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Inter-Roma, Lukaku: tanto rumore per nulla, a fermarlo ci ha pensato Mourinho

A San Siro più che la gara tra Inter e Roma è andato in scena il “Lukaku-Day”: bordate di fischi per il "traditore", che però in campo s'è visto pochissimo.

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

A Milano è andato in scena il “Lukaku-Day”, un nome che può sembrare di buon auspicio ma che invece ha rischiato di diventare l’ennesimo momento di elevata tensione nel mondo del calcio italiano. La gara tra Inter e Roma, big match della decima giornata di serie A, è sembrata quasi passare in secondo piano rispetto al ritorno a San Siro del giocatore belga.

San Siro, fischietti pronti nonostante i divieti

La decisione di vietare i fischietti a San Siro è arrivata nella giornata di ieri, la Questura di Milano ha infatti accettato il reclamo presentato dalla Roma e si è subito attivata per provare a bloccare l’ingresso nello stadio dei 30mila fischietti che la Curva Nord dell’Inter si stava preparando per accogliere il giocatore belga.

Ma il divieto non ha fermato la voglia dei tifosi nerazzurri di contestare il giocatore che da qualche mese si porta dietro la nomea di “traditore”, c’è chi aveva pensato ad app da installare sullo smartphone, chi invece al solito vecchio sistema, invece alla fine il tifo organizzato ha deciso di organizzare comunque la distribuzione dei fischietti.

Curva Nord: il comunicato “minaccioso” nei confronti di Lukaku

A più di due ore dall’inizio del match è cominciata la distribuzione dei fischietti anti-Lukaku e la Curva Nord ha voluto esprimere ancora una volta la sua posizione nei confronti del giocatore con un comunicato che appare anche un po’ minaccioso.

Diamo un degno bentornato a Lukaku, rendiamogli la vita un inferno in campo. Insieme alla fanzine ci sarà un fischietto, usiamolo tutti quando il belga tocca pala, a ogni suo movimento deve essere un unico fischio. Chi ha tradito, non ha rispettato i nostri colori deve subire tale punizione, deve capire che la nostra sacra veste non deve essere un peso indossarla ma un vanto, un orgoglio.

Per due volte ha commesso l’errore, dopo che noi lo abbiamo difeso a spada tratta, nel suo peggior momento gli siamo stati vicini, abbiamo creduto in lui. Poi però ci ha pugnalato alle spalle, nella notte come il peggiore dei ladri, ora annientiamolo psicologicamente, senza cadere in ovvie situazioni di insulti. Una pioggia di fischi, tutto lo stadio dovrà farlo, troverei dei banchetti intorno allo stadio dove prendere la fanzine e il fischietto. Forza Interisti, ricordiamo a Lukaku chi siamo.

Lukaku: i social chiedono un no al razzismo

Il ritorno di Romelu Lukaku a Milano ha senza dubbio diviso la tifoseria nerazzurra. Tanti fan interisti sin dall’estate hanno deciso di cancellare il ricordo di “Big Rom” e anche nell’immediata vigilia della partita, quando è cominciata la polemica sui fischietti in tanti hanno preso le distanze. Ma anche da parte di quella porzione di tifoseria (piuttosto abbondante, ndr) che vuole far sentire la contestazione al giocatore c’è chi esprime con fermezza la volontà di farlo senza per questo scendere a insulti razzisti. In tanti negli ultimi giorni hanno usato i social per mandare questo messaggio indirizzato a tutti quelli che saranno presenti a San Siro: fischi sì ma che nessuno si permetta di fare uso di insulti che con il calcio non c’entrano nulla.

Nessun tesserato ai microfoni prima del match: la presa di posizione dell’Inter

La situazione che si sta venendo a creare per il ritorno a Milano di Romelu Lukaku è molto tesa, la Curva ha deciso di ignorare i divieti preparando la contestazione al giocatore e l’Inter ha preso posizione decidendo che i suoi tesserati non si fermeranno per le consuete interviste prima del match.

Com ‘è andata a finire? Lukaku spettatore in campo

Parola al campo, dunque. Com’è andata a finire con Lukaku a San Siro? Il belga ha “ignorato” compagni e tifosi, non ha risposto nel sottopassaggio alle sollecitazioni di Calhanoglu, è sembrato isolarsi completamente in se stesso. Poi, a partita iniziata, è stato sommerso dai fischi a ogni tocco di palla. Pochi per la verità, visto che la Roma ha giocato quasi esclusivamente sulla difensiva. Più variopinte le reazioni social, con tanti sfottò e punzecchiature al “traditore” che a San Siro di fatto non s’è rivisto. Spettatore non pagante, protagonista solo per le attenzioni “feroci” dei suoi ex tifosi.

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