Nella solitudine dei numeri primi che ispira, più di ogni altro torneo, quell’evento nell’evento che sta monopolizzando l’attenzione mediatica, le scelte di Jannik Sinner, numero 1 italiano e 4 del ranking, hanno palesato la loro bontà. Non è un tempo così remoto, rispetto alle Atp Finals, quello in cui Jannik fu chiamato a decidere se rimanere sotto l’ala protettrice di chi per primo aveva creduto nel suo talento per tentare un cambio. Un mutamento che avrebbe significato rischiare, con i suoi pro e i suoi contro.
Dopo l’exploit contro il serbo Nole Djokovic, dominatore di un’era con Roger Federer e Rafa Nadal, ancora in vetta alla classifica Atp è inevitabile concentrarsi sullo staff che ha aiutato Sinner a fare l’impresa.
- Sinner, lo staff che lo ha portato al n° 4 del ranking
- Coach e super coach: Simone Vagnozzi e Darren Cahill
- Fisioterapista e preparatore atletico
- L'amico consigliere altoatesino: chi è
- La fidanzata discreta
Sinner, lo staff che lo ha portato al n° 4 del ranking
Le qualità tecniche e la mentalità di Jannik si sono evidenziate proprio a Torino, in un finale di stagione che ha donato conferme a quanti avevano pronosticato, prima dello scontro con i top player, l’avvento di una fase in crescendo del tennista altoatesino che a asoli 22 anni ha raggiunto obiettivi ambiziosi. E ha portato in alto il tennis azzurro.
Ma chi sono gli artefici di questo Sinner, già così maturo da battere Djoko e mettere sul piatto una promessa? Sicuramente quel che li accomuna è l’esperienza nella relazione con i top player che, in questo sport, hanno bisogno di supporto e di sostegno in ogni componente dalla tecnica alla mentalità.
Coach e super coach: Simone Vagnozzi e Darren Cahill
Dal coach al super coach, dal fisioterapista al mental coach, dal preparatore atletico al manager per tutto quel che verte il collaterale (che per Sinner ha un peso economico importante e non solo, vedi quanto accaduto a Wimbledon). Insomma lo staff a bordo campo, nei famigerati box, convive e costruisce con il campione il suo talento e lo orienta ai risultati che, nello sport agonistico, hanno precedenza.
Da citare, in primis e con una certa urgenza, sono sicuramente Simone Vagnozzi e Darren Cahill – ex giocatori –, che ricoprono i ruoli di coach e super coach. Come ha dichiarato lo stesso Sinner, in una recente intervista rilasciata all’ATP, con loro “è come una famiglia. Vedo più spesso loro che i miei genitori”.
La collaborazione con Vagnozzi inizia a febbraio 2022: il ruolo è quello di coach puro e, dunque, segue Jannik in quelle attività quotidiane che lo vedono costantemente al suo fianco per quel che attiene alla preparazione tecnica, prettamente tennistica, nella sua routine quotidiana.
Mentre la più fresca entrata – a giugno 2022 – è quella dell’ex semifinalista allo US Open e mito della sua generazione Darren Cahill, quel che in sintesi mettiamo nell’espressione super coach. In precedenza Hill, che pure ricordiamo per le sue imprese tennistiche, ha affiancato personaggi della levatura di Andre Agassi, Lleyton Hewitt, Andy Murray e Simona Halep.
Non un semplice coach, ma un super coach appunto che combina piani e strategia, con una visione e una proiezione che giunti al livello di Sinner forse necessitava di una figura dall’esperienza internazionale come appunto Hill.
In quella stessa intervista, il super coach di Sinner ha voluto esternare quel che fa parte del suo ruolo in questo staff con queste par: “Il mio ruolo è più quello di trasmettergli la mia esperienza”, ha precisato, senza toccare in alcun modo il lavoro di Piatti fatto prima su Jannik. “Sono stati dei primi mesi di collaborazione molto buoni e produttivi”, ha specificato. Nella consapevolezza che anche per Jannik Sinner, adesso, conta solo vincere e scalare ancora posizioni che, in effetti, da giugno ad oggi sono davvero state notevoli: da 7° a 4° è un bel salto, non c’è che dire.
Coach e supercoach seguono dal box Sinner durante Wimbledon
Fisioterapista e preparatore atletico
A Vagnozzi e a Hill, si affiancano poi altri professionisti che hanno contribuito e aiutano Sinner. Il suo preparatore atletico, ad esempio: Umberto Ferrara, che segue il campione anche nell’alimentazione. Con lui Giacomo Naldi, fisioterapista dell’altoatesino, a introdurlo a tutta la squadra. “Jannik vuole giocare tutti i giorni” ha dichiarato Giacomo, che spiega questa ‘tradizione’ del 22enne di San Candido chiarendo che “la prima volta che abbiamo giocato insieme Jannik ha vinto il torneo a cui stava partecipando; quindi è per questo che vuole sempre giocare secondo me”.
Jannik, prima con Piatti e poi con questo staff, ha scalato la classifica migliorando di torneo in torneo con una costanza e una continuità impressionanti: a ventidue anni, ha già conquistato vette importanti del ranking, ha vinto tornei 250, 500 e 1000, è stato semifinalista Slam e, come dimostra l’esperienza alle ATP Finals, è seguito da professionisti che hanno forgiato la mentalità di questo ragazzo.
Staff al completo a Torino: da sinistra a destra, Naldi, Sinner, Cahill, Vagnozzi e Ferrara
L’amico consigliere altoatesino: chi è
Con loro c’è anche Alex Vittur, 39 anni, ex tennista di Brunico, amico, mentore, consigliere particolare visto che il suo management è londinese: è una sorta di guida amica, un fratellone che lo guida e lo sostiene per i mesi lontano da San Candido. Secondo quel che si sa oggi di Vittur, è nel consorzio delle funivie di Plan de Corones, pare si parlino in dialetto rendendo più saldo e fermo il loro rapporto che vanta l’esclusività del linguaggio.
In una recente intervista, rilasciata al Corriere della Sera, che risale al maggio del 2022 Jannik ha detto poco ma in modo efficace di questo amico-consigliere:
“Ma la persona che mi conosce meglio di tutti è Alex Vittur, ex giocatore delle mie parti. La mia storia di tennista è cominciata con lui quando avevo 12 anni, grazie ad Alex sono andato a Bordighera da Piatti, mi conosce a memoria, sa tutto di me. È amico, fratello, famiglia”.
La fidanzata discreta
Della sua presunta compagna poco sappiamo, a parte la discrezione che le impone questo ruolo per non creare pretesti per distogliere l’attenzione. Dopo una sorta di esplosione social del suo profilo, infatti, la compagna del giocatore ha deciso di optare per una gestione più cauta della sua immagine, per non creare troppa pressione attorno a Sinner, all’epoca nella fase ascendente della sua parabola.
Le sue passioni sono poche altre: PlayStation, il Milan e ha come idolo Ibrahimovic verso il quale continua a professare attestati di stima.
Sul versante business (c’è anche questo), con la vittoria su Djokovic, possiamo aggiungere un tassello al mosaico Sinner che a stretto giro diventerà ancora più appetibile, se possibile, per gli sponsor tecnici, luxury e di bevande e integratori che già se lo sono accaparrato.