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Internazionali Roma, Lucchetta in ansia per Sinner poi sul caso Egonu-Antropova: “Paola si deve preoccupare”. ESCLUSIVA

Il leggendario Andrea Lucchetta irrompe agli Internazionali di Roma, parla del suo passato da tennista, dell’infortunio di Sinner ma anche delle ambizioni olimpiche delle squadre di Velasco e De Giorgi

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

La passione per lo sport, tutto. Andrea Lucchetta è la quintessenza dello sportivo, anche quando ha smesso di giocare: l’energia, l’entusiasmo e la voglia di trasmettere la sua passione anche ai più piccoli è andata sempre crescendo. E anche gli Internazionali di Roma diventano il teatro per stare vicino ai ragazzi e provare ad avvicinarli al mondo dello sport. Ma è anche il modo per provare a indagare quello che sta avvenendo a Sinner, e guardando solo un po’ più avanti a quella che sarà l’Olimpiade del volley azzurro. L’Italia (sia al maschile che al femminile) è ancora in cerca del suo pass olimpico ma Lucchetta già si proietta in avanti.

Lucchetta e il passato da tennista

Un passato da tennista prima di scoprire l’amore per la pallavolo come racconta lo stesso Lucchetta nel corso di un’intervista con Virgilio Sport: “Nasco tennista, ho iniziato a giocare a tennis contro il muro cercando di imparare i fondamentali dello sport. Ero un giocatore da serve&volley, il mio punto di riferimento era John McEnroe. Ho giocato in tutti i tennis club di Treviso, stavo per classificarmi quando ho scoperto la pallavolo e quindi sono passato dallo smash alla schiacciata. Mi è servito molto ma ora ho notato che ci sono tanti punti in comune tra il tennis e la pallavolo, con alcuni movimenti che sono molto simili tra i due sport”.

La preoccupazione per l’infortunio di Sinner

A Roma la notizia è sempre la stessa, il torneo va avanti ma il pensiero torna sempre al grande assente Jannik Sinner. L’altoatesino soffre di un problema all’anca che sta tenendo in ansia i tifosi: “Quello di Berrettini è un forfait dell’ultima ora. Sinner non si è mai fermato da due anni a questa parte, ha una problematica che deve essere indagata perché va a inficiare il proseguimento della sua stagione e dell’Olimpiade. C’è Djokovic che lo sta aspettando. Sono molto preoccupato, se l’hanno fermato vuol dire che la situazione è seria. Dispiace per gli Internazionali perché tutti noi volevamo vedere Sinner. E’ diventato un modello aspirazionale forte, molto forte, se ha fermato se stesso in questo momento vuol dire che qualcosa c’è”.

Il tormentone Egonu-Antropova

Non si può non affrontare l’argomento volley, soprattutto nell’anno olimpico. A cominciare da quello che è stato il tormentone dell’ultimo anno e che sarà probabilmente anche quello della prossima estate: il dualismo tra Paola Egonu ed Ekaterina Antropova: “Velasco gestirà la situazione come meglio crede, è un problema più di Egonu perché adesso ha una giocatrice che può mettergli il fiato sul collo, una giocatrice completa, che può essere anche tranquillamente in grado di cambiare il ruolo, ricevendo e schiacciando. Potremmo avere una bella triangolazione con Pietrini e Antropova ed Egonu che gioca da opposta. Ma queste sono cose che spettano a Velasco e ancora di più a Barbolini che ha la Antropova a Scandicci e può collaborare con Julio, per mettere in campo la squadra. Penso che la nazionale femminile parta per vincere l’oro alle Olimpiadi, così come la squadra maschile. Abbiamo due squadre che vanno lì per l’oro”.

La maledizione olimpica

Una carriera leggendaria quella di Andrea Lucchetta, che ha fatto parte della “generazione di fenomeni” della nazionale italiana di volley che ha vinto tutto, o quasi. A quel gruppo di giocatori straordinari è mancata solo una cosa: la medaglia d’oro alle Olimpiadi: “Sulla carta è sempre il momento giusto per rompere la maledizione olimpica. Anche lo scorso anno l’Italia è arrivata per la prima volta a giocarsi un Europeo in casa, davanti al proprio pubblico e davanti a Mattarella e abbiamo floppato perché dovevamo vincere a tutti i costi. Ora è cambiata la situazione psicologica, adesso abbiamo perso l’Europeo. Andiamo a Parigi e probabilmente questa volta ce la facciamo”.

Giannelli: l’asso nella manica

L’Itas Trentino ha appena conquistato le SuperFinals di Champions League con Andrea Michieletto, il talento 22enne che si è preso anche il premio di miglior giocatore. Ma quando si parla di Italia, Lucchetta sceglie una strada diversa: “Michieletto e Lavia sono due giocatori abbastanza discontinui, con Yuri Romanò che si deve dedicare alla continuità. E’ un gioco di squadra la pallavolo, non esiste un singolo, il singolo non ti fa vincere la partita. E’ il gioco di squadra che ti fa vincere”.

E se c’è un giocatore sul quale puntare, Lucchetta non ha dubbi: “Sono tutti vasi comunicanti collegati da Giannelli ed è lui il nostro asso nella manica. Ho una grande ammirazione per lui, quando abbiamo vinto il Mondiale è stato premiato come miglior giocatore, miglior palleggiatore e abbiamo vinto il campionato mondiale all’estero. Esattamente come al tempo sono stato premiato come miglior giocatore e abbiamo vinto il Mondiale all’estero, ero capitano allora come lo è ora Giannelli”.

Piena fiducia in De Giorgi

I corsi e ricorsi storici del volley italiano, con Lucchetta che ricorda: “Quando sono stato premiato come miglior giocatore in panchina c’era Ferdinando De Giorgi dietro Tofoli e guarda un po’ in panchina con Giannelli c’è sempre lui. Ho piena fiducia in lui, ha vissuto tutte le situazione anche quelle negative e le ha messe a frutto come delle opportunità da mettere al servizio della squadra. Questi ragazzi hanno bisogno di tenere a livello psicologico e psicofisico”.

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