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Inter, le scommesse vinte da Inzaghi e i segreti della rinascita

Il settembre da incubo è alle spalle: grazie a un mese di ottobre da incorniciare l'Inter si è rimessa in carreggiata in campionato. Le scelte azzeccate di Inzaghi e l'attesa per la super sfida alla Juventus

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In serie positiva da sette partite, con cinque vittorie e due pareggi, e 19 gol segnati. Un appassionato di calcio “disattento”, o magari non aggiornato con gli ultimi risultati, può pensare si stia parlando della striscia d’oro del Napoli, macchina di punti, gol e spettacolo in Italia e in Champions League nei primi due mesi della stagione, o magari del Milan, principale inseguitrice in campionato degli azzurri e campione d’Italia in carica.

Inter, il momento d’oro oltre i numeri: Inzaghi e la settimana “lunga” verso la Juventus

Niente affatto, perché i numeri di cui sopra fotografano il momento di splendida forma dell’Inter, che con il poker rifilato alla Sampdoria ha conquistato la quarta vittoria consecutiva in campionato chiudendo nel migliore dei modi la settimana della festa per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, con un turno d’anticipo rispetto alla fine del girone. Eliminare il Barcellona, pur lontano dai fasti di un tempo, è stata un’impresa tutt’altro che trascurabile per la squadra di Inzaghi, con vantaggi evidenti. In primo luogo, sul piano pratico, l’Inter si è assicurata un vantaggio rispetto alla Juventus, rivale della super sfida di domenica prossima, potendo permettersi di andare ad affrontare il Bayern Monaco in settimana senza alcuna preoccupazione di classifica, mentre i bianconeri dovranno lottare con i denti contro il PSG per assicurarsi almeno un posto in Europa League.

Barella al top in Europa e il ritorno dell'”entusiasmo”: i segreti della rinascita dell’Inter

Lo scalpo del Barça a San Siro, e l’impresa sfiorata al Camp Nou, hanno però fruttato all’Inter un’altra conquista assai preziosa, permettendo di ritrovare quell’entusiasmo che è stato il leit motiv chiave del post-gara contro la Sampdoria. Tanto Nicolò Barella quanto Inzaghi hanno infatti pronunciato la parolina magica, quella che in un gruppo arriva solo attraverso le vittorie, ma che evidentemente lo spogliatoio nerazzurro è riuscito a riaccendere dopo la striscia da incubo di quattro sconfitte nelle prime otto giornate. “Avevamo perso l’entusiasmo per tanti motivi, ora giochiamo divertendoci e i risultati si vedono” ha dichiarato il centrocampista sardo, mvp contro la Samp e forte di numeri da top player europeo, risultando il terzo giocatore del proprio ruolo che è entrato in più gol per la propria squadra dopo Kevin De Bruyne e Sergej Milinkovic-Savic.

Le scommesse vinte di Inzaghi: Calhanoglu regista e il ritorno di Correa

Niente male, ma del resto contro la formazione dell’ex Stankovic si è vista la classica orchestra, una squadra composta da giocatori che lottano l’uno per l’altro e che non smette mai di proporre pressing e gioco offensivo, proprio come fanno Napoli e Milan e come impone il calcio moderno. I meriti non possono che essere di Inzaghi, bravo a toccare le corde giuste del gruppo, ma anche a vincere alcune scommesse che erano tutto tranne che scontate. In primo luogo quella di Hakan Calhanoglu regista, una soluzione che non esaltava neppure il diretto interessato, ma che ha invece dato ancora più qualità alla squadra, grazie all’inserimento in pianta stabile di Mkhitaryan come mezzala. Il recupero all’orizzonte di Marcelo Brozovic dovrebbe segnare il ritorno all’antico, ma forse non già dalla gara contro la Juve, che dovrebbe vedere il croato tra i convocati, ma non titolare. Chi l’avrebbe detto solo un mese fa che l’Inter abituata a perdere senza il proprio faro di centrocampo potesse permettersi di gestire il rientro di uno dei top player europei nel proprio ruolo?

Inzaghi però può gongolare anche per il ritorno a buoni livelli di Joaquin Correa: l’argentino, autore del “solito” gol dell’ex alla Sampdoria (quattro gol in A ai blucerchiati per il Tucu, il massimo in carriera, tanti quanti al Milan) è già a quota tre reti in campionato, cui aggiungere i due assist in Champions League contro il Viktoria Plzen. Ok, si è trattato di reti ininfluenti sui risultati finali anche contro Spezia e Cremonese, ma fatto sta che l’ex laziale, voluto con forza da Inzaghi appena arrivato a Milano, è a tutti gli effetti una risorsa in più per una squadra che ha recuperato tutti gli infortunati e che a Torino potrà permettersi l’imbarazzo della scelta anche in attacco, con Romelu Lukaku scalpitante per togliere il posto ad un Edin Dzeko comunque sempre sul pezzo. Juve-Inter è ancora lontana, ma il titolo è già pronto: la gioventù contro l’abbondanza.

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