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Juventus, incontro tra Tudor e Motta alla Continassa: l'incrocio e cosa si sono detti

Motta-Tudor: incrocio tra passato, presente e futuro alla Continassa. Tra i due un fugace incontro, poi ognuno per la sua strada: ecco su che cosa punta il croato.

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Porte girevoli alla Continassa. Per un Motta che va, un Tudor che arriva. L’incontro tra i due è stato fugace: passato e futuro della Juventus si sono incrociati nel mezzo di un presente da cambiare. Perché la Signora ha tremendamente bisogno di quel quarto posto senza il quale sogni e ambizioni rischiano un pesante ridimensionamento.

Juventus, staffetta Tudor-Motta alla Continassa

La Gazzetta dello Sport descrive la movimentata mattinata di ieri al centro sportivo della Juventus, dove Thiago Motta, che ha rotto il silenzio, si è recato come prassi impone per svuotare l’ufficio e raccogliere gli effetti personali. Ci sarà stata anche freddezza con l’ambiente, ma l’italo-brasiliano, su cui in estate aveva scommesso con decisione Giuntoli per dare il via a un nuovo progetto rivelatosi fallimentare, ha voluto salutare dipendenti e collaboratori con cui ha condiviso questi mesi di lavoro.

Alla Continassa ha poi fatto scalo il nuovo allenatore Igor Tudor. Per il croato ritorno al passato con vista sul futuro: dopo le ottime esperienze – seppur non senza frizioni con le società d’appartenenza – al timone di Verona, Olympique Marsiglia e Lazio, il 46enne di Spalato ha l’occasione della vita proprio nel club in cui si è imposto come calciatore.

L’incontro tra i due allenatori: che cosa si sono detti

La Rosea descrive il momento dell’incontro tra Motta e Tudor. I due allenatori si sono incrociati per quello che è stato definito “un breve e cordiale saluto”. Poche battute e poi ognuno per la sua strada.

In quest’ultimo scorcio di stagione l’ex Verona deve riuscire laddove ha fallito il collega, ovvero ottenere risultati. E acciuffare il quarto posto che significa Champions e dunque la possibilità di alzare il livello col prossimo mercato da affidare probabilmente a un altro allenatore (Conte? Gasperini?).

Il vantaggio di Tudor e la sua missione

Conoscere l’ambiente, anche da allenatore (è stato il secondo di Pirlo, ndr) è senza dubbio un’arma che Tudor intende sfruttare a proprio vantaggio. La missione, si sa, è la qualificazione in Champions. E per riuscirsi il croato fa leva sulla cultura del lavoro, che si traduce in disciplina – sì, Igor è un tecnico di quelli tosti – e motivazione.

Prim’ancora di moduli e lezioni tattiche, il nuovo allenatore ha il non facile compito di risvegliare un gruppo, al momento orfano dei nazionali, sfiduciato da un’annata che avrebbe dovuto riservare ben altre soddisfazioni. Sotto gli occhi del contestato Giuntoli, Tudor si è presentato ai calciatori con un discorso sintetico ma efficace: “Siamo la Juventus, dimostriamo sul campo di essere degni di questa maglia”. La prossima mossa? Colloqui individuali e tanto campo nel segno del 3-4-2-1: sabato il primo banco di prova allo Stadium contro il Genoa.

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