Jannik Sinner è stata una delle più interessanti sorprese di questo strano 2020. Non solo per aver vinto il suo primo titolo in carriera a Sofia a soli 19 anni, ma anche per aver messo paura all’Imperatore Rafa Nadal nei quarti di finale del suo torneo, il Roland Garros.
Intervistato da Sky Sport, l’altoatesino ripercorre la sua breve carriera:
“Mi hanno sempre affascinato lo sport, la competizione e la velocità. Per questo, oltreché per fisiologica cultura della zona da cui provengo, ho messo gli sci ai piedi da ragazzino. Andavo bene, vincevo tanto, ma quando il tennis è entrato in competizione con le discese sulla neve ha cambiato i miei orizzonti. L’ho preferito da subito, anche se agli inizi perdevo abbastanza spesso. Il fatto è che lungo un match puoi sbagliare, avere momenti difficili, terribili cali di tensione. Ma hai tempo di rimediare. Nello sci no: fai un errore e finisci ventesimo. Non ho mai accettato quel tipo di risultato”.
Sinner poi parla della sua vita di tutti i giorni, e della vita del tenninsta in generale:
“La vita dell’agonista di mestiere mi piace al 90%. Le parti meno attraenti? Non vorrei sembrare sgarbato, ma a volte farei a meno delle interviste. I viaggi e la routine quotidiana invece mi appassionano, del resto sarebbe impensabile condurre questa esistenza se pensassi il contrario. Per svoltare, per giocare a tennis ai livelli più alti, la testa conta il 70%, il fisico il 20, il resto è responsabilità dei colpi. Devo migliorare in ogni aspetto, com’è ovvio”.
Per ultimo, Jannik fissa gli obiettivi per il suo 2021:
“Giocare almeno sessanta partite, mettere su qualche chilo e migliorare gli aspetti tecnici più carenti, soprattutto servizio e gioco a rete, ma ho solo diciannove anni, spero ci sia tempo. Cosa riberei agli altri tennisti?Prendo il servizio di Isner, il dritto di Federer, il rovescio di Djokovic, mentre a Rafa Nadal ruberei gioco a rete e forza mentale”.