Era il 4 settembre 2020, piena pandemia Covid, quando Gigi Delneri veniva chiamato sulla panchina del Brescia. Un’esperienza che sarebbe durata soltanto un mese, ossia fino all’esonero del 6 ottobre seguente. Eppure, il “Chievo dei miracoli” è finito dritto nella storia recente del calcio italiano, motivo per il quale Gigi Delneri verrà sempre ricordato come l’artefice di quella squadra sorprendente.
- Delneri e il Chievo dei miracoli
- Delneri avvisa l'Inter
- Delneri, i ricordi di Roma e Juventus
- Delneri racconta Cassano
Delneri e il Chievo dei miracoli
I panni dell’ex allenatore che commenta il calcio ormai gli si addicono, e i palcoscenici che ha calcato non sono stati soltanto quelli delle provincia. Seppur con alterne fortune, ha allenato Roma, Porto e Juventus, e qualcosa da raccontare senza dubbio può averla, come d’altronde testimonia l’intervista che ha rilasciato alla Gazzetta dello Sport. Il segreto del suo Chievo? “Fuorigioco, pressing, un 4-4-2 che era un 4-2-4 perché sulle ali avevamo gente molto offensiva. Abbiamo anticipato delle tendenze – ha confessato alla Gazzetta – per esempio le aggressioni uno contro uno di cui tanto si parla oggi. Non voglio passare per presuntuoso, ma l’altra sera, contro il Real, ho visto il Barcellona praticare il fuorigioco che noi facevamo al Chievo”.
Delneri avvisa l’Inter
Insomma, l’Inter è avvisata, contro il Barcellona ci sarà da pedalare e soffrire. Eppure, nonostante il miracolo veronese, il resto della carriera di Delneri è stato avaro di grandi soddisfazioni, se si esclude il piazzamento Champions raggiunto con la Sampdoria nel 2010. “Al Porto, alla Roma e alla Juve non hanno accettato i cambiamenti che avrei voluto imporre – ha detto ancora Delneri – al Porto, il presidente Pinto da Costa mi esonerò dopo un mese, in sede alle tre del mattino. La squadra aveva appena vinto la Champions con Mourinho e a Da Costa non piaceva che volessi lanciare dei giovani come Pepe”.
Delneri, i ricordi di Roma e Juventus
Delneri passa poi a raccontare le esperienze vissute alla Roma e alla Juventus. “Alla Roma, subentrai in un’annata difficile, cominciata con la rinuncia di Prandelli. Alla Juventus, ottima andata e pessimo ritorno per via degli infortuni, su tutti quello di Quagliarella, il nostro goleador. Mi infastidisce che si prenda la mia Juve come pietra di paragone del peggio, io a Torino non ho goduto di certi investimenti economici. Una cosa l’ho capita: chi va alla Juve deve porsi la vittoria come primo obiettivo, il resto viene dopo”.
Delneri racconta Cassano
Infine, un passaggio sul turbolento rapporto che ebbe con Antonio Cassano, con cui lavorò alla Sampdoria nella stagione 2009/2010, e che il tecnico relegò fuori rosa. “Guardate che Antonio era ed è un bravo ragazzo. Non capiva che gli altri non avevano la sua grandezza tecnica. Faceva tutto facile e per lui tutto era facile, ma per gli altri era difficile. Con me, parcheggiava l’auto a bordo campo, tutto qua”.
