermata ma nemmeno smentita, è che a “guidare” quella rivolta furono i senatori dello spogliatoio azzurro, ossia Mertens, Callejon, Koulibaly, Allan e Lorenzo Insigne. Tutti dalla parte dell’allenatore, ossia Carlo Ancelotti, tutti contro il presidente: probabile che la verità assoluta sulla vicenda non verrà mai a galla, sta di fatto che uno di questi cinque “congiurati” si ritrova nella stessa situazione, seppure in un contesto totalmente diverso.

Le accuse di Bernardeschi

Perché Lorenzo Insigne sarebbe, assieme a Federico Bernardeschi, uno dei giocatori a volere la “testa” del tecnico del Toronto Fc, Bob Bradley. Secondo il quotidiano The Athletic, infatti, i due italiani capeggerebbero il partito di quelli che vogliono un cambio alla guida tecnica, e le parole dell’ex Juve starebbero a testimoniarlo: “Non abbiamo una costruzione di gioco – ha detto Bernardeschi dopo l’ultima sconfitta in campionato – quando un giocatore ha il pallone non sa a chi passarla; su questo aspetto non ci alleniamo e poi perdiamo ogni partita. Questa situazione non va bene per i giovani, la verità è che non abbiamo un’idea di calcio”.

La replica di Bradley e l’esclusione

Ed in conseguenza di queste parole, Bernardeschi è stato messo fuori squadra. Dichiarazioni troppo forti per essere ignorate e per il momento il club si è schierato col tecnico, al quale è stata data carta bianca per gestire la vicenda nel modo che ha comunicato ai cronisti. Il Toronto ha perso tre delle ultime quattro partite, l’ultima delle quali contro l’Austin, ed è ultimo nel Gruppo Est della MLS con sole due vittorie in quattordici partite. 13 gol fatti, 18 subiti. Molto più diplomatiche le parole del 65 tecnico, ex ct della nazionale Usa, il quale ha aggiunto che l’esclusione di Bernardeschi non è giunta come provvedimento disciplinare. “Ci sono state molte cose questa settimana, molte discussioni interne. Quindi, pensando di preparare il gruppo per questa partita, ho sentito che questo era il modo migliore per gestirlo”. Bradley ha poi negato che il futuro di Bernardeschi al club sia in dubbio: “Penso che il piano sia, di sicuro, che Fede ci sia di nuovo e che ci lasciamo alle spalle questa settimana e andiamo tutti avanti”.

La “congiura” Insigne-Bernardeschi

Fatto sta che sempre “The Athletic”, come riporta fanpage.it, ha fatto luce sulla spaccatura all’interno della squadra canadese: lunedì scorso, due giorni dopo la sconfitta in Texas con l’Austin, un gruppo di 9-10 senatori della compagine si sarebbe riunito in teleconferenza nel giorno libero dagli allenamenti. Promotori dell’iniziativa, proprio Insigne e Bernardeschi, primi promotori di una cacciata del tecnico. Martedì scorso, poi, Bradley ha incontrato il comitato direttivo della squadra, che comprende suo figlio e capitano del Toronto Michael Bradley (l’ex romanista) e altri giocatori tra cui anche Insigne, per discutere su come gestire lo sfogo di Bernardeschi post Austin. Dopo quell’incontro, si è riunita l’intera squadra in spogliatoio.

Il malessere del Toronto Fc

Ed a quel punto, il tecnico avrebbe avuto un faccia a faccia con Bernardeschi, che ha ribadito le sue critiche sul piano del gioco e della preparazione tattica. Dopo qualche giorno di riflessione, si è dunque arrivati alla decisione del tecnico di fare fuori il giocatore italiano dalla gara contro il DC United. Quanto il malessere sia profondo e risolvibile solo con decisioni radicali lo spiega un altro retroscena svelato da ‘The Athletic’: una fonte ha rivelato che nello spogliatoio alcuni giocatori non sentono di poter parlare apertamente quando è presente il capitano Michael Bradley, che è il figlio dell’allenatore.

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