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Italia, flop Mondiale: le 5 colpe del ct Roberto Mancini

Il commissario tecnico Roberto Mancini non è esente da colpe dopo il fallimento dell'Italia non qualificata ai Mondiali in Qatar

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Una serataccia, un incubo che diventa realtà. Il day after la seconda eliminazione dell’Italia dai Mondiali ha lasciato ancora l’amaro in bocca e l’incredulità di un qualcosa che, a 4 anni dalla disfatta degli azzurri di Ventura con la Svezia, nessuno pensava potesse ripetersi.

Ed invece è successo l’imponderabile che risveglia il calcio italiano dall’illusione di un nuovo ciclo vincente che si pensava potesse essersi aperto dopo il trionfo degli Europei, meno di un anno fa. Sul banco degli imputati ci sale anche lui, Roberto Mancini. Non esente da critiche e da colpe il ct azzurro. Vediamo quali sono in attesa della sua decisione su eventuali dimissioni “rigettate, almeno al momento e a parole, dal presidente FIGC, Gravina.

1 – Le colpe di Mancini: gestione post Europei

La vittoria degli Europei la scorsa estate era stata una grande sorpresa, conquistata con uno spirito che tutti hanno riconosciuto all’Italia. Le notti magiche che gli azzurri erano tornati a farci vivere era il frutto di un lavoro importante da parte del ct, in campo e fuori. Qualcosa che sembra essersi persa col tempo, già dalle prime partite di qualificazione mondiale, dal doppio pareggio con la Svizzera, dalla difficoltà congenita a fare gol, dalla mancanza di quella brillantezza che gente come Barella, Jorginho e Locatelli avevano saputo dare ai Campionati Europei. Mancini non è riuscito di fatti a cavalcare quell’onda da lui stesso creata ed è finito per arenarsi in una semplice “gestione” rivelatasi fallimentare.

2 – Le colpe di Mancini: Belotti e Scamacca in tribuna

Mancava Chiesa è vero, anche Locatelli out per covid. Bonucci e Chiellini non al meglio. Ma nelle scelte per la partita contro la Macedonia, fondamentale anche di più di una finale perchè tappa necessaria ma non sufficiente per andare ai Mondiali, Mancini ha preferito lasciare in tribuna Belotti e Scamacca, due giocatori di peso che, condizionale d’obbligo, avrebbero potuto far comodo nell’assedio finale di una partita in cui i macedoni l’hanno giocata “all’italiana” rintanandosi in difesa con 9 uomini dietro la linea della palla lasciando il solo Trajkovski là davanti a punirci come ha voluto il fato e il destro dell’ex Palermo nel suo ex stadio. Ha convinto poco l’aver voluto insistere su un Barella vistosamente fuori forma già nell’Inter.

3 – Le colpe di Mancini: i cambi con la Macedonia

Pare ingeneroso dare dell’improvvisato ad un ct della Nazionale con un grande passato da calciatore e allenatore come Roberto Mancini. Ma, anche leggendo molti commenti in giro per il web, gli ultimi due cambi contro la Macedonia non hanno convinto appieno. L’ingresso di Chiellini, sullo 0-0, ma soprattutto di Joao Pedro all’88’ sono apparsi a molti fuori luogo. Per di più dopo che togliendo Barella aveva inserito Tonali centrocampista meno offensivo dell’interista. Si poteva tentare qualcosa di diverso, non mettere un altro difensore per Mancini infortunato, cambiando spartito a gara in corsa, vista la pochezza offensiva della Macedonia. L’ingresso di Chiellini a molti ha ricordato la richiesta di Ventura a De Rossi di entrare contro la Svezia a Milano con l’ex Roma che si rifiutò categoricamente di entrare per lasciare spazio proprio ad una punta e provare a vincere la partita.

4 – Le colpe di Mancini: l’ostracismo verso Balotelli

Forse, visti i risultati, era l’attaccante italiano più in forma. L’assenza di Mario Balotelli dalla lista dei convocati di Mancini per i match decisivi sulla strada che portava in Qatar pesa come un macigno. Che SuperMario fosse fuori dal progetto del ct lo si sapeva, al di là della convocazione dell’ultimo stage, specchietto per le allodole. E probabilmente non era nemmeno troppo ben visto dal gruppo. Eppure convocare un Joao Pedro palesemente fuori forma col Cagliare nell’ultimo mese, è apparso quantomeno una forzatura. Balotelli aveva i numeri per cambiare la partita di ieri, cosa che nessuno in campo al Barbera è sembrato minimamente avere.

5 – Le colpe di Mancini: non deve dare le dimissioni

Come scrive questa mattina Mario Sconcerti, nel suo editoriale sul Corriere della Sera, l’ultimo errore di Mancini sarebbe quello di dimettersi da ct della Nazionale. “Dico a Mancini che non è colpa sua. Che sarebbe un sacrificio inutile. Se vuole andarsene, vada, se qualcuno lo vuole cacciare, lo cacci. Ma il suo dovere è con la gente – scrive Sconcerti – Il ct Mancini è stato molto più di un allenatore. Non è stato il tecnico a essere sbagliato, è l’intero nostro calcio a non reggere più, a fare troppa fatica”.

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