Tudor e Motta, due filosofie agli antipodi. Come è cambiata la Juventus in sole due settimane? Dopo una vittoria contro il Genoa e un pareggio fuori casa contro la Roma, sta già emergendo un ‘nuovo’ gruppo: più compatto e con un’idea tattica differente, con un 3-4-2-1 che prende sempre di più piede dall’arrivo del neo tecnico bianconero. E mentre sotto la gestione di Thiago Motta non si è mai realmente creato un nucleo di fedelissimi, con Igor Tudor c’è già uno ‘zoccolo duro’ che sta dando i primi effetti sperati.
- L'effetto scossa di Tudor e il cambio di sistema di gioco
- Nico Gonzalez, l’argentino torna nel vivo della manovra offensiva
- I nodi da sciogliere: Vlahovic e Kolo Muani
L’effetto scossa di Tudor e il cambio di sistema di gioco
Oltre al cambio di sistema di gioco (dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1) e all’abolizione della fascia da capitano “girevole” come faceva Motta, ciò che è certo è che la Juventus con Igor Tudor abbia avuto una reazione emotiva evidente. Dopo i tanti segnali di una spaccatura tra i giocatori e Thiago Motta, il feeling si era affievolito.
Tudor, invece, ha subito puntato sul forte coinvolgimento emotivo, e i segnali in campo lo confermano: più voglia e più intensità, oltre ad un pressing costante e maggiori giocate in verticale, garantite da un centrocampo più massiccio e contenitivo rispetto ai soli due mediani del 4-2-3-1. Resta, inoltre, compatta la difesa che, nonostante sia schierata a tre uomini, trova l’aggiunta del quarto in fase di non possesso.
Lo stesso capitano della Juventus, Manuel Locatelli, ha dichiarato: “Tudor ci ha dato nuova energia, entusiasmo e anche un pizzico di aggressività in più”.
Nico Gonzalez, l’argentino torna nel vivo della manovra offensiva
Un esempio lampante della rivoluzione di Tudor è la trasformazione di Nico Gonzalez. Con il nuovo 3-4-2-1, il tecnico bianconero lo ha già provato in due ruoli diversi: sia da esterno instancabile che da trequartista vicino alla punta, spostandolo però dalla fascia sinistra, zona di campo che l’argentino digeriva poco con Thiago Motta.
Il risultato? Con Koopmeiners in panchina, che chiede ancora qualche settimana di stop, l’ex Viola appare già più a suo agio e più nel vivo della manovra. Tudor, inoltre, ha anche speso parole molto positive per l’attaccante: “Ho trovato in Nico tutto ciò che cercavo: disponibilità, voglia di fare, grinta. È argentino, ha cuore, e si dà sempre al massimo. Una persona eccezionale”.
I nodi da sciogliere: Vlahovic e Kolo Muani
Non tutti, però, stanno già beneficiando della nuova gestione. Vlahovic fatica ancora a superare i propri limiti e non sembra riuscire a trovare continuità, nonostante il supporto ricevuto dal nuovo allenatore. Nel frattempo, il rilancio forzato del serbo sta indirettamente ‘penalizzando’ Kolo Muani, che appare spento, demotivato, quasi come se stesse aspettando la fine del suo passaggio in bianconero. Stesso discorso con Conceicao che si è già lamentato.
Per Igor Tudor c’è però da raggiungere ancora un altro obiettivo: la riconferma in bianconero dopo la chiusura della stagione e il Mondiale per Club da giugno in poi.