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Italia: da Arrigo Sacchi durissime critiche alla Nazionale

Dalle colonne della Gazzetta dello Sport l'ex ct azzurro spara a zero dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022.

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L’ex tecnico del Milan più grande di sempre ed ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport nella quale analizza piuttosto duramente la situazione fisica e psicologica dei nostri calciatori, che ieri non solo andati oltre lo 0-0 contro l’Irlanda del Nord, rischiando anche di perdere, nella partita che per l’Italia di Robertto Mancini valeva la qualificazione diretta ai Mondiali di Qatar 2022.

Sacchi: “Italia cotta e presuntuosa, non avevo grandi aspettative”

“La partita dell’Olimpico contro la Svizzera? L’avevo vista e gli azzurri mi erano sembrati spenti – comincia Sacchi -. Non è possibile che una squadra come la Svizzera, per di più senza cinque o sei titolari, riesca a creare tre palle gol nel primo quarto d’ora e a segnarne uno. Quindi, per questa sfida contro l’Irlanda del Nord non avevo grandi aspettative. Speravo che andasse bene, però sapevo che sarebbe stata una strada in salita. L’Italia è arrivata al traguardo finale cotta e forse con un po’ di presunzione figlia del successo estivo. Questa è una lezione importante che dobbiamo studiare e analizzare per risalire e ritornare a essere una vera squadra”.

Sacchi: “L’Italia degli Europei non c’è più”

“Faccio una premessa necessaria: l’Italia all’Europeo ha meravigliato tutti e di questo dobbiamo ringraziare i calciatori e il commissario tecnico – continua l’ex ct vice campione del mondo a Usa 1994 -. Lo hanno fatto perché hanno saputo essere squadra, hanno lottato con generosità, hanno sopperito a qualche carenza tecnica con l’entusiasmo e con la brillantezza atletica. Ora non è più quell’Italia. Credo che per tornare grandi si debbano ritrovare entusiasmo, modestia, volontà e, perché no, anche intelligenza. Il fatto è che saper governare il successo, specialmente in un Paese come l’Italia, è davvero complicato. Un biglietto da visita negativo? No, non lo è, ma è quello che ha detto il campo. Questa batosta può far tornare i calciatori con i piedi per terra, condizione fondamentale e imprescindibile se si vuole essere ancora una squadra. Io non drammatizzerei troppo: questi ragazzi, poco tempo fa, hanno fatto qualcosa di straordinario. E se lo hanno fatto, possono rifarlo. L’importante è vivere con equilibrio questo momento”.

Sacchi: “La Nazionale ha qualche mese per tornare in forma”

Come gestire adesso la situazione in vista dei playoff? “L’importante è non giocare allo ‘scaricabarile’, disciplina nella quale gli italiani sono bravissimi. Qui c’è da fare un profondo esame di coscienza, chiedersi tutti che cosa si è dato e che si poteva dare. Senza drammi, senza polemiche e, soprattutto, con molta calma e altrettanta pazienza. Ora abbiamo qualche mese davanti a noi per preparare le due sfide decisive, possiamo arrivarci in forma. I calciatori erano mentalmente cotti. Probabilmente il successo li ha scaricati, sono cose che capitano. E poi non dimentichiamo che ci sono stati anche tanti infortuni a complicare le cose e non consentire molte scelte all’allenatore. Forse c’è stata anche un po’ di superficialità, perlomeno per quello che si è visto nelle ultime due partite. Comunque è andata così e adesso dobbiamo guadagnarci il biglietto per il Mondiale”.

Sacchi: “Insigne corre a vuoto, dobbiamo tornare a giocare come sappiamo”

Cosa fare adesso perché l’Italia torni la bellissima Nazionale vista la scorsa estate e nei due anni e mezzo precedenti? “La qualificazione ce la dobbiamo guadagnare tornando a fare il calcio che abbiamo dimostrato di poter fare. Noi diamo il massimo quando abbiamo la paura a bussarci alla porta, siamo fatti così: vale per il calcio e vale per la vita di tutti i giorni. Con le spalle al muro sappiamo reagire ai problemi. Il problema è che Insigne non è quello di un mese fa. Corre a vuoto, è una pistola scarica. Succede nell’arco di una stagione. In panchina c’erano attaccanti che, evidentemente, all’allenatore non davano le necessarie garanzie: Scamacca gioca poco nel Sassuolo, Raspadori idem, Belotti non è al massimo. Quindi Mancini ha scelto per la soluzione senza centravanti classico. Ma adesso non tiriamo la croce addosso al commissario tecnico. Se ha portato l’Italia a giocare bene, come all’Europeo, sono convinto che troverà la soluzione giusta per guidarci al Mondiale”, conclude Sacchi.

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