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Internazionali, Arnaldi prova a sostituire Sinner: “Sogno di vincere a Roma”, poi la rivelazione sulla Davis

Matteo Arnaldi si prepara al primo turno agli Internazionali d’Italia dove trova Machac: “Il sogno è quello di vincere su questi campi. Sono uno che crede nel lavoro. La Davis? Non toccavo la racchetta da tre settimane”.

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Non c’è Sinner ma non per questo l’Italia non può sperare in un exploit azzurro nel corso degli Internazionali d’Italia che hanno preso ufficialmente il via oggi con il tabellone principale del torneo femminile. E se non c’è Jannik, ci prova Matteo Arnaldi ad avanzare la sua candidatura per un posto al sole.

Arnaldi: “Vincere qui? Certo che è possibile”

Matteo Arnaldi non si nasconde e affronta i microfoni come affronta i suoi avversari con coraggio e un pizzico di spavalderia: “Sicuramente è un torneo che tutti gli italiani vogliono vincere. Non ho ancora vinto un titolo e vincere questo sarebbe qualcosa di speciale. E’ possibile? Tutto è possibile, dal primo allenamento i tifosi sono stati più che numerosi e sono sicuro che mi daranno molta energia in campo e mi aiuteranno a superare i momenti difficili”.

Una stagione positiva quella dell’azzurro reduce dall’eliminazione a Madrid nei 32esimi contro Medvedev: “Sto giocando bene, ci sono tante cose in cui devo migliorare. L’ultima partita con Medvedev è stata bella ma ci sono stati tanti momenti in cui avrei potuto gestire meglio. Sono contento del fatto che sto alzando il mio livello settimana dopo settimana, mi piace lavorare e credo che il lavoro paghi. Ci sono momenti in cui posso fare più fatica, a Barcellona e Madrid ho giocato bene. Punto a essere costante tutto l’anno, voglio farla diventare una mia dote”.

Arnaldi e le similitudini con Sinner

Sinner non c’è al Foro Italico e non giocherà il torneo ma è inevitabile che si parli sempre di lui: “Abbiamo sempre avuto lo stesso fisico ma un gioco molto differente. Lui è sempre stato uno che tirava fortissimo mentre io remavo da fondo campo, siamo cresciuti insieme, abbiamo giocato tanti tornei insieme. Poi abbiamo seguito due percorsi diversi. L’obiettivo è quello di tutti i giocatori, voglio provare a essere numero 1 al mondo e vincere gli slam. Se non avessi questo obiettivo non giocherei nemmeno”.

Machach avversario al primo turno

Sulla strada di Matteo Arnaldi c’è un confronto difficile, quello con il ceco Machac con i due che si sono scontrati per l’ultima volta a Miami. I precedenti sono tutti dalla parte del ceco ma Arnaldi non si tira indietro: “Con Machac ho perso due volte la qui le condizioni sono diverse. Negli altri due match abbiamo giocato su campi velocissimi, non so su quale campo giocherò ma le condizioni sono molto più lente. Non credo che devo cambiare molto del mio gioco ma sono sicuro che devo giocare. Obiettivi per la stagione? Non mi piace dirli pubblicamente. Non ho obiettivi di ranking ma mi piacerebbe essere testa di serie. A Barcellona sono rimasto fuori di 1 e qui ancora di due. E’ ancora lontano e poi voglio vincere il primo titolo ATP“.

Il retroscena sulla Davis

Ieri la FITP ha voluto festeggiare ancora una volta la nazionale italiana che ha conquistato la Coppa Davis a Malaga. Matteo Arnaldi ha contribuito con il successo in finale contro Popyrin e a distanza di tempo svela un retroscena su quel periodo: “Quello della Davis era un periodo un po’ strano. Sono arrivato che non giocavo da tre settimane, l’ultima partita era stata a Vienna. Venivo quasi 20 giorni in cui non ho proprio toccato la racchetta perché sono stato a Los Angeles dalla famiglia della mia ragazza (il cui padre è scomparso pochi giorni prima delle finali di Davis, ndr), quindi non mi sono praticamente allenato. Sono arrivato con poche aspettative, non pensavo neanche di giocare. La partita con Popyrin? E’ una gara strana per me, in quel momento cercavo di tornare a sorridere e godermi il fatto di giocare”.

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