Una scelta di Lukaku. Federico Pastorello, agente del giocatore belga, rompe il silenzio a distanza di 24 ore dal passaggio dall’Inter al Chelsea. Il manager ha spiegato ai tifosi dell’Inter la decisione di lasciare Milano per tornare in Inghilterra spiegando che tutto è nato dallo stesso giocatore.
Le parole del procuratore non lasciano spazio a dubbi su come siano andate le cose e soprattutto permettono ai tifosi di riavvicinarsi alla società dopo giorni molto complicati: “La narrativa secondo la quale il trasferimento sarebbe stato architettato e forzato solo per assecondare interessi economici sta portando tutti fuori strada. In uno scenario in cui Lukaku non ha mai manifestato pubblicamente alcun disagio o malcontento riguardo la sua esperienza all’Inter, la sua situazione contrattuale e le note vicende societarie, l’interesse del Chelsea ha davvero toccato l’animo di Romelu, perché quel club rappresenta per lui qualcosa di unico e speciale”.
Il dietrofront dei tifosi dell’Inter
Le parole del procuratore di Lukaku rappresentano un passaggio fondamentale nel rapporto dei tifosi interisti sia con il giocatore che con la dirigenza, che nelle ultime ore sembra acquisire di nuovo fiducia agli occhi dei fan. “Dirigenza e proprietà c’entrano poco, se offrono il doppio dello stipendio al giocatore non puoi trattenerlo a meno di adeguarne l’ingaggio”. Mentre Gianfranco scrive: “L’Inter come fece per Ronaldo non trattiene giocatori infelici. Non avalliamo insinuazione sulla volontà di vendere il giocatore. La società prende atto della soffertissima decisione del giocatore e lo lascia andare”.
Ma nonostante questo deciso dietrofront c’è ancora chi aspetta la società al varco e sottolinea che ora le prossime mosse potranno dire molto sulle ambizioni future: “Sarebbe tutto giusto se quello che la società ha incassato da Lukaku venisse reinvestito sul mercato. Se dalla cessione di Lukaku reinvesti meno della metà, il discorso “il calciatore è voluto andare via” perde un po’ della sua efficacia”. Ma per molti tifosi è il calciatore che ha avuto un comportamento sbagliato: “Di bandiere non ne esistono più. Dobbiamo rassegnarci al fatto che un bacio alla maglia oggi può benissimo significare che domani si tratti con un’altra squadra”.