Il controllo, per vincere, può essere tutto soprattutto se ad applicarlo – con metodo e costanza – è Jannik Sinner, le cui qualità sono ormai evidenti. Dopo tre mesi di stop forzato, è riuscito nell’ardua impresa di qualificarsi per la finale degli Internazionali di Roma anche grazie a uno staff di supporto che ormai ha trovato i suoi equilibri.
E l’aiuto della tecnologia che al rientro è stata di enorme supporto a Jannik e ai suoi. Scatoletta e polsino li avevamo notati e anche la sua attenzione a questi mezzi che dettano una certa evoluzione.
- Il top che monitora i dati biometrici: Sinner lo indossa a Roma
- Alle origini del dispositivo
- Il polsino
- Obiettivo Roland Garros e Alcaraz
Il top che monitora i dati biometrici: Sinner lo indossa a Roma
La scatoletta infilata tra le scapole nel top nero, indossato dal numero 1 del ranking e immortalato dal fotografo a Roma, è uno strumento che di norma si vede più tra i calciatori che tra i tennisti. Le ragioni sono molteplici, ma riconducibili a un’unica e sola ratio per quel che riguarda uno sportivo del livello del campione altoatesino: il dispositivo che viene indossato da Sinner avrebbe la funzione di “monitorare” la frequenza cardiaca, la velocità, gli spostamenti, i chilometri percorsi.
Jannik lo ha portato durante alcuni match anche a Roma però, nella partita con de Jong, alla fine l’ha tolto forse per via dei movimenti non fluidi.

Jannik Sinner con il top
Alle origini del dispositivo
La stessa motivazione che, andando a ritroso, cercando tra le dichiarazioni e i servizi dedicati in passato al giovane favoloso del tenni italiano lo hanno condotto a non preferirlo, in partita, anche se la IFT (Federazione Internazionale Tennis) lo ha autorizzato.
Adesso la si può usare nei match ufficiali ed è utile nel caso di Sinner per i dati che fornisce, dopo tre mesi di assenza dai campi, con la pressione, lo sforzo fisico, gli scatti e gli allunghi di una partita di torneo. All’epoca del centro di Bordighera e di Riccardo Piatti, Jannik non lo amava affatto e lo aveva usato solo in allenamento.
Il monitoraggio della frequenza cardiaca e il rilevamento delle posizioni in campo, dei chilometri percorsi, della velocità media e massima, delle accelerazioni sono in tempo reale: il device trasmette i dati a un tablet collegato.
Sinner ha indossato il top con GPS contro Navone e de Jong, ma non lo ama ancora oggi visto e considerato che l’ha sfilato senza ripensarci durante questi incontri nella convinzione che fosse sì utile però limitante nei movimenti.
Il polsino
Insomma, gli Internazionali sono stati anche una sorta di incubatrice per quel che verte su particolarità, strumenti, rimedi che lo staff di Sinner potrebbe rivedere per l’imminente appuntamento con il Grande Slam, a Parigi.
Diverso il discorso per il polsino su cui non è ancora definitiva e chiara la sua funzione. Sicuramente si vede assai più di frequente rispetto al recente passato il che fa pensare che abbia una funzione rinnovata.
Obiettivo Roland Garros e Alcaraz
Al Roland Garros, Sinner intende arrivare al meglio delle sue reali possibilità con adeguati correttivi derivanti dai dati, dal loro studio e l’adozione di possibili migliorie che lo supportino nel duello infinito contro il più forte su questa superficie, la terra rossa.
Il suo arrivo a Parigi è previsto per mercoledì, così da evitare impegni aggiuntivi e meno funzionali al suo piano di rientro eliminando distrazioni o ulteriori impegni: il numero 1, come Lorenzo Musetti, sarebbe dovuto essere presente anche ad Amburgo.
Lo spagnolo, che ha vinto i Masters 1000 di Roma e a Monte-Carlo vanta il gioco più congeniale al Roland Garros che ha già vinto lo scorso anno, ricco di variazioni, colpi e angolazioni. Dalla sua, Jannik deve studiare, applicarsi. Ma ha già mostrato un livello di progressione imponderabile che, di per sé, è l’ottima premessa a lanciare l’alert giusto.