“Ero in collegamento telefonico con una trasmissione dove erano ospiti gli azzurri appena freschi di vittoria al Mondiale dell’82, presi la parola e dissi: “Fategli i complimenti ma ricordate loro che la vera Italia-Germania, la partita del secolo, fu quell’altra, quella che giocammo noi nel 1970“. Tradisce ancora un po’ di emozione Giancarlo De Sisti nel ricordare quel 4-3 ai supplementari all’Azteca, una partita diventata film, leggenda, epos. L’ex centrocampista della Roma la giocò dal 1′ al 120′ ed in esclusiva per Virgilio Sport presenta la sfida di domani a Milano, ultimo capitolo di un romanzo infinito.
De Sisti ma è vero che la Germania ha sempre paura di noi?
“Non so se è paura, ma rispetto sicuramente, in tutta la storia abbiamo avuto il merito di batterli parecchie volte anche quando forse ci erano superiori: sono sempre stato un avversario tosto e diciamolo con una punta di soddisfazione: noi per loro siamo una bestia nera”
Domani e domenica nuovo capitolo della saga…
“Sono tempi diversi, oggi non possiamo più identificarci in un Gigi Riva, non ci sono più quei giocatori, entrambe le nazionali si stanno ricercando, sono ringiovanite e stanno provando nuove strade. L’importante però è che l’Italia riesca a centrare la qualificazione ai Mondiali, due edizioni senza azzurri sono già troppe”.
Un tuffo nel passato: in quella semifinale del ’70 lei giocò tutta la partita mentre continuava la staffetta Mazzola-Rivera
“Non litigavano loro due, era Valcareggi che aveva la sua impostazione e pensava che schierandoli insieme avrebbe squilibrato la squadra che già aveva Riva, Boninsegna e Domenghini. Io giocavo ma se non ci fossi stato io avrebbe giocato Juliano, non sarebbe cambiata la storia”.
Si emoziona ancora a pensare a quella partita?
“Le racconto una storia: fui invitato a un teatro a Termoli per partecipare alla cerimonia per la cittadinanza onoraria a Rivellino: il conduttore iniziò col far vedere le immagini della finale che perdemmo nel ’70 col Brasile per 4-1 ed alla fine si aspettava un nostro commento. Io pensavo toccasse a lui che era l’ospite d’onore e rimasi zitto, Rivellino pure tacque e ci furono alcuni minuti di silenzio. Allora dissi: ‘guardate che per me la finale è stata il 4-3 alla Germania, quella è la partita del secolo. E ancora oggi come ieri quando mi chiamano mi chiedono sempre di quella partita lì”.
Poi venne il 3-1 a Madrid nella finale Mondiale dell’82
“Io andai in Spagna, vidi anche il 3-2 col Brasile poi dovetti tornare in fretta in Italia perché mia figlia si era rotta un braccio cadendo da un albero di susine e persi semifinale e finale. Che impresa anche quella ma come ho detto il nostro Italia-Germania resta insuperabile nell’immaginario collettivo”.