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Juventus, il retroscena sull’arrivo di Tudor alla Continassa: Caressa parla di crollo di un’ideologia, Ardoino lancia l’idea Mourinho

Il tecnico croato ha accettato di fare da traghettatore per il finale di stagione e per raggiungere Torino ha affrontato un viaggio di 1000 chilometri in auto. Caressa demolisce l’ideologia di Thiago Motta

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Una voglia matta di Juventus quella di Igor Tudor che si è messo in macchina e ha macinato gli oltre 1000 chilometri che lo separavano da Torino. Ora per il tecnico croato arriva però il compito più complicato, tirare fuori i bianconeri da una situazione complicati e trascinarli verso il quarto posto che significa qualificazione alla prossima Champions League.

1028 chilometri in auto: la voglia di Tudor

Igor Tudor aveva una voglia matta di Juventus e più che dirlo nelle consuete interviste che arriveranno nei prossimi giorni, il tecnico lo ha dimostrato. Non solo ha accettato un contratto di pochi mesi ma ha deciso di lanciarsi subito nella nuova avventura, dopo aver trovato l’accordo con la società il tecnico croato si è messo al volante per raggiungere nel più breve tempo possibile la Continassa: 1028 chilometri di viaggio da Spalato a Torino per cominciare subito la sua nuova avventura bianconera, la terza dopo quella da giocatore e poi da vice di Andrea Pirlo.

Il crollo di un’ideologia

Sull’esonero di Thiago Motta e l’arrivo in panchina di Tudor interviene anche il giornalista Sky, Fabio Caressa, che sceglie un approccio quasi filosofico per descrivere quello che è successo in casa bianconera: “Il licenziamento di Thiago Motta non sono solo un avvicendamento tecnico ma sono anche il crollo di un’ideologia. Non sono mai stato un amante delle ideologie. Si è partiti da un concetto ideologico per applicare ciò che si doveva fare e cioè che la Juventus avrebbe dovuto giocare in un certo modo e per farlo si doveva scegliere Thiago Motta. Il fallimento dell’allenatore è sotto gli occhi di tutti per colpe sue ma anche non sue. La Juve prende un allenatore come Tudor profondamente diverso, concettualmente diverso da Motta che sconfessa quanto fatto fino ad adesso”.

Ardoino lancia l’idea Mourinho

Continua anche la campagna di Paolo Ardoino, l’amministratore delegato del nuovo socio di minoranza Tether, continua a lanciare messaggi. Il sogno di rivedere la Juve ai fasti di un tempo è più forte che mai, le idee non mancano anche se non tutte sembrano azzeccatissime: “Sono fiducioso per l’arrivo di Tudor – rivela in un’intervista a TopCalcio24 – La speranza è quella di riuscire a centrare la Champions League. E in futuro mi piacerebbe vedere Mourinho sulla panchina. Abbiamo i soldi per sostenere la squadra per molto tempo e alla ricerca di vittorie. Il nostro investimento non è una speculazione ma la voglia di riportare la Juve ai massimi livelli. Il sogno? Vedere Zidane e Del Piero di nuovo alla Juve, sono i giocatori che ho amato di più”.

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