Intervista esclusiva a Daniele Arigliano, presidente del Brindisi che ha messo a referto un’impresa più unica che rara riportando il club tra i protagonisti dopo l’inferno dell’Eccellenza e il purgatorio della serie D.
E’ lo stesso patron a raccontare quali emozioni, ambizioni, aspettative sia riuscito ad attendere e a rendicontare quali saranno gli scenari a breve termine. Emozioni, gioia, felicità: chiamatela come volete, ma a Brindisi sono i sentimenti che più stanno circolando in questi ultimi giorni.
Una promozione in C, conquistata nello spareggio contro la Cavese a Vibo Valentia, frutto di programmazione e solidità.
- Brindisi-Catania 1-2 Poule Scudetto
- Dall'Eccellenza alla serie C in due anni
- L'intervista a Daniele Arigliano
Brindisi-Catania 1-2 Poule Scudetto
Proprio oggi il Brindisi giocava la gara valevole per il secondo turno della Poule Scudetto contro il Catania che è riuscito a espugnare il Fanuzzi al termine di 90′ che si sono infiammati nella parte finale della ripresa dopo che il primo tempo si è archiviato sullo 0-0. Il vantaggio iniziale di Felleca per i padroni di casa non è bastato a frenare la reazione catanese che ha portato alle reti di Litteri e Palermo. Poco male: alla fine della partita la LND ha provveduto a premiare i calciatori del giocatori del Brindisi per la vittoria del girone H di Serie D.
Eppure, si tratta di una sconfitta indolore. La festa in città era già abbondantemente iniziata ed è destinata a proseguire ancora per parecchio.
Dall’Eccellenza alla serie C in due anni
Emozioni, gioia, felicità: chiamatela come volete, ma a Brindisi sono i sentimenti che più stanno circolando in questi ultimi giorni. Una promozione in C, conquistata nello spareggio contro la Cavese a Vibo Valentia, frutto di programmazione e solidità. Dall’Eccellenza al paradiso: il passo è stato breve, circa 20 mesi per tornare tra i professionisti. 33 anni dopo. Guai a chiamarlo miracolo, perché nella stagione del club pugliese c’è dentro tanto, se non tutto, della voglia e delle idee della società.
Da domenica 14 maggio, subito dopo il fischio finale, è scattata la festa: tra Vibo Valentia e la città di Brindisi. Caroselli, fuochi d’artificio, cori e un legame di continuità tra la dirigenza e il territorio. Da due stagioni, infatti, il presidente è Daniele Arigliano che, assieme alla sua famiglia, ha deciso di prelevare le quote del club pugliese e da buon brindisino doc ha dedicato anima e cuore alla causa biancazzurra.
L’intervista a Daniele Arigliano
Un tragitto iniziato dall’Eccellenza e che ora proseguirà in C. Proprio il presidente Arigliano ha raccontato le emozioni della promozione, della stagione e gettato le basi per il futuro.
Partiamo dalla fine: come ha vissuto l’ultima gara contro la Cavese?
“Poco prima della sfida ero abbastanza rilassato, poi vista l’importanza della gara un pochino di tensione c’è stata. Abbiamo fatto una stagione tirata ed eravamo collaudati visto che nelle ultime quindici partite non abbiamo mollato niente e per noi sono state tutte finali. Non potevamo permetterci di sbagliare perché il rischio era quello di vedere la vetta allontanarsi. Tredici vittorie e due pareggi, poi la vittoria contro la Cavese e la promozione”.
Brindisino doc e ha raggiunto la promozione con il Brindisi: che sapore ha per lei questo risultato?
“La Brindisi calcistica non è morta. Questo per me è il significato più grande di questa promozione. Non è una piazza maledetta e sicuramente qui non si può fare solo basket. Brindisi con il tempo può riacquisire il rispetto e l’attenzione che merita, siccome potrà tornare a essere una società importante. Il club negli ultimi dieci anni è stato più volte maltrattato, illuso e poi abbandonato. Mancava una proprietà brindisina da almeno vent’anni e questo la squadra l’ha accusato perché in tanti hanno illuso la piazza e fatto promesse che non potevano mantenere e messo davanti gli interessi personali rispetto a quelli del club”.
Da dove è partita questa promozione?
“Abbiamo costruito la squadra per vincere. Insieme a noi c’erano anche Afragolese, Cavese e il Casarano. Con il passare delle giornate rimanevano sempre meno squadre in corsa. Noi siamo sempre rimasti lì nelle prime, anche se fino a un certo punto mancavano nei match decisivi. Nelle ultime giornate è girata la ruota della fortuna a nostro favore e abbiamo cambiato marcia, vincendo partite determinanti che ci hanno portato a raggiungere la vetta”.
Quanto è stata importante la spinta dei tifosi per il Brindisi?
“Nelle situazioni difficili tornavano gli spettri del passato e la gente si allontanava un po’: spesso e volentieri sono stato anche abbastanza severo nei confronti della tifoseria. Abbiamo uno zoccolo duro di circa mille persone che ci hanno seguito anche in Promozione, quando io stesso ero un semplice tifoso. Quando la città ha capito le mie reali intenzioni con il Brindisi, ovvero fare tutto il bene per la squadra, allora da lì c’è stata una presenza costante allo stadio davvero importante e abbiamo sfiorato anche le diecimila presenze in casa”.
Gli obiettivi…
“Avevo detto di voler arrivare in C in tre anni, ma siamo stati bravi e fortunati ad accoglierla in un anno e mezzo. Ora dobbiamo mettere le basi per un assetto societario ancora più importante e non per quanto riguarda la proprietà, ma i direttori. Gli adempimenti saranno diversi e dovremo affrontare il prossimo anno con l’idea di non retrocedere: questo il primo obiettivo. La Lega Pro saprà un po’ di Serie B visti tutti i club blasonati che ci saranno: Benevento, Messina, Avellino, Catania, Taranto e altre ancora”.
Dopo la promozione si è già iniziato a guardare al futuro?
“Parlare di futuro è prematuro. Dopo la partita contro la Cavese dobbiamo giocare la poule scudetto. Poi da lunedì ci siederemo per parlare, ma posso dire questo: è difficile non proseguire con Danucci perché sarebbe da pazzi buttare via il progetto di un anno intero. Questo sarà il primo gradino per partire in C, poi si valuterà la rosa a disposizione”.
Tra i protagonisti della promozione c’è sicuramente anche Opoola…
“Malik è stata una rivelazione. Un ragazzo che ha tanta fame, voglia di riscatto e vuole emergere. Lui sarebbe agevolato a restare con noi anche l’anno prossimo perché acquisirebbe lo status di professionista e credo sia anche un banco di prova importante per lui. Qualora dovesse dimostrare di essere un giocatore che in Serie C può fare la differenza con i suoi gol, credo che poi si aprirebbero per lui scenari che andranno ben oltre il Brindisi”.
Simone Brianti