Il direttore sportivo dell’Inter, Piero Ausilio, ha parlato di presente, futuro e passato. Tra obiettivi di mercato e trattative in vista, il dirigente nerazzurro è tornato sulla famigerata telefonata di fuoco con Lukaku della passata estate, si è soffermato sulla questione dei rinnovi di Lautaro, Barella e Inzaghi, ma ha avuto anche modo di tornare sull’acquisto di Calhanoglu, sull’evoluzione di Dimarco e sul possibile approdo di Rafael Leao sulla sponda nerazzurra del Naviglio.
- Ausilio, mercato 'a zero' e Gudmundsson
- Inter, la telefonata con Lukaku e l'impatto sul mercato
- Rinnovo Lautaro, manca "equilibrio economico"
- Le trattative per Calha e Leao
- La rivelazione su Dimarco
- Frecciata alla Juve su Djalò
Ausilio, mercato ‘a zero’ e Gudmundsson
Intervistato per Libero dal giornalista Fabrizio Biasin, Ausilio ha svelato: “Rosa più ampia? No, penso che uno dei segreti di questa Inter sia proprio quello di avere una rosa giusta, in modo da dare a tutti la possibilità di essere coinvolti, giocare e di allenarsi con l’idea di poter mettere in difficoltà l’allenatore. Cinque attaccanti l’anno prossimo? Non lo so, entreremo nel merito con l’allenatore a fine stagione. Quest’anno abbiamo lavorato bene con quattro, poi se ci sarà la possibilità di valutare di inserire un nostro giovane, allora lo si potrà fare”.
Entrando nel vivo del mercato, Ausilio conferma il gradimento per l’attaccante del Genoa, Albert Gudmundsson: “Gli abbiamo detto di aspettare l’Inter? No, l’unica cosa che confermo, e che è vera, è che un giocatore di qualità, che piace all’Inter, così come piace al Genoa, che lo ha in rosa ed è stato bravo a prenderlo. Ma piace anche ad altre squadre. In quel reparto siamo a posto così…”.
Il ds nerazzurro conferma, poi, un mercato che potrebbe ricalcare quello ‘a costo zero’ delle passate stagioni: “Sì, sarà come gli anni scorsi, ma non siamo spaventati, anche perché, rispetto all’anno passato, dobbiamo giusto ritoccare qualcosa. Si vive di opportunità“.
Inter, la telefonata con Lukaku e l’impatto sul mercato
In merito alla tanto chiacchierata telefonata con Romelu Lukaku della scorsa estate, Ausilio prova a ridimensionare l’accaduto: “Mi sono arrabbiato con Lukaku? Non voglio tornarci su, ma è stata veramente una cosa veloce. La telefonata c’è stata, ma ce ne erano state anche tante altre, con segnali diversi che mi dava il ragazzo. Quando ho capito quello che stava succedendo, ho preferito dirgli che il rapporto si sarebbe chiuso lì, ed è finita lì, in modo molto più civile di quello che è stato descritto. Non c’è stato nulla. Siamo contenti della strada intrapresa dall’Inter, sui risultati e i giocatori che abbiamo preso”.
Ausilio prosegue: “Mercato stravolto per il no di Lukaku? No, l’unica cosa che è cambiata la scelta su Dzeko. Avevamo deciso di non andare avanti con tutti e due in rosa. È andato bene il primo anno, però, dico onestamente che se non avessimo avuto quel problema con Lukaku, probabilmente avremmo rinnovato un anno Dzeko. Thuram sarebbe arrivato lo stesso, eh. Marcus ci ha sorpreso, ma non per quello che ha fatto vedere sul campo, ma per la sua crescita. Ervamo convinti dei suoi mezzi e decisi a farlo giocare attaccante e non esterno”.
Rinnovo Lautaro, manca “equilibrio economico”
Passando ai rinnovi di Lautaro e Barella, il ds predica calma: “Sono situazioni simili. Barella può rinnovare prima, ma con Lautaro serve solo trovare un equilibrio economico, che a oggi ancora non abbiamo. Il contratto però scade nel 2026 e non c’è fretta. Non cambia il programma dell’Inter e del giocatore che vuole stare qui, continuare a essere capitano e difendere i colori dell’Inter. Situazione Inzaghi? Quella è una formalità. Non ne abbiamo nemmeno parlato perché per noi è talmente una formalità che ci siederemo intorno a un tavolo e, come l’anno scorso, la risolveremo in cinque minuti“.
Le trattative per Calha e Leao
Facile, come fu convincere Hakan Calhanoglu a cambiare sponda del Naviglio: “Lì, purtroppo, c’è stata la situazione brutta del dramma di Eriksen. Eravamo preoccupati per l’uomo ovviamente, ma ci siamo accorti che ci mancava anche un giocatore. Siamo stati bravi, anche con il mister a capire quale fosse l’opportunità giusta sul mercato. Calhanoglu non aveva ancora rinnovato con il Milan e si stava guardando in giro. Il mister gli ha spiegato il progetto e lo abbiamo convinto con una telefonata“.
Restando alle “cose rossonere”, Ausilio conferma la concreta possibilità di vedere Rafael Leao in nerazzurro: “Sì, Leao è stato molto vicino all’Inter, ma non dico che cosa è successo. Ebbi un incontro a Londra e si trovò un accordo abbastanza rapido sulle condizioni per noi e per il Lille, ma poi non si andò avanti, nemmeno con il ragazzo siamo andati molto avanti, ci siamo fermati prima…”.
La rivelazione su Dimarco
Il ds dell’Inter ha modo di rivelare anche il proprio stupore circa la crescita di Federico Dimarco: “Così forte non me lo sarei mai immaginato. Abbiamo avuto, però, il grande merito di non aver mai mollato il calciatore. Dopo cinque anni di prestiti, ci sono stati allenatori che hanno detto che non poteva giocare nell’Inter…“.
“I nomi – prosegue Ausilio – non li faccio, però ci sono almeno due-tre giocatori della rosa dell’Inter che, quando hanno giocato in altre società, qualcuno ha detto che non potevano nemmeno entrare nello spogliatoio dell’Inter. Darmian è uno di questi? Due sono titolari dell’Inter, non faccio nomi neanche sotto tortura. Su Dimarco, è merito di Inzaghi che ha visto le sue qualità ed è stato bravo a sfruttare al meglio il lavoro di Juric a Verona“.
Frecciata alla Juve su Djalò
Infine, sulla possibilità di puntellare la difesa e sugli obiettivi mancati in passato, Ausilio rivela: “Nuovo centrale? No, oggi non sono previste uscite in quel reparto e quindi nemmeno entrate. Abbiamo giocatori forti, anche se sento dire ‘questo è vecchio’, però, io quelli come Acerbi, Darmian e Miky me li tengo e non guardo la carta d’identità”.
“Buongiorno? Non posso dire che non mi piace, e tanto, come mi piaceva tanto Bremer. Djalò lo volevo davvero, ma per giugno e penso che sia stata questa cosa a farlo decidere per la Juventus. Si sentiva pronto subito per un grande club. Perché non gioca? Non lo so, chiedetelo a loro…“.