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Juventus indagata: arriva il duro sfogo di Giorgio Chiellini

Il capitano dei bianconeri: "Quando si parla di Juve viene sempre amplificato tutto, stiamo uniti".

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Il mondo Juve è scosso dagli sviluppi dell’indagine in corso per il caso plusvalenze. La Procura di Torino ha emesso un nuovo decreto di perquisizione, atto a trovare la documentazione relativa ai “valori economici” della cessione di Cristiano Ronaldo al Manchester United, e a trovare “la famosa carta” di cui si parla nelle intercettazioni tra i dirigenti bianconeri.

Sulla questione è voluto intervenire anche il capitano della squadra Giorgio Chiellini, che ha dettato alla squadra la linea da seguire in questo momento complicato fuori dal campo.

Juventus indagata, Chiellini: “Le indagini lasciano il tempo che trovano”

“Ho parlato chiaramente martedì – ha detto ai microfoni di Sky -, dicendo parole semplici ma importanti. Non le ho dette io per primo, ma ho riportato quello che ha detto il mister. Le indagini lasciano il tempo che trovano, bisogna aspettare”.

“Ci sono i titoloni ma siamo abituati: quando si parla di Juventus tutto viene amplificato per un milione. Quando si parla di Juve le indagini vengono amplificate – ha continuato il centrale bianconero -. Dobbiamo essere responsabili, dobbiamo aspettare e mettere impegno dando qualcosa indietro a una società che ci ha dato tanto. L’appello di martedì era esteso a chi mi sta intorno e a chi ci sostiene da tanto. Abbiamo l’obbligo morale di stare uniti per creare qualcosa di ancora più bello”.

Juventus indagata, l’intercettazione: “Se quella carta salta fuori…”

“Se quella carta salta fuori abbiam … ci saltano alla gola tutto sul bilancio”, è questa la frase captata dall’intercettazione della Guardia di Finanza, che sta indirizzando l’inchiesta Prisma sui rapporti tra la Juventus e Ronaldo. Lo riporta l’Ansa. La conversazione è dello scorso settembre, tra Federico Cherubini, attualmente non indagato, e Cesare Gabasio, legale rappresentante della Juventus e settimo iscritto nel registro degli indagati.

A rendere noto il nuovo sviluppo è stato lo stesso club bianconero, che ha specificato come la nuova disposizione “non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento”.

Juventus: “A rischio l’aumento di capitale e la continuità aziendale”

In un comunicato diffuso nella serata di giovedì, la Juventus aveva fatto sapere di aver ricevuto il nulla osta dalla Consob per la pubblicazione del supplemento al prospetto informativo sull’aumento di capitale, già pubblicato lo scorso 24 novembre. La decisione di pubblicarlo segue, dice il comunicato emesso oggi, la “notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, nei confronti della Società stessa nonché di alcuni suoi esponenti attuali (Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Stefano Cerrato) e passati, in merito alla voce “Proventi da gestione diritti calciatori” iscritta nei bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 per i reati di cui all’art. 2622 cod. civ. (False comunicazioni sociali delle società quotate) e all’art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e, per quanto attiene alla Società, per l’illecito previsto dagli artt. 5 (Responsabilità dell’ente) e 25-ter (Reati societari) del D.Lgs. n. 231/2001”.

Il comunicato prosegue: “Nonostante la Società abbia adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 la Società è esposta al rischio di incorrere nelle sanzioni derivanti dall’inosservanza del D.Lgs. n. 231/2001. Qualora nei confronti degli esponenti aziendali dell’Emittente dovessero essere comminate sanzioni e/o condanne i requisiti previsti dalla normativa vigente per il mantenimento delle cariche e/o degli incarichi potrebbero venire meno e la reputazione dell’Emittente ne risentirebbe significativamente”.

“Dalle suddette evenienze potrebbero derivare impatti negativi, anche significativi, sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Emittente e del Gruppo. L’Emittente ritiene che il decreto di perquisizione e sequestro e la notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino non configurino alla Data del Supplemento un mutamento negativo rilevante (c.d. “material adverse change”) il cui verificarsi – a termini del Contratto di Underwriting stipulato in data 22 novembre 2021 – consente ai Garanti di recedere dagli impegni di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale, ciò tenuto conto dello stadio iniziale delle indagini aventi ad oggetto le ipotesi di reato, ancora in fase investigativa da parte degli organi inquirenti”

“Tuttavia, alla Data del Supplemento sussiste il rischio che i Garanti ritengano che i suddetti fatti (i.e. decreto di perquisizione e sequestro e indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino) configurino i presupposti per l’esercizio del diritto di recesso dall’impegno di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale”.

“Ove l’Aumento di Capitale – conclude la società – fosse eseguito solo parzialmente, affluirebbero al Gruppo risorse finanziarie in misura limitata. In tali evenienze, in assenza di ulteriori tempestive misure a sostegno del Piano di sviluppo Aggiornato e confermato [ndr, ossia il Piano di sviluppo della Società per gli esercizi 2019/20 – 2023/24], la capacità del Gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale nell’arco di Piano verrebbe meno”.

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